Elizabeth Taylor, la signora che recitava con la penna di Masolino D'amico

Elizabeth Taylor, la signora che recitava con la penna Elizabeth Taylor, la signora che recitava con la penna Masolino d'Amico Ef LIZABETH Taylor era una «signora molto elegante e molto riservata che nacque nel 1912 e morì nel '75. Era stata allieva dell'Abbey School di Reading dove a suo tempo aveva studiato Jane Austen, e più tardi era entrata in contatto con Ivy Compton Bumett, entrambe scrittrici con cui avrebbe avuto qualcosa in comune. Non si sta parlando, ovviamente, della celebre star del cinema, ma dell' omonima autrice di dodici romanzi e un paio di raccolte di racconti, usciti a partire dal 1945. Questa Elizabeth Taylor (nata Coles) si occupò della buona società britannica, diciamo della classe medio-alta, di dopo la guerra, ossia di persone e di un periodo tutto sommato poco stimolanti, il che potrebbe farla considerare, ormai, superata; ma sarebbe un giudizio superficiale. In realtà la Taylor, che era stata iscritta al Partito Comunista negli anni trenta e che sarebbe sempre rimasta vicina al Partito Laburista, osserva le sue signore bene, i suoi professionisti mediocri, i suoi artisti di mezza tacca, con una penetrazione che U rende plausibili, e con un umorismo impassibile che garantisce la sua imparziabtà; inoltre lo stile è secco e economico, figure e ambienti sono evocati con pochissimi tratti essenziab. Non per nulla dopo un periodo di relativo oblio quasi tutti i suoi libri sono stati ristampati dalle femministe della Virago Press. Un suo tema caratteristico è la caparbietà con cui le persone illudono se stesse. Angel (1957), Militante comunista è sempre stata vicina ai Laboristi. Nei suoi osserva le signore bene gli artisti di mezza tacca e li rende plausibili con un umorismo impassibile per esempio, contiene il ritratto di una scrittrice popolare convinta dei nauseabondi sentimentalismi che le sgorgano dalla penna, ma incapace di rendersi conto del proprio snobismo e della propria arroganza. Quanto alla protagonista di La gentilezza inpersona (1964), il romanzo scelto da Giano per presentare, meglio tardi che mai, la Taylor al pubblico itabano (pp. 278, 1 14; eccellente traduzione di Delfina Vezzoli) : Flora è una bellissima, bionda, soave giovane sposa e poi madre, irradiante, o almeno così crede, calore e positività, mentre in realtà nuoce a coloro che si picca di proteggere. La commedia spiritosa e cattiva si svolge durante alcune stagioni in un cosiddetto villaggio, ossia una zona della Londra suburbana non proprio alla moda ma nemmeno disperatamente periferica, tra i cui abitanti sono, oltre a Richard paziente marito di Flora, un giovane inetto fratello della migbore andcb di Flora e che quest'ultima quasi rovina incoraggiandolo a cerca¬ re di fare l'attore; il padre di Richard, vedovo che commette l'errore di ufficializzare la sua vecchia relazione sposandosi e quindi riscoprendo tutti gli inconvonienti della convivenza forzata; Patrick, scrittore gay alle prese col proprio scarso successo e con le incomprensioni del ragazzetto di cui è infatuato; una vigorosa pittrice bohémienne; e Elinor, moglie trascurata di un tronfio commediografo e statista, la cui timida, innocente amicizia con Richard viene frustrata dalla furiosa gelosia di Flora, contro l'imposizione della cui perfezione nessuno osa ribellarsi. I caratteri sono osservati con tanta intelligenza, e il giudizio morale non formulato si manifesta con tanta persuasività, da far sperare che il recupero della Taylor non si fermi qui. OMONIMA DELL'ATTRICE, HA RACCONTATO L'INGHILTERRA DEL DOPOGUERRA. UN SUO ROMANZO ARRIVA FINALMENTE IN ITALIA

Persone citate: Coles, Delfina Vezzoli, Elizabeth Taylor, Jane Austen

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Londra