Mille uomini Usa a caccia delle armi proibite di Maurizio Molinari

Mille uomini Usa a caccia delle armi proibite Mille uomini Usa a caccia delle armi proibite Washington: trovatele. L'Onu: cercarle è compito di Hans Blix e della sua squadra Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Le armi proibite di Saddam Hussein ancora non si trovano e Washington si prepara a inviare una task force di mille ispettori in Iraq per cercarle, ma il capo degli ispettori dell'Onu, Hans Blix, ribatte affermando che vuole essere lui a tornare in campo, il più presto possibile. L'organizzazione della missione dei mille ispettori americani denoniraata «Iraq Survey Group» - è affidata al Pentagono. Sarà composta in gran parte di esperti civili, guidata da un generale ed equipaggiata con laboratori mobili per effettuare test sul campo, Test più complessi verranno affidati ad apposite strutture negli Stati Uniti o in Gran Bretagna. Il generale Tommy Franks, comandante delle truppe in Iraq, ha affermato che sono «migliaia» i siti da ispezionare e che il 75" Explotation Group dell'Us Army sta già effettuando alcuni controlli, preparando il terreno all'arrivo degli ispettori americani. Il Palazzo di Vetro non nasconde però il suo '•atticismo a tale riguardo. Il r -Jiario generale dell'Onu, Kofi Aiiuan, ha già fatto presente in più occasioni la necessità di far tornare in Iraq gli ispettori guidati da Hans Blix, ritirati 48 prima dell'inizio delle ostilità ma formalmente ancora incaricati della missione dalla risoluzione 1441 approvata all' unanimità dal Consiglio di Sicurezza l'è novembre scorso. Proprio Blix ha rilasciato ieri un'intervista dai toni polemici al settimanale tedesco «Der Spiegel», nella quale ha detto: «Vedremo ora se Londra e Washington avevano ragione quando sostenevano che in Iraq ci sono armi di distruzione di massa. Sono molto curioso di vedere che cosa accadrà. Auguro ai nuovi esperti buona fortuna nella loro ricerca». Blix ha avanzato pure il sospetto che un'eventuale scoperta di materiali proibiti possa comunque sollevare perplessità: «Gli alleati sono arrivati in Iraq come liberatori e come occupanti e questo può essere uno svantaggio, perché se i loro esperti dovessero davvero trovare armi di distruzione di massa, la loro autenticità potrebbe essere messa in dubbio». Ovvero: Washington e Londra potrebbero presentare come «irachene» armi che in realtà non lo sono. Fino a questo momento soldati americani e britannici hanno a più riprese annunciato la scoperta di gas e sostanze nocive, senza però mai arrivare a conclusioni definitive. «Le informazioni avute dall'intelligence sulle armi irachene - ha sottolineato lo svedese Blix - sono sinceramente patetiche». L'ipotesi di un ritomo in campo degli ispettori dell'Onu, d'altra parte, non convince Washington, che ebbe molte frizioni con Blix prima dell'attacco. «Non c'è spazio al momento per un ruolo degli ispettori dell'Onu - ha dichiarato un funzionario dell'amministrazione al Wall Street Joumal -. Dobbiamo esaminare diverse questioni prima che ciò possa avvenire e non siamo convinti che Blix sia la persona giusta per condurre qualsiasi iniziativa in Iraq». Le tensioni tra Usa e Onu celano il fatto che finora gli alleati non hanno trovato né le armi proibite - per smantellare le quali la guerra è stata iniziata - né le migliaia di scienziati e tecnici sospettati di averle realizzate. «Una delle ragioni per cui le prove non si trovano - osserva l'ex ispettore dell'Onu Raymond Zilinskas - può essere che il programma iracheno non era così esteso come americani e britannici immaginavano». La questione delle armi ha una ripercussione diretta sulla sorte delle sanzioni Onu, di cui il presidente americano George Bush ha chiesto l'abolizione. A farlo presente è stato ieri il ministro degli Esteri russo, Igor Ivanov, ricordando che «i dispositivi di alcune risoluzioni dell'Onu approvate sull'Iraq collegano l'abolizione delle sanzioni alla certificazione dell'avvenuto disarmo da parte degli ispettori». E Dmitry Rogozin, presidente della commissione Esteri del Parlamento russo, ha aggiunto dell'altro: «Oggi l'Onu non controlla nulla, abolire le sanzioni significherebbe che a giovarsene di più sarebbero le aziende private americane». Il capo degli ispettori «Se anche si trovassero adesso la loro autenticità sarebbe messa in dubbio» Bush chiede l'abolizione delle sanzioni. Mosca sospettosa dice «no» Ispettori Onu in visita allo stabilimento AIAmin, 80 chilometri a Ovest di Baghdad, dove si producevano partì di missile L'ispezione avvenne lo scorso gennaio e, come le altre, non diede risultati di rilievo