La Siria dice no agli ispettori di Maurizio Molinari

La Siria dice no agli ispettori WASHINGTON: E' POSSIBILE CHE DAMASCO CI CONSEGNI ALCUNI TRANSFUGHI IRACHENI La Siria dice no agli ispettori «Li accetteremo soltanto se andranno in tutto il Medio Oriente» Colin Powell : ho intenzione di far visita ad Assad, ma non subito Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Il segretario di Stato americano, Colin Powell, andrà in Siria da Bashar Assad «nel prossimo futuro» per impostare i nuovi equilibri del Medio Oriente dopo la caduta di Saddam e per promuovere la pacificazione della regione. Ma la visita non è imminente, ha tenuto a precisare lo stesso Powell ieri sera, dopo che in giornata era sembrato che stesse per fissare una data vicina. Al momento, la questione delle armi proibite rende tesi i rapporti fra Washington e Damasco, che ha negato la disponibilità ad accogliere ispezioni nei propri arsenali. Invece qualche passo avanti potrebbe venire da accordi sotterranei fra Usa e Siria riguardo alla presenza nel Paese mediorientale di \eader iracheni in fuga da Baghdad. Una fonte del Dipartimento di Stato ha fatto trapelare che Damasco potrebbe espelle, in sordina, alcuni gerarchi del regime di Saddam che sono riusciti ad entrare clandestinamente. «Esiste la possibilità che alcuni fuggiaschi iracheni siano messi a nostra disposizione», ha detto la fonte Usa protetta dall'anonimato. Invece le fonti ufficiali siriane negano di essere a conoscenza di transfughi iracheni sul loro territorio, e non ammettono di ospitarli: ieri il ministro del commercio estero di Damasco, Ghassan al-Rifai, ha detto che al massimo può esseme arrivato qualcuno clandestinamente, dato che «se gli Stati Uniti non riescano a bloccare l'ingresso clandestino di messicani attraverso la frontiera, non si può pensare che la Siria riesca a controllare ogni chilometro del suo lungo confine con l'Iraq». I servizi segreti americani fanno invece nomi e cognomi di diversi dirigenti del regime di Baghdad che avrebbero trovato rifugio e (temporanea) protezione a Damasco: fra essi Faruq Hijazi, ambasciatore iracheno in Tunisia ed ex alto esponente dei servizi segreti di Saddam, e l'ex moglie del dittatore, Sajida Khairallah Telfah. Secondo il «Times» di Londra, se venisse provato che in Siria si trova anche il Raiss il Pentagono potrebbe lanciare un blitz per catturarlo. Durante la giornata era stato lo stesso Powell ad annunciare l'intenzione di andare a Damasco per discutere, fra l'altro, del sostegno siriano a gruppi come Hamas, Jihad e gli Hezbollah libanesi classificati «terroristi» dal Dipartimento di Stato. Per Wàshington c'è inoltre la possibilità che Saddam abbia nascosto in Siria parte del suo arsenale di distruzione di massa. Ma alla richiesta di ispezioni negli arsenali, il ministro Faruq el-Sharaa ieri ha risposto con «no», spiegando che l'accettazione ci potrà essere solo quando «avverranno in tutto il Medio Oriente», ovvero anche in Israele. Prendendo un'iniziativa concreta in tal senso, la Siria ha presentato una richiesta al Consig io di Sicurezza dell'Onu affinché l'intero Medio Oriente venga dichiarato «area senza armi nucleari, batteriologiche e chimiche». La questione degli Hezbollah è quella che si annuncia più delicata. Il comandante Tommy Franks, capo di «Iraqi Freedom», teme che le centinaia di volontari arabi infiltratisi dalla Siria in Iraq per combattere contro la coalizione facciano pente di un piano per sostenere a Baghdad la formazione di una guerriglia simile a quella degli Hezbollah, dij^ui,Damasco e Teheran favorirono la creazione in Libano all'inizio degli anni Ottanta per combattere Israele, facendo leva sulla popolazione sci'ta. Le dichiarazioni di Assad contro r«occupazione americana dall'Iraq» e l'arrivo dei volontari arabi - molti dei quali sono stati arrestati - sembrano agli occhi di Washington ripetere lo scenario politico-militare che favorì l'affermazione degli Hezbollah, grazie anche al sostegno finanziario dell'Iran. Un'ulteriore conferma in questo senso è venuta a Washington dall'intervista rilasciata alla tv libanese Al-Manar dallo sceicco Nasrallah, leader religioso degli Hezbollah, nella quale - una settimana prima dell'attacco all'Iraq annunciava che gli americani sarebbero stati accolti con «armi, fucili, sangue, morte e operazioni di martirio» tracciando un paragone con gli attentati kamikaze lanciati contro il quartier generale dei marines e l'ambasciata Usa a Beirut nel 1983 e 1984. «A Beirut accogliemmo i marines al grido di "Morte all'America" - sono state le parole di Nasrallah - e anche oggi in tutto il Medio Oriente questo sarà il nostro slogan». Gli attacchi commessi a Beirut causarono oltre 300 vittime: il più alto numero di morti americani per atti ten olismo dopo quelli causati l'I 1 settembre 2001 dagli aerei-missile di Al Qaeda. «I Paesi arabi della regione non devono più incitare all'odio e sostenere il terrorismo contro Israele», ha ammonito il consigliere per la Sicurezza nazionale, Condoleezza Rice, facendo implicito riferimento alle sedi di Hamas e Jihad a Damasco. Di fronte alle pressioni dell'amministrazione Bush, Faruq el-Sharaa - che ieri era in visita in Egitto - mostra delle aperture, dicendosi pronto a «cooperare» per la ricostruzione dell'Iraq. Ma poi rimprovera Bush; «Noi ci schierammo contro Saddam all'epoca della guerra contro l'Iran e quando invase il Kuwait prendemmo parte alla coalizione intemazionale ha detto in un'intervista alla Cnn -, noi non siamo come Saddam e se l'America non lo ricorda è perché ha problemi di memoria oppure perché ha in serbo piani sinistri». Il capo degli ispettori Onu in Iraq, Hans Blix, ha teso ima mano a Damasco: «Se gli Usa hanno prove sulle armi proibite siriane devono mostrarle, farle conoscere, per quanto mi riguarda dubito che abbiano scelto entusiasticamente di diventare un deposito di ordigni di distruzione di massa per conto di Baghdad». i Il ministro siriano degli Esteri Faruk el-Sharaa dopo l'incontro di ieri con Mubarak Il «Times»: qualora l'intelligence riuscisse a provare che il Raiss si nasconde nel paese il Pentagono potrebbe lanciare un blitz per catturarlo