«Lavorare con Scola? Bello e non facile» di Armando Caruso

«Lavorare con Scola? Bello e non facile» PATRIZIA CIOFI, STASERA AL REGIO IN «COSÌ FAN TUTTE» «Lavorare con Scola? Bello e non facile» Armando Caruso TORINO «Così fan tutte, ossia la scuola degli amanti». Gioco delle parti, dissimulazione, voglia di trasgressione, delusioni d'amore e finalmente amori ritrovati, sono il sale del dramma giocoso in due atti di Mozart e Da Ponte, terza opera della trilogia italiana, andata in scena per la prima volta il 26 gennaio 1790 al Burgtheater cu Vienna. Ettore Scola debutta nella lirica: il teatro si affida a un grande regista cinematografico per continuare poi il progetto con Mario Momcelli nel 2004 («Le nozze di Figaro») e cori Gabriele Salvatores («Don Giovanni») nel 2005. Corrado Rovaris sul podio dell'Orchestra del Teatro Regio dirige un cast giovane ma già affermato; l'allestimento dopo il tentativo di Scola di cambiare il finale dell'opera inserendo l'aria della Contessa delle «Nozze di Figaro» - rientra nei binari dello spettacolo tradizionale, ma curato nei minimi particolari, soprattutto dal punto di vista psicologico. Il sipario su «Così fan tutte» si apre questa sera alle 20,30. Tra i protagonisti, Patrizia Ciofi, che sarà Fiordiligi. Signora Ciofi, che vuol dire lavorare con Ettore Scola? «Prima di tutto, desidero sottolineare che è la mia prima volta nel ruolo di Fiordiligi. Non ho mai cantato in "Così fan tutte" e debuttare qui al Regio, teatro in cui sovente sono ospite, mi inorgoglisce. L'esperienza con Ettore Scola, straordinario analista del costume italiano, non è stata facile, perché npn è abituato ai ritmi dell'opera lirica. Il nostro modo di lavorare - per tante ragioni è più serrato, più concentrato. Eppure è stata un'esperienza Patrìzia Ciofi bella, folgorante anche per il maestro, che ba colto in ogni nostra espressione il desiderio di migliorare la recitazione. Il suo intervento su ogni cantante, e ci sono ben due cast, si è svolto con certosina passione. Lo spettacolo, pur nel solco della tradizione, a me pare molto bello. È stata un'esperienza che segnerà la mia interpretazione, perché debuttando nel ruolo, ho assorbito tutti i suoi suggerimenti». Che ne pensa dell'idea di Scola, ampiamente discussa in teatro, di modificare il finale dell'opera, di renderlo più malinconico? «Sinceramente, credo che Scola avesse avuto l'idea, del tutto legittima, di "firmare" lo spettacolo, che volesse dare un segno distintivo al suo lavoro. Ma è pur vero che il finale dell'opera giustamente scoppiettante di "Così fan tutte", come del resto di tutte le opere mozartiane, contiene già in sé un velo di sottile, ironica malinconia. Non c'è parola in Mozart-Da Ponte che non avesse sottintesi, doppie intenzioni. In ogni finale, poi, c'è sempre una morale. Cambiarla sarebbe equivalso a snaturare l'opera. Alla fine ha prevalso la suprema ragione mozartiana». In scena questa sera al Regio ci saranno anche Laura Polverelli (Dorabella), Nicola Ulivieri (Guglielmo, ufficiale, amante di Fiordiligi), Jeremy Ovenden (Ferrando, ufficiale, amante di Dorabella), Giovanna Donadini (Despina, intrigante cameriera)e Don Alfonso (vecchio filosofo e tessitore della burla ai danni della doppia coppia di fidanzati). Le scene sono di Luciano Ricceri, i costumi di Odetto Nicoletti. Maestro del Coro è Claudio Marino Moretti, l'orchestra quella del Regio. Patrìzia Ciofi

Luoghi citati: Torino, Vienna