Stop al film Ararat sull'eccidio armeno di Flavia Amabile

Stop al film Ararat sull'eccidio armeno PROBLEMA POLITICO O MANCA IL VISTO Di CENSURA? Stop al film Ararat sull'eccidio armeno Flavia Amabile ROMA Contrordine: l'ultimo film di Atom Egoyan, Ararat, con una decisione improvvisa e del tutto inaspettata, è stato ritirato dalle sale cinematografiche di tutt'Italia. Chi ieri si era fidato degli articoli pubbhcati su quotidiani e settimanali o aveva semplicemente dato una scorsa alle pagme degli spettacoli è stato costretto a cambiare programma. A vedere il film sono stati soltanto pochi fortunati ad esempio i torinesi 'che avevano scelto di andare allo spettacolo pomeridiano. Tutti gli altri si sono sentiti rispondere «ci dispiace, il film è stato sospeso. Problemi di censura. Forse sarà proiettato la prossima settimana». Qualche sala è riuscita a organizzare la proiezione di un film diverso, qualche altra ha semplicemente dato la giornata per persa e riprogrammato il calendario a partire da oggi. Strana storia, in cui nulla è chiaro. Per ritrovare un caso più o meno simile di film contestati bisogna risalire al 1998 quando nelle sale fu proiettato il film «Totò che visse due volte» dei registi Cipri e Maresco. Quella volta a muoversi furono gli ambienti cattohei che organizzarono picchetti finché la pellicola fu ritirata e fu necessaria una lunga e tormentata riunione della commissione d'appello del dipartimento dello Spettacolo per dare il via libera anche se con il divieto ai minori di 18 anni. Questa volta a essere infastiditi non sono i cattohei. Il film di Egoyan va a rinvangare una storia tormentata, quella degli armeni e del loro genocidio avvenuto tra il 1915 e il 1918. UnmiUone e mezzo di armeni furono massacrati dai Giovani Turchi, là triade che in quell'epoca aveva il potere sugli ùltimi brandelli dell'impero ottomano, nel corso di una pulizia etnica senza precedenti, la prima del Novecento, quella che avrebbe aperto la strada alle persecuzioni razziali di Hitler e a molte altre. Il film di Egoyan racconta per la prima volta tutto questo e racconta anche come la Turchia di Ataturk e quella attuale si siano rifiutati - e tuttora si rifiutino - di ammettere il ruolo svolto da Co¬ li regista Atom Egoyan stantinopoli. Non a caso il film, uscito in tutto il mondo, non verrà proiettato in Turchia. In Italia il lancio del film era stato programmato fin nei minimi dettagli da tempo. La società di distribuzione Bim aveva organizzato la consueta proiezione per la stampa in una sala di Roma. Settimanah, quotidiani, radio e televisioni avevano realizzato servizi e annunciato l'evento. Poi l'improvvisa cancellazione dalla sale di ieri. Che cosa sia accaduto in realtà è un mistero. Ufficialmente nessuno ha protestato. Ufficialmente la Bim si assume ogni responsabihtà. Valerio De Paolis, il patron, nega che vi sia stata alcuna pressione. «Abbiamo avuto solo un problema di avvicendamento dei visti di censura a causa delle festività. Purtroppo abbiamo presentato in ritardo il film alla commissione censura». Gh armeni però non sono d'accordo. «Non crediamo a questa versione-afferma gaghik Baghdassarian, ambasciatore della Repubblica d'Armenica in Italia - La Bim voleva lanciare il film nelle sale a marzo. Siamo stati noi a insistere per rinviare di un mese in modo da uscire in coincidenza con il giorno della memoria del genocidio. Penso che si tratti invece di un caso politico. Non è la prima volta che le testimonianze sul genocidio in Italia vengono bloccate. E' già accaduto quando organizzammo la mostra delle foto di Armin ,T.Wegner a Milano. Purtroppo si è ripetuto ora con il film di Egoyan e oggi l'Italia è il secondo Paese al mondo in cui la pellicola è stata bloccata. Il primo è la Turchia». Da parte turca negano ogni addebito. «Siamo contro il film di Egoyan - ammette il consigliere stampa dell'ambasciata turca in Italia - così come non accettiamo la tesi del genocidio. Ma neghiamo anche di avere qualsiasi relazione con la sospensione del film nelle sale italiane». Una conferma della linea tenuta l'anno scorso a Cannes: secondo i turchi il massacro non avvenne mai, oppure i morti non furono più di 500 e comunque erano vittime di guerra. Nel 1987 il Parlamento Europeo stabih per legge che quel massacro fu «un genocidio». li regista Atom Egoyan