Cade relicottero degli sciatori, schianto a 3 mila metri di Lodovico Poletto

Cade relicottero degli sciatori, schianto a 3 mila metri SESTRIERE, LA SCIAGURA PROBABILMENTE CAUSATA DA UN BANCO DI NEBBIA Cade relicottero degli sciatori, schianto a 3 mila metri Sei morti e un ferito tra le Valli di Thures e dell'Argenterà Lodovico Poletto inviato a SESTRIERE «Aldo, Aldo, mi riesci a sentire. Aldo, rispondi, passo...». Gracchiava forte, ma senza risposte, la radio di Daniele, alle 11, ieri mattina. «Aldo, dove sei, rispondi, passo...». C'erano le prime nubi scure sulla valle dell'Argenterà a quell'ora, E sulle piste della via Lattea, a Sestriere, c'era ancora una folla di sciatori. Ancora non si sapeva nulla dell'elicottero caduto a poche decine di metri da punta Ciatagnera, un picco che supera i 3 mila metri, tra le valli di Thures e dell'Argenterà. Ancora non si sapeva nulla dei sei morti e di quell'unico superstite, steso sulla neve ad aspettare soccorsi. Non si sapeva, ma Daniele Brunati già sospettava, per quel silenzio radio - così inspiegabile e assurdo dell'elicottero che aveva visto decollare neanche un'ora prima: «Dovevo andare con loro, ma c'era già troppa gente...». Soltanto tre ore più tardi si comprenderà, finalmente, cos'è accaduto. L'elicottero della Air Center Service di Arena Po, in provincia di Pavia, che da Sestriere stava portando in quota quattro sciatori, appassionati di fuoripista, e una guida alpina era caduto neanche mezz'ora dopo il decollo. Uno schianto contro le pareti di quella montagna, ancora copertadineve. Una botta che ha ucciso sul colpo il pilota. Aldo Saglia, 31 anni, di Pianezza, la guida alpina di quella gita fuoripista, Mario Giorgio Perona, 38 anni, di Cesane e quattro sciatori di grande esperienza: un avvocato torinese ma residente a Sestriere, Paolo Catalano, 66 anni, e con lui Doretta Muratore, 51 anni, imprenditrice di Torino, Anton Giuseppe Barberi, 56 anni, agente di commercio di Torino e Luciano Carta, 59 anni, professsore e scrittore, di origini torinesi. Con loro anche l'uomo che, soltanto un miracolo, ha fatto scampare alla morte, Ernesto PDotti, 70 anni, torinese pure lui, imprenditore. Adesso è all'ospedale Cto di Torino. Ha fratture e ferite. Lo hanno raccolto sotto choc. L'operazione di soccorso scatta verso le 13, quando dal centro di Poggio Renatico, nel Lazio, viene captato il segnale di Sos, lanciato dal sistema di localizzazione dell'elicottero. Il «Cospas - Sarsat», un sofisticato programma di rOevazione delle coordinate che svela per la prima volta dov'è finito quell'Eurocopter Ecoureil scomparso da radar e rilevatori ormai da più di 3 ore.. La prima indicazione lo localizza in alta vai Pellice, sul monte Vandalino. E la macchina dell'emergenza si mette in moto. Quelli del soccorso alpino di Sestriere, però, non credono che Aldo Saglia e i suoi passeggeri siano finiti così lontano, in ima valle adiacente alla Val di Susa. E si organizzano in modo diverso. Alle 14, AB412 del soccorso alpino con pilota, medico e due soccorritori, che la montagna la vivono da sempre, si alza in volo. Loro sapevano, grazie a Daniele Brunati, che i cinque turisti erano diretti a Punta Ramiere: una meta classica del fuoripista, un picco che in infilata regala dopo un'ora di discesa la suggestiva veduta del vallone di Thures. E hanno esplorato quella zona. Trenta minuti di speranza, ppi il pilota ha indicato alle guide un un mucchio di rottami, 100-200 metri più in basso. Il pilota ha planato più viciro che poteva. Tra le lamiere, ancora vivo, c'era Pilotti. Gli altri corpi erano a 10-15 metri di distanza. Alberto Bolognesi, vice responsabile del soccorso alpino di Susa ed Eraldo Bergeretti, capo del soccorso alpino di Torino l'hanno imbragato e issato a bordo. Eraldo è tornato sul velivolo, Bolognesi è rimasto lì, accanto ai corpi senza vita di pilota e guida, suoi amici da sempre, ad aspettare il prossimo giro. Che non è mai arrivato. Il tempo è improvvisamente peggiorato. Nebbia in quota e neve a Sestriere: impossibile salire lassù a recuperare Bolognesi. Impossibile anche per gli uomini del soccorso alpino che, poco prima delle 17, tentano un ultimo attacco alla montagna. Si arrendono dopo un'ora di marcia, dal punto nel quale l'elicottero li ha sbarcati. Bolognesi, con un telefonino, manda un messaggio alla moglie : «Dormo qui, in una buca. Non preoccuparti. Va tutto bene. Ti amo...». Alle 17, nel campo base di Sauze di Gesana, pompieri, rocciatori del soccorso alpino, e carabinieri si arrendono. Bolognesi deve restare lassù da solo,tutta la notte. Al recupero delle salme delle altre vittime si penserà oggi, tempo permettendo. Nella caserma di Sestriere, il tenente Andrea Fabi, riceve i parenti delle vittime, gli amici, risponde alle decine di telefonate che arrivano nella caserma dei carabinieri. L'altro ufficiale arrivato a dargli una mano, il capitano Angelo Lane, parla con un conoscente dei quattro sciatori morti. Parole di con¬ forto che, però, non nascondono la verità: «Perchè in casi come questo è meglio non illudere nessuno...». L'ingegnere dei pompieri, Vincenzo Bennardo, già pensa al recupero delle salme: «Oggi mandiamo un gruppo di soccorritori e un elicottero. Speriamo che il tempo ci aiuti». Alle 20, Sestriere è sotto la neve e c'è un vento gelido come non si sentiva da giorni. Il bar Aldo ha chiuso da mezz'ora, un'amica del pilota trattiene a stento le lacrime con un gruppo di ragazzi che si occupano di soccorso pista sulla Via Lattea. Un uomo con baffetti e giaccone sportivo di colore verde si affaccia sulla porta della caserma dell'Arma: «Erano amici. Tutti amici. Quando la stagione sta per finire si fanno le classiche fuoripista. E loro erano partiti per una gita che non è particolaraiente difficMe, ma molto suggestiva,..». Una disgrazia così, da queste parti, non se la ricorda nessuno. Neanche i vecchi del paese, neanche la gente che quassù è nata e cresciuta. E tutti si domandano come sia potuto capitare. «Il tempo era bello quando sono partiti; teoricamente non c'erano rischi....», ripete al campo base di Sauze di Cesana, Sergio Marchini. E allora, perché l'elicottero è caduto? L'ipotesi più probabile., perché per ora si possono fare solo supposizioni, è che il velivolo sia finito in un banco di nebbia. Il resto è facilmente intuibile: il buio che avvolge la cabina di pilotaggio e, dopo pochi secondi, lo schianto. Qualcuno dice che c'era un testimone. E' un'assurdità, se così fosse perché i soccorsi sono scattati almeno tre ore e mezza dopo la schianto? Ma queste sono solo polemiche che non lasciano il segno. Adesso il pensiero è solo per quei sei corpi senza vita, bocconi sulla neve. E per Alberto, quell'uomo coraggioso che, ieri notte, li ha vegliati nella sua tana scavata nella neve. uc/ierfl (328S) Punta | Ciatagnera (3294) Cima del Pelvo (3266) IL FILM DELLA TRAGEDIA ORE 10,05 L'elicòttero decolla . ; da Sestriere ORE 10,30 Ora presunta dello schianto ORE 12,21 Viene lanciato l'allarme alla società proprietaria del velivolo , L elicottero viene segnalato erronnamente sul Monte, Vandalino Il velivolo viene avvistato sotto ia Punta Ciataqnera ■011^16,15 Ernesto ^Piloni, l'unico superstite arriva, al Cto di Torino Elaborazione di Francesco Santullo