In «famiglia» il primo mega appalto

In «famiglia» il primo mega appalto In «famiglia» il primo mega appalto Valanghe di dollari in tasca alla classe dirigente di Washington Paolo Mastrolilli NEW YORK Il primo contratto per la ricostruzione dell'Iraq ha già provocato polemiche a Washington. La U.S. Agency for International Development (Usaid) ha assegnato alla multinazionale californiana Bechtel una commissione da 680 milioni di dollari, ma i collegamenti politici dell'azienda hanno spinto alcuni parlamentari a chiedere chiarimenti al governo. Secondo le stime iniziali, la ricostruzione dell'Iraq potrebbe costare tra 25 e 100 miliardi di dollari, pagati inizialmente dai contribuenti americani e poi dai profitti del petrolio. L'Orni è stata esclusa, e quindi i contratti vengono decisi dalla Usaid, che per legge può assegnarli solo a compagnie americane. Le azienda vincitrici, poi, possono dare sottocontratti ad altre concorrenti inteme o estere, e questo ha già provocato proteste dall'Europa che potrei bebrc portare la questione al giui dizio dell'Organizzazione MondiaI le dei Commerci. Nelle settimane scorse la Usaid ha assegnato le prime due commesse, per la gestione del porto di Umm Qasr e lo spegnimento degli incendi nei pozzi di petrolio, senza gare di appalto. Soprattutto il secondo contratto ha provocato polemiche, perché è andato a una sussidiaria della Halliburton, l'azienda di cui era capo Dick Cheney prima di diventare vice presidente. Da allora in poi questa compagnia del Texas si è ritirata dalle altre gare, puntando ai sottocontratti, ma le discussioni non si sono placate. Infatti tra i dirigenti della Bechtel ci sono l'ex segretario di Stato repubblicano George Shultz e l'ex capo del Pentagono Caspar VVeinberger, e l'azienda versa il 590Zo dei suoi contributi elettorali al partito del presidente Bush. Il contratto appena vinto riguarda la riabilitazione del sistema elettrico, idrico e fognario, più la ricostruzione degli aeroporti, i porti, e forse anche ospedah, scuole e altri edifici governativi. La prima parte dei lavori vale 34,6 milioni di dollari, ma l'accordo prevede che le commesse salgano fino a 680 mihoni nell'arco dei prossimi 18 mesi. La Bechtel, naturalmente, è molto qualificata per svolgere il compito. Nel 1991 aveva già ricostruito i pozzi del Kuwait, e tra le sue opere precedenti c'è il tunnel della Manica. Ha 47.000 dipendenti che lavorano su 900 progetti in 60 Paesi. Shultz ha detto di non aver fatto pressioni, e poi ha aggiunto: «Oualcuno deve avviare questi lavori, e la Bechtel è pronta a compierli». Negli Anni Ottanta, però, la compagnia aveva fatto affari proprio con Saddam, costruendo una diga ài confine con la Turchia, e tramite l'attuale capo del Pentagono Rumsfeld aveva raggiunto l'accordo con Baghdad per realizzare un oleodotto verso la Giordania, poi mai realizzato per il timore che Israele lo attaccasse. Sempre la Bechtel, poi, aveva costruito uno stabilimento petiolchimico che secondo i suoi dirigenti serviva a produrre oggetti di plastica, mentre secondo un'inchiesta del San Francisco Chroninle aveva fornito tecnologia all'industria mihtare di Saddam. Viste le polemiche, il senatore democratico dell'Oregon Ron Wyden ha presentato insieme ad altri parlamentari una proposta di legge, per chiedere al governo una spiegazione pubbUca dell'assegnazione dei contratti. La californiana Bechtel (incasserà 680 milioni) fece affari con Saddam, gli fornì anche tecnologia militare e finanziò in modo massiccio la campagna elettorale di George Bush George Shultz Caspar VVeinberger

Persone citate: Bush, Dick Cheney, George Bush, George Shultz, George Shultz Caspar, Rumsfeld, Shultz, Washington Paolo Mastrolilli, Wyden