Mezzo chilometro per morire di Claudio Laugeri

Mezzo chilometro per morire , i., :- A DÌSISRAZIA: Tifi SCHIACCIA UN'AUTO Mezzo chilometro per morire A Pralormo continua l'incubo degli incidenti Claudio Laugeri Cinquecento metri di rettilineo, ima pacchia per gli «smanettoni» o anche soltanto per gli «impazienti», categoria che annovera automobilisti e motociclisti stufi delle «code» cittadine e pronti a dare gas appena c'è imo spazio libero. Eccolo lo spazio: Pralormo, borgata Scarrone, una striscia d'asfalto in mezzo ai campi. I cartelli che segnalano il limite dei 70 chilometri l'ora servono soltanto per far riposare i corvi tra un volo e l'altro. Ieri mattina, su quel rettilineo due uòmini hanno rischiato la vita. Colpa di un automobihsta, che ha «stretto» troppo un Tir dopo il sorpasso. «M.i sono spostato sulla destra, per evitare quell'auto - ricorda Roberto De Murtas, 47 anni di età e da 27 al lavoro come camionista -. Il rimorchio è scivolato con le ruote di destra nell'avvallamento a lato della strada. Il Tir ha sbandato, ho cercato di "tenerlo", ma a pieno carico è impossibile». La parte finale del rimorchio è andata verso la cabina, quello che in' gergo i camionisti chiamano «manovra a portafogho». «Me lo sono visto arrivare addosso, ho tentato di ingranare la retromarcia, ma non sono riuscito a spostarmi» dice Bruno Cosati, 55 anni. Era alla guida della sua Renault «Sceme», usciva dalla stradina sterrata che collega la sua abitazione alla strada statale 29. Con lui c'era il cugino Mario Tartaro. Il Tir ha trascinato l'auto nel fossato lungo la strada, poi si è rovesciato sulla «Sceme». L'inclinazione del fossato ha consentito ai due di avere un po' di spazio nell'abitacolo. Senza quell'avvallamento, sarebbero morti. «E' andata bene, a me con un paio di contu- siom e a mio cugino con una spalla lussata e qualche costola incrinata» dice ancora Cosati. Ma il problema di quella strada resta. Sei mesi fa era toccato a un altro Tir, rovesciato all'uscita da una curva. Un anno fa, tre auto erano rimaste coinvolte in uno scontro frontale. «Vanno a velocità folli, abbiamo paura a camminare sulla strada. Lungo la statale ci sono anche le fermate del bus. Chi se la sente di attraversare?» dice Maria Gaeta, 60 anni, cognata di Cusati. In zona, poi, c'è anche il campo sportivo, con i ragazzini che vanno avanti e indietro per allenamenti e partite. Tutte potenziali vittime dell'«autodromo» di borga¬ ta Scarrone. «Abbiamo scritto tante lettere al sindaco e alla Provincia, ma nessuno ha risposto» dice Orsola Appendine, 54 anni, diventata un po' la paladina di questa lotta per la sicurezza. «Lo so, lo so, ma c'è poco da fare - dice con aria sconsolata il sindaco, Mario Moschietto -. Su tutta quella strada, la gente va a velocità pazzesche. Pensi che sorpassano pure in curva. E' un problema grandissimo, ma temo che non sia facile da risolvere. Abbiamo anche aumentato i cartelli segnaletici, senza successo». E soluzioni tipo bande rumorose oppure «autovelox»? «Guardi, le bande rumorose non servono - ribatte il primo cittadino -. Basta pensare ad autostrade e tangenziali, dove sono state sistemate vicino alle barriere. Le risulta che la gente rallenti? A me è capitato di vedere auto sfrecciare anche a 110 chilometri l'ora fino all'ultimo». Ancora: «Per gli "autovelox" la questione è diversa. La legge prevede che vicino all'attrezzatura ci sia una pattuglia e un'altra deve essere ferma più avanti per bloccare gli automobilisti e fare le contestazioni. Ma noi in paese abbiamo un solo vigile. Come potremmo fare?». Il rettilineo di borgata Scarrone è stato controllato un po' dal '95 al '99, quando il Comune di Pralormo affittava un «autovelox» da quello di Carmagnola. E poi? «Troppa burocrazia, troppe proteste e problemi giudiziari. La verità è che le istituzioni hanno "remato contro" soluzioni di questo genere» dice Moschietto. Un aiuto potrebbe arrivare dalla normativa del 2002 che prevede la possibilità di installare postazioni fisse di controllo della velocità senza la presenza di forze dell'ordine. L'elenco di queste strade, però, viene fatto dalla prefettura, su richiesta degli enti che hanno la responsabilità delle vie di comunicazione considerate «a rischio». «Su quella strada, la competenza è della Provincia. Abbiamo segnalato la necessità di controlli, ma nOn è stata inserita nell'elenco» dice ancora il sindaco. E comunque, installazione e controlli dovrebbero dipendere da un «Corpo» di polizia municipale, che a Pralormo non c'è. «Bisognerebbe consorziarsi con altri Comu. ni, ma non sempre è risultata una soluzione vincente» dice ancora il sindaco. «E' difficile fare interventi come i "dossi" per limitare la velocità, ci sono prescrizioni precise del codice della strada e bisogna anche garantire il miglior servizio possibile per i mezzi di soccorso» dice l'assessore provinciale alla Viabilità, Luciano Ponzetti. Così, il primo cittadino di Pralormo è passato a un approccio psico-sociologico: «Una variante del piano regolatore prevede un marciapiede protetto sul lato in direzione Torino. Il progetto deve essere approvato dalla Regione. Siamo in attesa». Dal 2000. E quell'opera non è neppure inserita fra quelle previste per il prossimo triennio. La «pista» di Pralormo rimane aperta. Due immagini della «Scenic» schiacciata dal Tir, il fosso ha salvato gli occupanti I PRECEDENTI Negli ultimi anni, sono stati tanti gli incidenti sulla strada statale che attraversa Pralormo. 11 dicembre 1998: muore l'avvocato Ennio Festa, dello studio Chiusane. Era passeggero sulla Lancia «K» guidata da un collega. L'auto è finita fuori strada, 1 urto è stato violento e Festa non ce l'ha fatta. 14 maggio 1999: un ragazzo di 14 anni è finito con il suo ciclomotore contro un trattore che attraversava la strada. Le sue condizioni sono state considerate subito gravi, i medici si sono riservati la prognosi per alcuni giorni. 19 febbraio 2000: un anziano ha perso il controllo del volante della propria auto ed è finito nella corsia opposta. L'autista di un furgone che arrivava in senso contrario non ha potuto evitare lo scontro frontale. 8 dicembre 2001 : un'auto è finita contro le case sulla curva di borgata Scarrone. Qualche giorno dopo, un'altra auto fa lo stesso. Non ci sono feriti gravi, ma chi abita in quelle case teme il peggio. 12 maggio 2002: scontro frontale con tre auto coinvolte. Una giovane è stata ricoverata in ospedale in prognosi riservata per traumi in varie parti del corpo. 10 settembre 2002: un camion si rovescia fuori strada, nello stesso punto (ma sul lato opposto) dove è avvenuto l'incidente di ieri mattina. 19 gennaio 2003: sulla strada di Pralormo ci sono due incidenti. Le conseguenze non sono di particolare gravità, ma le auto sono rimaste distrutte.

Luoghi citati: Carmagnola, Comune Di Pralormo, Pralormo, Torino