«Per l'eliski non si doveva avere alcun piano di volo» di Gianni Bisio

«Per l'eliski non si doveva avere alcun piano di volo» «Per l'eliski non si doveva avere alcun piano di volo» Gianni Bisio Non era necessario alcun «piano di volo» per l'attività di eliski, che lo sfortunato pilota Aldo Saglia svolgeva a Sestriere con l'Ecureuil AS 350 B2 di proprietà dell'Air service center di Santa Maria della Versa, Lo conferma il comandante Carlo Tipaldi, o^gi ispettore dell'Enac, l'Ente nazionale dell'aviazione civile, già ufficiale elicotterista nei carabinieri e, per un breve periodo, pilota privato, «Quando si opera in un'area nella quale non ci sono possibilità di mettersi in contatto con gli organi di controllo del volo, le torri, non è richiesto alcun "piano" preordinato; lo stabilisce un decreto del 10 marzo 1988», spiega il comandante Tipaldi. In questi casi è necessario solo che il pilota informi della costituzione di un'«aviosuperficie», cioè di un punto di atterraggio e decollo, la Direzione della circoscrizione aeroportuale di competenza (per il Sestriere si tratta di Torino-Caselle) dichiarando il luogo di partenza e gli eventuali punti di arrivo. In sostanza l'area coperta dall'attività di volo, che è concessa dall'alba al tramonto solo in presenza di visibilità buona non utilizzandosi radioaiuti, ma basandosi esclusivamente sul volo a vista, E Aldo Saglia conosceva bene tutta la zona in cui volava da anni. Contemporaneamente, sempre secondo il decreto, deve essere avvertita della costituzione di un'aviosuperficie l'autorità di pubblica sicurezza competente per territorio, in questo caso il comando dei carabinieri di Sestriere, Cose che il pilota Aldo Saglia aveva regolarmente fatto. L'elisuperficie autorizzata era quella denominata «Principi» sulla strada per Sauze di Cesana, area attrezzata anche con una manica a vento che non veniva usata solo come base per l'eliski, ma anche per il soccorso in pista e per il lavoro aereo in appoggio alla manutenzione degli impianti di risalita. Era necessario avere a disposizione le previsioni meteo per volare? «In questi casi - dice il comandante Tipaldi - ci si informa sulle previsioni generali, ma essendo molto ristretta l'area operativa è la micrometeorologia locale ad essere importante. E questa deriva dalla sensibilità e dalla conoscenza dei luoghi che ha il pilota. Una cosa è sicura: non si deve andare dove non si vede». E' forse il punto chiave dell'inchiesta conoscere in quali condizioni di visibilità si è verificato l'incidente. Saranno le testimonianze, in particolare quella dell'unico sopravvissuto, Ernesto Pilotti, a stabilire le circostanze il cui sabato l'elicottero dell'Air service center ha operato. C'era o non c'era la nebbia alla Punta Ciatagnera? Era adatto l'Ecureuil AS 350 B2 al volo in montagna? Il comandante Tipaldi non ha dubbi: «E' una macchina di una famiglia nuova, costruito dalla Eurocopter, che sostituisce il vecchio e glorioso Alouette: nulla da dire per l'impiego che se ne faceva». Normalmente il velivolo ha sei posti: due davanti e quattro dietro. Ma nell'Ecureuil caduto ne era stato ricavato un settimo davanti, aggiungendo una panchetta predisposta in un apposito kit. Il motore, 732 cavalli, era più che sufficiente a portare a quella quota il peso di sette persone, più zaini e sci.

Persone citate: Aldo Saglia, Carlo Tipaldi, Ernesto Pilotti, Tipaldi

Luoghi citati: Santa Maria Della Versa, Sestriere, Torino