«Erano tutti amici delle nostre montagne» di Amedeo Macagno
«Erano tutti amici delle nostre montagne» LE VITTIME ERANO MOLTO CONOSCIUTE, COMPAGNI DI ESCURSIONI E DI TANTE SERATE D'INVERNO «Erano tutti amici delle nostre montagne» il giorno del dolore nelle valli olimpiche per la tragedia dell'elicottero Amedeo Macagno Alle nove di. sera, la luce delle fotoelettriche puntate sulla montagne crea un muro artificiale di nebbia e ghiaccio. Le guide alpine raccolgono gli zaini e lasciano il campo base di Sauze di Cesana. Torneranno oggi all'alba. E domani, con ogni probabilità. Le previsioni meteo parlano di brutto tempo, «se tutto va bene porteremo i corpi a valle solo il giorno di Pasquetta», piange e si dispera un ragazzone alto due metri. I soccorritori tornano a casa per qualche ora di riposo. C'è chi ha casa a Sestriere, chi a Oulx, Clavière, Bardonecchia. Tutti in questa valle che oggi si sente la maledazione addosso. Il sindaco-farmaciata di Sestriere, Francesco Jayme, quando esce dalle caserma dei carabinieri neanche trova le parole per commentare quello che è successo. Fatalità? Disgrazia? No no, molto di più. Racconta che li conosceva bene, quelli che stavano sull'elicottero precipitato tra la Val Thuras e la Valle Argentiera: il pilota Aldo Saglia («Quante volte l'ho visto decollare e atterrare sulla pista accanto alla bighetteria»), la guida Mario Perona, l'avvocato Catalano («Proprio l'altro giorno, in farmacia....»), quel Carta che scriveva libri di sci e si firmava «fiocco di neve». E anche gli altri, la Muratore, l'Ernesto Pilotto, che ora è ricoverato al Cto di Torino... «Mi dica: se la caverà?». Dire che la Val di Susa è sconvolta è poco. Il mondo sembra essersi fermato ieri subito dopo pranzo, intomo all'1,30 del pomeriggio, quando le prime notizie hanno cominciato a farsi largo tra la massa dei turisti che erano saliti a festeggiare l'ultimo ponte sulla neve, ignari di tutto. Notizie all'inizio contraddittorie e confuse, poi, via via che passava il tempo, dolorosamente precise. Nelle case e dentro i bar, nei negozi e lungo le piste di sci, la gente ha smesso di fare quello che faceva e si è attaccata ai cellulari, come se su quell'elicottero potesse trovarsi chiunque, un parente, uri vicino di casa, un conoscente. «Oggi è una giornata di lutto» dice il sindaco Jayme, e non parla solo della sua Sestriere, ma di tutti questi paesi di montagna piombati di colpo nell'atmosfera cupa dell'angoscia e nel dolore. Nell'ufficio informazioni di Cesana c'è un uomo che piange. E' imo che Mario Perona lo conosceva bene. Come Marco Degani, guida anche lui, che con lo sguardo perso nel vuoto, dice: «Domani vado a raccoglierli». Loro, le vittime, passeranno la notte lassù, al gelo dei 2500 metri di quota, sotto questi fiocchi che adesso scendono vaporosi e leggeri e in un attimo ricoprono ogni cosa. In una situazione normale, si sarebbe detto che venivano a benedire ima stagione eccezionale, di quelle che non voghono finire. Una stagione da record. Ma stasera no. Questa neve di aprile non è altro che l'ultima maledizione scesa a sconvolgere una valle segnata a vita da un sabato di morte. Il sindaco di Sestriere «Non è una disgrazia per noi è molto di più Ditemi: almeno Ernesto riuscirà a cavarsela?» Mario Perona, aveva scelto di fare la guida alpina: «Era un vero professionista della montagna» Pzwcdnmmotm
Persone citate: Aldo Saglia, Catalano, Ernesto Pilotto, Francesco Jayme, Jayme, Marco Degani, Mario Perona
Luoghi citati: Bardonecchia, Cesana, Oulx, Sauze Di Cesana, Sestriere, Susa, Torino
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