Pechino, tutti consegnati in casa per 15 giorni di Francesco Sisci

Pechino, tutti consegnati in casa per 15 giorni ANNUNCIATE DI CONTINUO NUOVE MISURE DI SICUREZZA, LA POPOLAZIONE Sl RINCUORA Pechino, tutti consegnati in casa per 15 giorni «Ora stiamo lottando seriamente: sterilizziamo anche le banconote» reportage Francesco Sisci PECHINO COME una vite, che si stringe ogni giomo di più, il governo cinese vara misure sempre più draconiane per fermare la polmonite atipica che, a Pechino, conta ormai cento infettati in più al giorno. Ed emerge un retroscena delle dimissioni del ministro della sanità e del sindaco di Pechino. La gente nella capitale, disciplinatamente, senza rimostranze obbedisce al governo. Le mascherine sono diventate praticamente un obbligo. Ce ne sono di tutte le forme e tipi: da quelle supertecnologiche con filtri al carbonio a quelle monouso, fino alle più antiche, che si indossavano in primavera contro le tempeste di sabbia o d'inverno per proteggere il viso da temperature anche a 20 gradi sotto zero. Ma la disciplina della popolazione è solo un aspetto della lotta alla Sars. Quasi ogni ora vengono annunciate nuove misure di prevenzione. Ieri è stata la volta delle banconote, che saranno tutte sterilizzate e risterihzzate i ad ogni" -passaggio in banca. I bancomat vengono spruzzati di sterilizzante, e acqua clorata viene spruzzata ad ogni auto che entra ed esce dai circondari di case appena fuori città. Dovrebbe bastare, e invece no, dice Wang Yi, che lavora a contatto con i malati di Sars ed è incaricato della sterilizzazione. «Quando sono in ospedale, naturalmente, indosso guanti, mascherina, occhiali, camice, cappuccio, copriscarpe di plastica e i pantaloni ermetici. Mi resta fuori soltanto qualche centimetro di pelle del viso. Prima di uscire dall'ospedale mi cambio completamente, ma appena arrivo a casa mi tol^o ogni vestito, metto tutto m lavatrice a sterilizzare e provvedo immediatamente a lavarmi». Negli ospedali a malati e contagiati viene messa la mascherina e a molti anche i guanti. I pazienti vengono tenuti lontani da altri degenti, isolando i casi conclamati da quelli solo sospetti. Appena si viene a sapere che qualcuno ha la febbre sopra i 38 e il raffreddore, arriva di corsa un'ambulanza con una decina di persone che caricano il malato e tutti i familiariLoro rimangono in ospedale fin quando non si accerta che non è polmonite atipica. Per coloro che nei giorni scorsi sono scappati da Pechino o hanno lasciato la capitale anche solo per affari ?. scattato l'ordine della quarantena. «Mio cognato, appena ha saputo della Sars, è scappato nel suo villaggio d'origine, nello Hebei (la provincia intorno a Pechino) - racconta un'impiegata delle poste, Mei Lang - Qui, però, qando si è sparsa la voce che era tornato da Pechino l'hanno immediatamente chiuso in una stanza per una quarantena di 15 giorni. Ora mi ha chiamato chiedendomi di an¬ darlo a prendere e riportarlo qui. Ma non posso farlo: la polizia mi ha detto che se metto piede nel villaggio anch'io sarò obbligata alla quarantena». Così a Pechino la gente si rincuora, e spera che, sotto la ferrea vice premier Wu Yi, tutti gli ingranaggi della macchina organizzativa del Partito vadano a loro posto con la conseguenza di un calo di diffusione della Sars nelle campagne. Per il resto ormai dalla città non va via più nessuno. «Perché dovrei andarmene a questo punto? Se mi ammalo qui c'è la migliore esperienza per curarsi, altrove magari i medici ci mettono dei giorni per capire qual è la malattia», racconta Mei Lang. Intanto, ieri, sono state chiusi i karaoke, i cinema, i teatri; mentre i ristoranti, pur aperti vivacchiano con pochissimi clienti. L'allarme e l'organizzazione messa a punto nell'ultima settimana per arginare il male, confermano come nei mesi scorsi ci sono state mancanze che sono costate il posto al ministro della sanità e al sindaco di Pechino. «Non era tanto la questione che venissero nascosti i fatti, ma piuttosto si è scoperto che non avevano preso alcuna misura per fermare la malattia - è quanto emerge a Pechino -. Il ministro della sanità non aveva tempestivamente passato a Pechino le informazioni sulle esperienze fatte contro la Sars a Canton e non si faceva nulla contro il contagio». Erano stati designati quat¬ tro ospedali per la cura della Sars a Pechino, cosi se qualcuno stava male e andava in un altro ospedale i medici semplicemente gli dicevano: «Deve essere Sars, vai lì». Gli davano l'indirizzo e la persona prendeva l'autobus, o il taxi e ci andava, infettando i medici e gli altri passeggeri dei mezzi pubblici. Poi, all'ospedale, i malati di Sais erano tenuti negli stessi locali dei pazienti normali, né i medici o gli infermieri prendevano precauzioni. Questa gestione della città e dell'apparato sanitario ha fatto cadere i due potenti uomini politici, e oggi sta causando gli aumenti di malaii. -; Ora la Wu Yi cerca di chiudere ogni fessura. I corpi delle persone morte di Sars vengono bruciano immediatamente, le strade pulite da macchine spazzatrici comparse a frotte. Praticamente in tutti i luoghi chiusi, non appena si entra, si viene «colpiti» dall'odore di clorina. La televisione consiglia di tenere tutti i finestrini e le finestre aperte, e spiega che i treni o gli autobus, con il ricambio d'aria, sono più sicuri degli aerei, dove l'aria è a circolazione forzata. La gente sembra aver cominciato a convincersi che forse quijjneglio che in qualunque altro" posto, si hanno maggiori possibilità di guarire in caso di contagio. Se il numero dei nuovi ammalati non inizierà a ridursi entro i prossimi dieci giorni la Wu Yi sembra disposta a tutto pur di fermare la Sars, forse anche con un provvedimento drastico come consegnare tutti a casa per 15 giorni e far intervenire l'esercito per le strade per assicurare l'ordine. - Fra le iniziative della «zarina» l'ordine di lavare i vestiti tutti i giorni Le ambulanze adesso arrivano anche per un banale raffreddore «Prima non avevano preso alcuna iniziativa per bloccare l'epidemia Lasciavano andare in giro i malati in treno o in autobus diffondendo il virus» Metropolitana semideserta I dhesi restano a casa - - FOCOLAI PECHINO NIVERSITA' i L ; ^ ZONA CHIUSA PER QUARANTENA VILLAGGIO J OLIMPICO TEMPIO DEGLI ANTENATI ZOO PARCO J)ITAN JLgsm ^ parco: 3Me yuyuantan; PARCO LIANHUACHI TEMPIO BUDDISTA mmmcmK ! PROIBITA PIAZZA TIENANMEN ANTICO OSSERVATORIO LE ZONE COLPITE PARCO TIANTAN ' : ' -

Persone citate: Mei Lang, Sais, Wang Yi