John Storgards dirige Zimmermann al violino

John Storgards dirige Zimmermann al violino MUSICA CLASSICA John Storgards dirige Zimmermann al violino [y'^RDOPSELLA^ Da qualche anno in Italia, come in altri Paesi centro e sudeuropei, si assiste a un fenomeno che potremmo scherzosamente definire «calata degli Scandinavi» (con l'altra, parallela, dei «Baltici»). In effetti quella che fu a lungo una cosiddetta «scuola nazionale», subalterna rispetto all'imperante «germanismo», negli ultimi decenni è uscita vivacemente alla ribalta, rivelandosi una delle più feconde fonti nel campo della composizione e, di conseguenza, dell'interpretazione musicale. Così non è un caso se oggi a Torino si esibiscono - in concerti separati - il direttore finlandese John Storgards e il pianista norvegese Leif Ove Andsnes. Ti primo - già chiamato a sostituire Andreas Delfs nel concerto di Ute Lemper - dirige al Lingotto l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai (stasera alle 21 e domani alle 20,30), con la partecipazione del celebre violinista Frank Peter Zimmermann. «Nei paesi nordici - dice - oltre a una solida tradizione esiste un imponente supporto delle istituzioni alla musica nelle scuole, nei Conservatori, nelle accademie: e i migliori ingegni vengono aiutati a emergere. Così, per restare nella mia Finlandia, oggi si segnalano compositori di statura internazio¬ nale come Rautavaara, Lindberg, Saariaho, Nordgren. E anche la lezione di Sibelius, di cui dirigo qui a Torino il grande poema sinfonico "Tapiola", influenza tuttora molti autori». Che rapporti ha con la musica italiana? «Non ho ancora affrontato l'opera: come violinista e direttore ho eseguito molti contemporanei, da Scelsi a Donatoni, da Berlo a Rota, ma anche Pietro Lappi, musicista del XVI secolo. Con la mia orchestra che ha sede a Rovaniemi, la città dove "vive" Babbo Natale, eseguiamo molto gli italiani, da Respighi a Morricone. Quanto a Ferruccio Busoni, di cui presentiamo qui a Torino il Concerto per violino, si deve ricordare che fu buon amico di Sibelius e insegnò anche ad Helsinki». Sibelius e Busoni, dunque, nel programma che Storgards e Zimmermann riservano al pubblico di Torino. Ma non è tutto. Si comincia infatti con Mozart, e in modo originale e raffinato, ossia con 5 delle svariate Contraddanze che il Maestro di Salisburgo scrisse per occasioni mondane: la K. 123, scritta a soli 14 anni a Bologna per una «accademia», la K.534 (Il temporale), la K.535 (Battaglia), K.587 (La vittoria dell'eroe di Coburgo) e la K.6I0 (Les filles malicieuses). Ancora nel segno di Mozart è il primo intervento di Zimmermann, con il «Concerto per vioUno n. 1 in si bemolle maggiore K.207»: il secondo, come si è detto, è il «Concerto» di Busoni, piuttosto raro, sapientemente giocato tra suggestioni classicheggianti e innovazione. Per Leif Ove Andsnes è la prima volta a Torino da solista: in realtà aveva già accompagnato nel gennaio 2001 il cantante lan Bostridge. Non contento della «sola» attività di pianista, Andsnes è anche promotore di iniziative musicali nella natia Norvegia, dove da dieci anni è direttore di un suo festival. Stasera alle ore 21, in Conservatorio per la serie verde dell'Unione Musicale, non mancherà di offrire un saggio di invitanti pagi¬ ne di puro stampo norvegese firmate da Edvard Grieg: si tratta di cinque «pezzi lirici» intitolati «Nostalgia», «Cade», «Ruscelletto», «Marcia dei trolls» e «Campane a stormo». Ma Andsnes spazierà pure in altri repertori. Ecco allora Debussy con due Studi («Pour les sonorités opposées» e «Pour les arpèges composés») e «L'isle joyeuse», oltre a un breve excursus nel contemporaneo (il giapponese di scuola francese Akira Miyoshi, di cui presenterà «En vers»). Infine, per cominciare e concludere alla grande, il sommo Chopin rappresentato dalla «Polonaise-Fantaisie in la bemolle maggiore op. 61» e dalla «Sonata in si minore op. 58».