Dalla Sfinge al Gange rebus della memoria di Alexander Stille

Dalla Sfinge al Gange rebus della memoria UN LIBRO AL GIORNO Dalla Sfinge al Gange rebus della memoria Elena Loewcnthal ^ LA scrittura imprime il passato, ne modella la nostra percezione. Certamente non solo questa, ma è fuor di dubbio che l'invenzione della parola scritta ha foggiato una diversa percezione del tempo trascorso. L'archivio dell'era contemporanea, d'altro canto, includerà elementi nuovi, più mobili dei caratteri alfabetici: suoni, immagini, voci e supporti la cui tenuta nel tempo è però ancora tutta da sondare. La percezione del passato non è però soltanto un fenomeno dell' umanità. E' anche e soprattuto un'interpretazione della realtà e del presente. La cultura cinese ha un concetto di copia e originale per noi strano: la conservazione e il rispetto della tradizione si manifestano , non nel puntiglioso e discreto restauro, particolare dolo particolare, bensì attraverso a riproduzione di esemplari siano essi statue monumentali o componimenti poetici - il più simi i se non in tutto identici agli originali di centinaia d'anni fa. Quel che nel nostro contesto sarebbe definito un «falso», diviene qui il tramite necessario fra passato e presente. Gli abitanti di Kitawa, un'isola della Papuasia, invece, non hanno mai usato la scrittura né per comunicare né per ricordare. La loro tradizione di parole, danze e colori, si è trasmessa oralmente per centinaia di anni: di generazione in generazione, la vita significava soprattutto apprendere ri¬ tuali, storie magiche, ma anche l'arte non meno magica di costruire canoe. Poi, qualche anno fa, sull'isola arrivò un antropologo italiano, Giancarlo Scoditti, che a forza di ascoltare e vedere è diventato l'ultimo custode di una tradizione tanto tenace quanto fragile: la gente di Kitawa incominciò a dimenticare poco dopo essersi accorta che qualcuno era venuto a ricordare per conto loro. Questi ed altri casi di «vissuto» del passato sono raccontati nel libro di Alexander Stille: un'indagine dentro memorie le più disparate e discordanti fra loro, per capire come la storia trascorsa abita nel presente e aiuta a costruire il futuro - o lo arresta, lo scavalca. Si parte dalla Sfinge, enigma antico ma friabile, e da ciò ch'essa rappresenta per l'archeologia e per certe attuali dottrine mistiche un po' all'acqua di rose. Si giunge al Gange, il fiume sacro dell'India: che cosa significa preservarlo, depurarlo, trattenerne il culto ma anche un rispetto tutto laico? «Cambieremo quanto è necessario», risponde al fiume il mahant, autorità religiosa nonché ingegnere intento a studiare le «reazioni» del fiume. E poi il Madagascar, dove la conservazicie ecologica di un patrimonio ambientale unico al mondo si scontra con le esigenze quotidiane di una vita ai margini della povertà. E la Roma di un latino che padre Reginald Poster considera tutt'altro che una lingua morta. Il filo conduttore che guida queste ed altre esplorazioni di Stille è la ricerca dentro un'idea di passato che non è mai uguale a se stessa e comporta sempre nuove questioni, nuove sfide materiali e mentali. Alexander Stille La memoria del futuro Mondadori 339 pagine, 18 euro

Persone citate: Alexander Stille, Giancarlo Scoditti, Reginald Poster, Stille

Luoghi citati: India, Madagascar