«Decisiva la scelta dei permessi» di Emanuela Minucci

«Decisiva la scelta dei permessi» UNA GIORNATA NELLA «CITTÀ PROIBITA» ALL'OMBRA DEL CAMPIDOGLIO «Decisiva la scelta dei permessi» consigli da Roma, che per prima ha adottato il sistema reportage Emanuela Minucci Inviata a ROMA SA qual è uno dei modelli più venduta a Roma? La quasi tascabile Smart. E mica per ragioni di spazio: perché basta alzare il portel one dietro perché si alzi pure la targa. Così riesci a beffare come ridere le telecamere della Ztl, sa quante ne filmiamo ogni giomo? Guardi, è meglio non rivelarlo». Carlo, il vigile che di solito pattuglia via XX Settembre e dintorni, ha l'aria accaldata e una voce squillante. Altrimenti, i decibel che arrivano dal traffico ne vanificherebbero i ragionamenti. A Roma, più che Pasqua sembra Ferragosto e un terzo delle auto dice lui - «sono andate a saturare l'Aurelia per il lungo ponte del 25 aprile». Ciò nonostante, Carlo sembra un moderno Emesto Calindri preso d'assalto da sciami di motorini (a Roma sono 600 mila) e strombazzanti utilitarie. Ma non ci troviamo proprio sotto l'occhio della zona a traffico limitato? «Sì, ma tenga conto che per le due ruote c'è il via libera. Se l'assessore Di Carlo le avesse bloccate ci sarebbe stata la rivolta popolare: a Roma ci sono interi quartieri fatti di vicoli in cui il mezzo pubblico non riesce a passare. E con solo due linee di metropolitana, pensi lei come ci si può organizzare... l'unico modo per muoversi resta il motorino». E' questa la prima immagine che colpisce il turista-cronista alla ricerca di un paragone fra la Ztl capitolina e quella torinese che verrà concepita «a sua immagine e somiglianza». Fatte le debite distinzioni (come si deduce dalla tabella pubblicata sopra, è come paragonare un elefante a un topolino: Roma ha la Ztl più grande del mondo, intesa come territorio storico e artistico da tutelare), eppure, anche gli assessori al Traffico di Londra e Torino, prima di acquistare le «porte» si sono fatti un giretto sotto il Colosseo. La prima idea, di affidare a un occhio elettronico la selezione dei veicoli diretti in centro, venne, quattro anni or sono, all'allora sindaco di Roma Francesco Rutelli. Ma fu solo nei primi mesi dell'amministrazione Veltroni 1 ' ottobre 2001 - che il provvedi- mento diventò realtà. I primi mesi furono accompagnati da una mattanza di multe: «Molti ancora non lo sapevano - spiega l'assessore Di Carlo - arrivammo a fame 15 mila il giomo. Oggi quel numero si è ridotto a 6 mila di cui r830Zo è costituito da trasgressori non abituali che spesso non sono neppure romani». In Campidoglio sono soddisfatti della performance dei 22 occhi elettronici sparsi come sentinelle attorno ai 4 chilometri quadri del centro cittadino: «In un anno dice ancora l'assessore - lo smog si è ridotto del 20 per cento, mentre il traffico è diminuito del 15: le auto che entravano ogni giomo erano 90 mila fino al 30 settembre, poi sono di colpo scese a 70 mila». Fuori dal suo ufficio, specialmente i non residenti, si accaniscono contro il provvedimento, spiegando che è soltanto un modo per fare cassa: «In un anno - dice Giorgio Ciscioni, impiegato 42 anni, in sella a un motorino Piaggio il Comune incassa 2 milioni di euro soltanto dalle multe di chi entra nella Ztl abusivamente. E non parliamo poi di quanto costano cari i permessi». Già, i permessi a pagamento. Mentre a Torino hanno costi contenuti - attomo ai 25-30 euro - a Roma sono dieci volte più cari, con una media di 350 euro a permesso. Motivo? «Se non li facessimo pagare - spiega Di Carlo - saremmo al punto di prima. Ma sa quanti ministeri, enti o autorità aventi diritto al permesso risiedono nel centro storico?». Ma temiamo a spasso per la città, a scoprire dal vivo, vantaggi e criticità del provvedimento. Un taxista. Giro, 47 anni, di origine lucana ammette che le porte «sono utili anche perché aguzzano l'ingegno». Quando il tassametro segna quota 23 euro, azzarda una confessione: «Mio nipote ha girato per mesi con la targa sporcata ad arte dal fango. Sino a quando non l'ha fermato una pattuglia e l'ha addirittura minacciato di sequestragli il veicolo. E' accaduto a pochi metri dal tridente di vie auliche chiuse al traffico. Da quel giomo gira in motorino». A due passi da via Veneto assistiamo di persona al terzo trucco che Torino dovrà fare in modo di evitare: l'ingresso contro mano per non ritrovarsi a tu per tu con l'occhio della telecamera: «Sì, è vero lo fanno in parecchi - ammette sorridendo il comandante della sezione centro. Angelo Giuliani - ma quando li becchiamo sono dolori». La «balia dei 22 varchi elettronici» spiega che a volte sistema qualche vigile in borghese nei pressi delle porte, ma più spesso risparmia queste forze. Al di là della deferenza di superficie della Ztl torinese con quella romana c'è pure la questione orario: nella capitale dura dalle 6,30 alle 18, altro che le nostre tre ore mattutine. E poi, dopo le 18, che succede? «E' il cataclisma, sembra che l'ingresso in centro diventi all'improvviso uno status simbol» dicono due taxisti fermi al parcheggio di via Nazionale. «Ci resta poco meno di un'ora per concludere finalmente qualche affare» ribattono i commercianti di via Arenula. E mentre gli albergatori non si lamentano (i clienti arrivano tranquilli, perché ci pensano loro a inserire nella «White List» del Comune la loro targa) in Campidoglio riflettono su qualche errore commesso che potrà essere d'insegnamento a Palazzo Civico: «Abbiamo sbagliato a concedere il telepass ai disabili e l'obbligo dell'inserimento nella "lista bianca" ai clienti degli alberghi. Dovevamo fare il contrario, è più razionale» dice l'assessore Di Carlo. E conclude: «Ecco la cosa più delicata, caro Chiamparino: la questione dei permessi. Le critiche e gli elogi ti pioveranno addosso a partire da questa scelta». L'assessore ammette: «Qualche errore lo abbiamo fatto nelle scelte iniziali» Ma i dati parlano di una riduzione dei veicoli circolanti e dello smog I mille trucchi per evitare di ricevere un verbale: «Quante targhe sporcate con il fango» E alla fine dei divieti. un'ora di caos totale «Ormai il centro è uno status simbol» Roma ha solo due linee di metropolitana eun traffico nettamente più intenso rispetto a Torino UN ANNO DI MULTE Dati forniti dalla divisione Viabilità del Comune di Rom J INFRAZIONI J RIMOZIONE VEICOLI 1.047.568 24k6Ò3