Foggia «blindata» contro la guerra fra dan

Foggia «blindata» contro la guerra fra dan DOPO L'AGGUATO A UN AFFILIATO DEL BOSS SINESI SPARATORIA IN UN'AGENZIA DI POMPE FUNEBRI Foggia «blindata» contro la guerra fra dan Dopo i due omicidi alla vigilia di Pasqua il ministero invia 100 poliziotti e carabinieri. Questore vieta funerali pubblici Anna Langone FOGGIA Il sindaco chiama, il ministero dell'Interno risponde: oltre cento tra poliziotti e carabinieri arriveranno oggi a Foggia per intensificare il controllo del territorio. Lo ha reso noto il prefetto Fabio Costantini, dopo i due agguati mortali avvenuti in città alla vigilia di Pasqua. A presidiare strade e piazze, dove ormai si spara tra la folla anche in pieno giorno, saranno i carabinieri della Compagnia d'intervento operativo di Napoli e gli agenti del Reparto prevenzione e crimine di Bari. Sabato sera, dopo il secondo omicidio della giornata, è stato il sindaco Paolo Agostinacchio ad invocare l'arrivo dell'esercito, per fronteggiare la nuova guerra tra clan esplosa da alcuni mesi. Non è la prima volta che Agostinacchio chiede di potenziare gli organici delle forze dell'ordine, ma dopo gli omicidi avvenuti sabato, a poche ore di distanza l'uno dall'altro, il sindaco, che li ha definiti «fatti molto gravi», ha ritenuto necessario ribadire con forza la richiesta. Il primo cittadino si è detto preoccupato per l'eventuale ripetersi di sparatorie che possono coinvolgere innocenti, come è già accaduto nel '99, quando un pensionato venne ucciso per sbaglio in un bar, dove c'era un pregiudicato, vittima designata dell'agguato. Per gli inquirenti anche il giorno di Pasqua è trascorso al lavoro, tra un vertice tenuto domenica mattina in procura e poi la riunione, in prefettura, del comitato per 'ordine e la sicurezzapubljUca. La nuova fase della guerra tra clan è esplosa sabato mattina: al quartiere Candelaro è stato ucciso con un colpo di pistola Michele Quinto, 39 anni, ritenuto personaggio di spicco della società vicino al clan del boss Roberto Sinesi. I killer lo hanno raggiunto appena uscito da casa, gli hanno sparato mentre era a bordo del motorino. Sabato sera, a poche ore di distanza, l'altro agguato. La vittima è Francesco De Luca, 40 anni, colpito da numerosi proiettili al capo e al torace mentre si trovava in un'agenzia di pompe funebri. Nella sparatoria è rimasto leggermente ferito Luigi Perdonò, anche lui di 40 anni. Secondo gli investigatori l'agguato nell'agenzia di pompe funebri sarebbe la risposta all'omicidio di Quinto compiuto dal clan emergente che si contrappone a quello storico dei Sinesi. Michele Quinto era stato arrestato nel '95, durante l'operazione «Day before»: era accusato di mafia, droga e detenzione abusiva di armi ed era stato condannato dalla Corte d'Assise di Foggia a ventinove anni e sei mesi di reclusione, poi ridotti in appello a sedici anni. Secondo gli inquirenti, l'omicidio di Quinto potrebbe essere riconducibile anche agli agguati dell'estate scorsa ed è il segnale di una ripresa della guerra tra clan, confermata già in alcuni recenti episdi: il 31 marzo scorso, quando venne ferito un pregiudicato a colpi di fucile, e il primo aprile, quando è stato gambizzato un giovane impiegato in una cooperativa sociale. Nell'ambito dei controlli scattati dopo i due omicidi, due persone sono state arrestate e numerose armi sequestrate: in manette sono finiti la scorsa notte lo studente foggiano Alessandro Moffa, di 23 anni, e un diciassettenne. I due, tuttavia, non avrebbero nulla a che vedere con gli omicidi e con gli ultimi agguati. In attesa dell'esito delle autopsie, il questore di Foggia, Domenico Masi, ha intanto vietato lo svolgimento dei funerali pubblici per De Luca e Quinto: la misura si è resa necessaria per prevenire problemi di ordine pubblico. I magistrati che indagano sui due omicidi hanno trasmesso tutta la documentazione alla Procura distrettuale antimafia di Bari. Controlli a Foggia dopo l'ondata di violenza che ha sconvolto la città

Luoghi citati: Bari, Foggia, Napoli