La Grande Europa parte dall'Acropoli di Enrico Singer

La Grande Europa parte dall'Acropoli LA CERIMONIA DELLA FIRMA PER L'ALLARGAMENTO AD ATENE NELL'UNIONE ENTRANO SETTANTACINQUE MILIONI DI NUOVI CITTADINI La Grande Europa parte dall'Acropoli Speranza e timori nei discorsi dei venticinque leader Enrico Singer inviato a ATENE Il primo a firmare è stato il presidente della Repubblica ceca, Vaclav Klaus. Poi, uno alla volta, tutti i leader dei nuovi dieci Paesi dell'Unione si sono seduti al piccolo tavolo stile Impero che la regia greca aveva messo al centro del Portico di Attalo e hanno sottoscritto la loro copia del Trattato di adesione. Il «big bang» dell'Europa si è consumato così. Tra le 15,15 e le 16,20 di un pomeriggio quasi estivo. Nel cuore archeologico di Atene chiuso da diecimila agenti di polizia e assediato dalle manifestazioni - anche violente - di protesta per la guerra in Iraq a ricordare che la festa della «Grande Uè» avviene in uno dei momenti più difficili. Nel mezzo di una crisi che i Venticinque devono affrontare con strumenti che, per adesso, non hanno. O che si sono dimostrati di estrema fragilità. Ma, almeno tra le colonne della Stoà, è il momento di sottolineare la svolta dell'Europa. Il rituale della cerimonia assegna ai capi di Stato e di governo «vecchi» e «nuovi» tre minuti di tempo per esprimere un giudizio, un augurio. Per Silvio Berlusconi è «un giorno straordinario» da raccontare ai nipoti perché «si realizza il sogno dei padri fondatori». Per Gerhard Schroeder è una «possibilità storica in un giorno storico» che unisce l'Europa «dopo secoli di sangue». Per Tony Blair è un «simbolo di unità in tempi di disaccordo». Per José Maria Aznar «dà speranza a milioni di persone nel continente europeo». Per Jacques Chirac il «saluto alla nuova Europa» è accompagnato dall'invito a proseguire «la costruzione europea nel segno tracciato dai pionieri dell'integrazione». Un denominatore comune, tante sfumature e preoccupazioni diverse. I «nuovi» rispondono con parole di grande speranza. Il presidente di una delle più piccole Repubbliche entrate nell'Unione - il cipriota Tassos Papadopulos - quasi si scusa di «avere portato in Europa l'unico Paese ancora diviso da un muro». Un terzo dell'isola è occupato dalla Turchia. E ieri il primo incidente diplomatico della «Grande Europa» c'è stato proprio con il governo di Ankara che ha annunciato di «non riconoscere l'adesione alla Uè di una Cipro non riunificata». Dimenticando che la mancata riunificazione nasce dall'intransigenza del leader turco-cipriota Rauf Denktash. Ma aggiungendo, comunque, un altro elemento di tensione ai già difficili rapporti tra l'Unio¬ ne e la Turchia che è «Paese candidato». E non a caso il ministro degli Esteri turco, Abdullah Gul, invitato a Atene, è arrivato ieri sera a cerimonia ormai finita. Adesso, fino al primo maggio del 2004, i dieci nuovi Paesi avranno nella Uè lo statuto di «osservatori». Parteciperanno con i loro ministri a tutti i Consigli, invieranno anche all'Europarlamento 162 loro deputati nazionali - lo stesso numero di quelli che avranno poi a pieno titolo - anche se non avranno ancora diritto di voto nelle decisioni. Ma la scelta è fatta. Romano Prodi ha dato il benvenuto ai 75 milioni di nuovi cittadini con questa furmula: «L'Unione è la vostra nuova casa, tocca a voi amarla, viverci, sognarci e ingrandirla ancora. E se un giorno sarà necessario, anche difendere assieme a noi i suoi valori». Ma accanto alle frasi di augurio, ci sono i problemi che nessuno nasconde. Il presidente della Commissione li ha elencati. A partire dall'euro, la moneta comune «che non è ancóra la moneta di tutti». Con l'ingresso dei nuovi dieci Paesi si rovescia l'equilibrio tra chi è dentro e chi è fuori da Eurolandia: dodici contro tredici. Questo aumenta le difficoltà del coordinamento delle politiche economiche in una nuova realtà dove gli squilibri sono evidenti. Nella «Grande Uè» entra un trenta per cento in più della popolazione che, in termini di ricchezza nazionale, rappresenta soltanto un 5 per cento del Pil dei Quindici. Poi c'è il problema della politica estera e della difesa. «La guerra in Iraq ha dimostrato fino a che punto abbiamo bisogno di lavorare per contare sulla scena mondiale», ha detto Prodi. Ma anche ieri a Atene - come ha riconosciuto il presidente di turno dell'Unione, Costas Simitis - di difesa comune «non si è parlato». Il mini-vertice a quattro che Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo terranno a Bruxelles il 29 aprile è un tema che «sarà affrontato nelle sedi opportune», ha detto Simitis. Senza chiarire quali saranno. Tutti questi problemi dimostrano quanto sia urgente dotare la «Grande Europa» di strumenti efficaci per funzionare. Dovranno essere definiti anche nella nuova Costituzione della Uè che sta preparando la Convenzione di Giscard. Ma per creare nuovi strumenti e per rettificare quelli che già ci sono c'è bisogno, prima di tutto, di un'intesa politica che superi le divisioni di oggi. E questo si annuncia come il lavoro più complesso che attende l'Unione a Venticinque. Primo incidente diplomatico con la Turchia su Cipro Ankara non riconosce «l'adesione di un'isola non riunificata» Prodi: l'Iraq insegna quanto ci sarà da lavorare per contare nel mondo COPENAGHEN: RIPARTIZIONE DEGLI STANZIAMENTI D'IMPEGNO DEL FONDO DI COESIONE E DEI FONDI STRUTTURALI PER 1 NUOV110 STATI MEMBRI Paese 5 REPU88LICA CECA g ESTONIA JMHHHi PJ UNGHERIA 5 LETTONIA PI t ITt 1 AMIALilfllflillllMlllit m MALTA flHRHPl PI POLONiAflSHHH i^ SLOVENIA q SLOVACCHIA Fondo di coesione Attribuzione indicativa del totale (in "/o) 0,43-0,84 9,76-12,28 1286,4 2,88-4,39 328.6 11,58-1^61 1765,4 6,15-8,17 792,1 ■'■^07-^08 ■■-554>2v: 0,16-0;36 55,9 45,65-52,72 7320,7 1,72-2,73 210,1 5,71-7,72 920,9; Fondi strutturali Obiettivo 1 0 Obiettivo 2 "2^9?" 63,3 Bo o 0 Ho . o 0 0 33,0 Obiettivo 3 19,5 52,2 HO o 0 0 ■Hjo 0 0 39,9 Pesca (SFOP) 3.0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Iniziativa comunitaria Interreg Equal 3.8 1,6 60,9 28,4 WBM* :■ -: ■ 3,«ai 60,9 26,8 19,9 10.5 13,5 7,1 M|2,1 1,1 196*1 118,5 -21,0 '-l^s 36,8 19,7 Totale 52^ 1491,2 341,6 1853,1 822,5 574.8 59,1 7635,3 236,8 10503 [ESSE Periodo 2004-2006 Milioni di 6, prezzi 1999 Irlanda Estonia Lettonia Lituania Gran Bretagna Belgio Lussemburgo Polonia Rep. Ceca Slovacchia Ungheria [ESSE Legenda Obiettivo 1: aree di sviluppo arretrato Obiettivo 2: aree di riconversione industriale Obtettitòl: recupero dei centri urbani interreg; programma di sostegno alle regioni lotta contro la discriminazione per il mercato del lavoro Cipro Bisogna aggiungere 38,4 milioni di 6 al totale di 14.117,5 milioni di;,« per l'assistenza tecnica