Crespo è un avvoltoio «lo credo nei miracoli»

Crespo è un avvoltoio «lo credo nei miracoli» L'INTER VINCE IN EXTREMIS E RESTA IN CORSA, ILMILAN CADE ED ESCE DI SCENA Crespo è un avvoltoio «lo credo nei miracoli» Giancarlo Laurenzi Inviato a BRESCIA Crespo, incisore della flebovittoria a 25 secondi dalla fine, ha ammesso saccheggiando il significato della Pasqua, che «se non miracolo, è stato qualcosa di molto simile. Però è difficile ritrovare la forma giocando 10 minuti a partita». Quando un argentino (Cuper) ha tolto un uruguagio appisolato (Recoba) per inserire un altro connazionale (Crespo, appunto) e godere, lì davanti, di una boa ingombrante anziché del frugoletto Alvaro, mancavano appena 10 minuti e la situazione era in equilibrio nonostante il Brescia godesse da 46 minuti di un uomo in più e avesse più intenzioni minacciose verso il risultato di parità rispetto al nemico, che quel pari avrebbe volentieri firmato. Serviva qualcosa di irrazionale e improvviso (come la rete di Schopp, annullata per dubbio fuorigioco al 9'pt) e i più credevano che l'unico lampo potesse arrivare dai piedi di Saggio che - palle perse a parte - si era divertito a mettere i compagni davanti a Toldo (casi accertati, almeno 4). S'era arrivati a quel crocevia camminando lungo un sentiero tortuoso, fatto di ripicche e gomitate, di espulsi celebri e grevi proteste, di sostituzioni contestate (Conceicao, inequivocabile il suo «testa di e...» verso Cuper) e cambi che producevano effetto contrario rispetto alle intenzioni (Mazzone toglie Pisano per Tare per vincere e invece ingolfa la squadra e perde). Il Brescia ha giocato meglio in parità numerica, fino a quando (34'pt) Cristiano Zanetti non ha gradito l'ammonizione mostratagli da Farina (era diffidato), spiegandogli dove avrebbe dovuto passare l'indomani («vaff...). Farina, che considera la sua persona come la mucca in India e identico trattamento riservò a Panucci in Roma-Modena, ha subito trasformato il cartellino da giallo in rosso. Mazzone s'è sbilanciato: Tare accanto a Toni in attacco, fuori Pisano, Baggio dietro le punte. Cuper non ha atteso l'intervallo per rispondere: fuori Conceicao, dentro Adani e difesa a 3 con Javier Zanetti e Pasquale spostati in linea con Dalmat più Emre, centrali di metà campo. Il Brescia aveva una nuova opportunità al 45', ma Toni, liberatosi dalle catene di Materazzi, deponeva a lato l'uovo. L'Inter non aveva mai tirato in porta, in assenza di attaccanti: Batistuta confermava l'inutili¬ tà del suo acquisto invernale, Recoba faticava anche a battere i calci d'angolo. Quando - passato l'intervallo - Cuper toglieva l'ex Re Leone per regalare a Vieri lo spicchio di partita promessogli (ma Bobone avrebbe gradito iniziarla), l'Inter ritrovava stimoli e un punto di riferimento e lo stesso Recoba dava segnali di vita saltando frotte di nemici prima di concludere lo slalom con un sinistro radente il palo ( 11'st). Vieri aveva deciso di spaccare la partita da solo e quando Bilica gli ha fatto capire che prima doveva spaccare lui, Bobone lo ha preso in parola: prima una serie di insulti e di pestoni, poi un'entrata da killer con gomi¬ tata annessa, infine la testata (in risposta a un corto gancio del difensore brasiliano) casualmente a vuoto che Farina sanzionava con l'espulsione (al pari di Bilica), punendone l'intenzione (18'). Cuore e orgoglio, l'Inter si compattava in un amen. Poco spazio tra le linee, squadra corta e svelta nei raddoppi, anche Dalmat ed Emre alzavano l'argine mentre Materazzi e Gamarra non concedevano che briciole, gendarmi di giornata a differenza del compagno Adani, balbettante terzino sul lato del quale Mazzone chiedeva di puntare le incursioni. Dalla trincea invece usciva Zanetti l'argentino, invasato capitano. Faceva di tutto e per tutti: terzino, ala, mediano, rifinitore, centravanti. Cuper intuiva che qualcosa poteva ancora cambiare e sceglieva: via Recoba (alla fine furioso: «Qualcuno non mi vuole più a Milano»), dentro Crespo. Zanetti prima gli serviva un bijou sottoporta, ma l'altro alzava sbilenco (42'); poi recuperando un tiro del connazionale - spingeva in porta trovando il corpo di Del Nero a rimandare indietro, il portiere Sereni già a terra. Crespo, un avvoltoio. S'avventava sulla palla, gonfiando la porta sguarnita. La serie del Brescia si inceppava al 17D colpo. Mazzone non scartava l'uovo di Pasqua, sicuro di trovarlo sodo. L'argentino sostituisce Recoba e a 25 secondi dalla fine segna il gol della vittoria a Brescia salvando la panchina del suo allenatore Baggio 8* C. battuti dopo 16 risultati utili OHMm (3-5-1-1) f* Sereni 6; Petruzzi 5, Bilica 5, Pisano 5,5 (42'pt Tare 5,5); Martinez 6,5, Schopp 6 (23'stMareco 5), Appiah 6,5, Matuzalem 6, Serie 6 (35'st Del Nero sv); Baggio 6,5; Toni 5,5. Ali.: Mazzone 6 (4-4-2) Toldo 6,5; J. Zanetti 7,5, Gamarra 6,5, Materazzi 7, Pasquale 5,5; Conceicao 6 (44'pt Adani 5,5), C Zanetti 5, Dalmat 6, Emre 6; Batistuta 4(1'st Vieri 5), Recoba 5,5 (35'st Crespo 7). Ali.: Cuper 6 Arbitro: Farina 5 Reti: 48' st Crespo. Espulsi: 34' pt C. Zanetti, 18' st Bilica e Vieri. Ammoniti: Pisano, Toni, Appiah, Serie, Pasquale. Spettatori: paganti 12.930 per un incasso di 305.855 (abbonati 9100 per una quota di 146.700). L'argentino Hernan Crespo esulta dopo aver ottenuto a una manciata di secondi dalla fine la rete della vittoria a Brescia

Luoghi citati: Brescia, India, Milano, Modena, Roma, Scena