In America, più armi che tv

In America, più armi che tv In America, più armi che tv M ICHAEL Moore, 49 anni, americano, scrittore, giornalista, realizzatore per la tv di Miami Vice, cine-idolo della sinistra americana, è quel grassone malconcio, dinamico e indomito, che, premiato l'altra sera con un Oscar per il suo documentario Bowling a Columbine già premiato al festival di Cannes 2002, ha cominciato a gridare «Shame, Shame, Shame on You», Vergognati, indirizzandosi al Bush della guerra in Iraq. Già autore di Roger S- Me contro la General Motors e di The Big One contro le multinazionali, in quest'ultimo documentario Moore conduce una critica aspra, devastante, convincente e a volte persino divertente all'uso delle armi negli Stati Uniti e al diritto di possedere armi che la Costituzione garantisce a ogni cittadino. Il numero delle armi da fuoco in circolazione nel paese è più alto del numero degli elettori o dei televisori. I morti ammazzati con armi da fuoco nel 2001 sono stati 11.127 (al confronto, sono stati 65 in Inghilterra, 381 in Germania, 75 in Australia). La cultura della paura alimenta i media. La potente lobby della National Rifle Association presieduta da Charlton Heston (il divo di Ben Hur, I dieci comandamenti, Il tormento e Testasi) sostiene i fabbricanti d'armi e gli armati. C'è chi dorme con la 44 Magnum sotto il cuscino; il temibile MI6, come ogni tipo di armi e di munizioni, è in libera vendita; certe banche regalano un fucile a chi apre un nuovo conto corrente. Il titolo Bowling a Columbine ricorda l'uccisione di tre persone al bowling della cittadina di Littleton nel Colorado, e il massacro di tredici studenti e un professore compiuto alla High School locale da due studenti poi suicidatisi il 20 aprile 1999; ma vengono ricordati pure 0 bambino di sei anni che ammazzò una coetanea a colpi di pistola, la strage dei due che eliminarono con le bombe centosessantotto persone. Il documentario finanziato dai canadesi ricorda pure le armi alle origini degli Stati Uniti, tutti gli interventi militari americani in altri paesi: sparare è un'abitudine, una reazione compulsiva, un metodo. VIDEOCLUB U ®i Ciiii^ Lietta Tornabuoni «Bowling a Columbine» di Michael Moore denuncia che negli Usa sparare è un'abitudine, una reazione compulsiva, un metodo Michael Moore (a destra) in una scena di «Bowling a Columbine» Michael Moore Bowling a Columbine Cecchi Gori Home Video. A noleggio DOCUMENTARIO

Persone citate: Ben Hur, Bush, Cecchi Gori, Charlton Heston, Lietta Tornabuoni, Michael Moore, Moore