L'acqua di Torino per dissetare l'Iraq di Alessandro Mondo
L'acqua di Torino per dissetare l'Iraq LA PROPOSTA DELLA SMAT ALLA PREFETTURA L'acqua di Torino per dissetare l'Iraq Alessandro Mondo Scorte di acqua e specialisti per aiutare l'Iraq ad affrontare la crisi idrica che affligge gran parte della popolazione: lo annuncia la Società metropolitana acque potabili di Torino (Smat), candidatasi ad intervenire sul terreno delicatissimo del pronto intervento e della ricostruzione. ' La disponibilità è già stata formalizzata tanto alla Prefettura torinese quanto al ministero degli Esteri, impegnato a coordinare gli aiuti umanitari, ottenendo un assenso di massima. Due i frónti sui quali la Smat è pronta a misurarsi: l'invio di personale esperto nella jestione del servizio idrico (a livelo progettuale ed operativo) per lavorare su quel che resta degli acquedotti iracheni; la fornitura di acqua potabile nei boccioni da 19 litri prodotti nell'impianto di Venaria, attivato recentemente dall'azienda per rispondere in tempo reale a tutte le emergenze idriche che dovessero prosciugare i rubinetti del Torinese nei prossimi anni. Come? Attraverso l'imbottigliamento di acqua potabile in boccioni (con un potenziale di consegna di 300 unità l'ora) da distribuire alla popolazione in caso di necessità. Il servizio - spiegava al momento dell'inaugurazione l'ingegnere Paolo Romano, amministratore delegato Smat - serve soprattutto a raggiungere quanti, afflitti da handicap fisici o residenti in zone impervie, non possono raggiungere con le taniche le autobotti dei vigili del fuoco. Va da sé che una formula di questo genere si adatta perfettamente a quella che è la prima grande emergenza vissuta dall'Iraq durante e dopo il conflitto: quella idrica. «Ovviamente tempi, modalità ed oneri sono da definire - spiega Romano -, ma la nostra proposta è stata accolta con interesse e credo si concretizzerà a breve. Sul fronte del pronto intervento siamo in grado di fornire 100 mila boccioni di acqua da 19 litri ciascuno. Per il ripristino delle pompe e di tratti di rete, invece, possiamo mobilitare una piccola squadra di tecnici». Il senso, come si legge nella lettera spedita al prefetto Achille Catalani, è quello di una disponibU lità ad interventi umanitari che presumibilmente coinvolgerà altri soggetti torinesi e piemontesi: uno per tutti «Hydroaid», la prestigiosa Scuola dell'Acqua nata sotto la Mole e oramai accreditata come un punto di riferimento a livello nazionale ed intemazionale sul terreno della formazione. L'ultimo riscontro in questo senso è stato l'interesse ottenuto dal «sistema Torino», sintesi della collaborazione fra enti locali ed imprenditoria, al Terzo Forum mondiale sull'Acqua svoltosi a Kyoto (in Giappone) a metà marzo. L'Iraq non può attendere.
Persone citate: Achille Catalani, Paolo Romano
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