Donatoni, com'è materico il suono

Donatoni, com'è materico il suono Donatoni, com'è materico il suono DECOMPORRE, e poi ricomporre. Proclamare un'avversione radicale verso ogni progetto di «espressione soggettiva», ma riscoprire l'urgenza dell'estro creativo più personale. A quasi tre anni dalla scomparsa, due dischi della collana dedicata dalla Stradivarius alla musica contemporanea, ripropongono la statura e la complessità di Franco Donatoni (1927-2000). Il primo compact presenta solo musiche per pianoforte, il secondo quattro lavori per orchestra, tra cui «Arie», dove prorompe un vero innamoramento per la vocalità e il suo potere evocativo, quasi ancestrale. Artista a cui sono appartenute scelte nette e ripensamenti altrettanto totali, ca- DA «COMPOSIZIONE pace di associare l'astratta purezza dei concetti al richiamo verso la spirituale Durezza dei numeri e delle oro proporzioni, Donatoni si affaccia alla composizione negli anni Cinquanta, UN INNAMORAMENTO mentre la polemica a proposito della tecnica di scrittu- p^p ^A VOCALITÀ' ra dodecafonica è al suo apogeo. I lavori per pianoforte, compresi tra «Composizione in quattro movimenti» del 1955 e «Leoncavallo», dedicato nel 1996 all'omonimo centro sociale di Milano, raccontano un percorso di auto-liberazione. L'esecuzione, ragguardevole nel risolvere le difficoltà e le finezze, di Maria Isabella De Carli (con Mariarosa Bodini per i brani con due pianoforti), propone le diverse facce di un pianismo che solo negli anni Ottanta, con «Rima», dimostra di accettare davvero il dinamismo, la concretezza anche barbarica, alla Bela Bartok. I brani sinfonici - «Voci», «Doubles II» e «Prom», l'ultimo, - sono eseguiti dalla Netherlands Radio Symphony Orchestra, diretta da Arturo Tamayo. Nella pienezza di un virtuosismo orchestrale che non si spaventa neppure di fronte agli effetti più arditi della scrittura di Donatoni, ripropongno la forza di una musica figlia anche del catastrofismo sonoro di Edgard Varese e di un sempre più pronunciato piacere per l'aspetto materico, originario del suono. I dischi, ben curati nella registrazione, sono accompagnr.ti dai contributi critici di Alfonso Alberti e Paolo Petazzi; assenti, invece, le indicazioni biografiche e nessuna traccia dei testi di «Arie», che il soprano Filar Jurado interpreta con travolgente energia. IN QUATTRO MOVIMENTI» A «LEONCAVALLO»: Sandro Cappelletto DA «COMPOSIZIONE UN INNAMORAMENTO p^p ^A VOCALITÀ' IN QUATTRO MOVIMENTI» A «LEONCAVALLO»:

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