Il persiano, così bello e bisognoso di cure

Il persiano, così bello e bisognoso di cure | GATTI | L'ESITO DI UNA LUNGA SERIE DI SELEZIONI E INCROCI Il persiano, così bello e bisognoso di cure LO STANDARD DI QUESTO MICIO AMMETTE OGGI PIÙ' DI 50 MANTELLI DIVERSI MA RIVELA SPESSO DEVIAZIONI DELLA MANDIBOLA E DIFETTI RESPIRATORI Patrizia Krachmalnicoff E considerato, quasi all' ' unanimità, il gatto più bello del mondo. E, purtroppo o per fortuna, se ne rende conto benissimo. E' questa una delle prerogative che fanno del persiano il gatto più richiesto, preferito a razze con forse maggiore personalità, come il siamese, ma certo di carattere più difficile. Questo carattere di calma e serena autocontemplazione non è, all'origine, proprio della razza, ma ottenuto da attente selezioni e incroci per produrre un gatto ideale da tenere in casa, da coccolare e vezzeggiare: insomma, non un predatore appena un po' addomesticato ma una morbida palla di pelo ronronante. L'origine del persiano sta, come spesso avviene, tra storia e leggenda. Parecchie fonti attribuiscono al viaggiatore italiano Pietro della Valle l'introduzione in Europa del magnifico gatto grigio con pelo lungo e serico, da lui incontrato nel 1614 nella provincia persiana del Chorazan. Circa un secolo dopo, il francese Nicolas Fabri de Peiresc narrava nei suoi scritti di una fiera, tenuta annualmente ad Ardabil, capitale dell'Azerbaigian, dove venivano esposti magnifici esemplari di gatti a pelo lungo chiamati "angora" (da Ankara" in Turchia). Questi gatti d'Angora furono esportati in Inghilterra e Francia, dove il naturalista Georges Louis Ledere de Buffon li paragonò ai persiani, osservando che, a parte il colore del mantello, i persiani erano molto simili agli Angora. I discendenti di queste due razze a pelo lungo mostravano caratteristiche fisiche diverse. Gli angora avevano lineamenti più fini e ossa più piccole dei persiani, alquanto più tarchiati. All'inizio del XX secolo i catofili inglesi scelsero definitivamente il persiano contro l'angora, e anche negli Stati Uniti il persiano prese il posto dell'indigeno Maine Coon, anch'esso a pelo lungo e fino ad allora il favorito. Questa preferenza, almeno nel caso degli inglesi, fu sancita dal successo dei persiani alla prima mostra felina organizzata al Crystal Palace di Lontra nel 1871, dove la Regina Vittoria acquistò una coppia di persiani e il Principe di Galles firmò con dedicn la feto di un persiano vincitore di molti premi. Il persiano era ormai dichiarato "gatto di moda", fotografato in braccio a personaggi famosi e esibito in società, mollemente adagiato su cuscini di raso. Potevano gli americani esser da meno? Fin dal tempo dei pionieri era costume fare delle rassegne di gatti durante le fiere di bestiame. Il gatto indigeno a pelo lungo era appunto il Maine Coon di cui sopra. Ancora durante l'esposizione felina di New York del 1895 il Maine Coon fece la parte del leone, ma dopo poco il gatto locale venne detronizzato dal più morbido e salottiero persiano importato dall'Inghilterra. Nel corso degli anni, il persiano ha assunto un'apparenza più stilizzata, soprattutto negli Stati Uniti, dove gli standard delle razze sono rispettati talvolta fino all'ossessione (anche a costo di ricorrere alla chirurgia plastica sui poveri animali). Il persiano odierno ha subito le modifiche necessarie a fame quella creatura affascinante che l'uomo ha voluto creare per rispondere alle esigenze della vita metropolitana. I grattacieli hanno fatto scom¬ parire lo storico gatto di grondaia e i topi delle furiose cacce notturne sono stati ormai sostituiti da costosissimi cibi pronti per gatti di ogni razza e di ogni età. La morfologia del persiano, di fronte a queste nuove esigenze, è stata modificata con selezioni durissime: il tronco raccolto e pesante, il muso rotondo, il naso quasi inesistente, le zampe corte, la coda corta, il pelo lungo e fluente renderebbero difficile la sopravvivenza di un animale da preda che necessita di agilità estrema nella cattura delle proprie vittime. Il persiano ha or-, mai perso buona parte degli istinti atavici tipici dei felini. E' diventato un vero animale da salotto, tranquillo e pacifico, che non rompe soprammobili né salta da una tenda all'altra come fanno, per esempio, i cosiddetti siamesi volanti. E' una presenza discreta, miagola poco, ed ha bisogno di cure e di attenzioni: ha spesso deviazioni della mandibola, difetti respiratori, lacrimazione eccessiva, palle di pelo, parti difficili però è bellissimo, e lo standard ammette più di 50 mantelli diversi per colore e pezzatura. C'è quindi solo l'imbarazzo della scelta. Se è vero quanto dice il grande etologo Konrad Lorenz, che l'uomo si intenerisce quando nell'animale trova caratteristiche che ricordano le sembianze infantili, si può immaginare come sia difficile resistere di fronte al musetto tondeggiante sulla palla di pelo morbidissimo che è un cucciolo di persiano. Dunque il gatto perfetto? L'uomo è certamente riuscito a creare l'animale adatto alla vita odierna: quanto sia rimasto dell'affascinante felino adorato dagli antichi egizi è un concetto che rimane sub indice e aperto alla discussione. LAcrrmcb

Persone citate: Buffon, Georges Louis Ledere, Konrad Lorenz, Nicolas Fabri De Peiresc, Patrizia Krachmalnicoff, Pietro Della Valle, Vittoria