Philippe Starck, la sedia è la tua voce di Cesare Martinetti

Philippe Starck, la sedia è la tua voce ORIGINALE MOSTRA DEL FAMOSO DESIGNER AL BEAUBOURG DI PARIGI: INVECE DEGLI OGGETTI UNA FACCIA PARLANTE Philippe Starck, la sedia è la tua voce Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI VOCE nel buio: «Io sorvolo, raccolgo la schiuma delle cose per toccare con le dita l'emersione della società, per selezionare i microsegnali inconsapevoli, sono un ricettore di sensazioni, ho imparato a distinguere le vibrazioni...» Parola di spettro. Anzi di undici spettri che trafiggono il buio di questo salone al primo piano del Beaubourg. Undici facce illuminate come in quel gioco che si fa da bambini quando nel buio ci si accende all'improvviso una torcia sotto il mento per far paura agli amici. Undici busti, come quelli che ci sono ai giardini pubblici in ricordo di Vittorio Emanuele II o di Giuseppe Garibaldi. E' la maschera virtuale e vivente di Philippe Starck, 54 anni, designer, architetto, ambientatore, ideatore, inventore, manipolatore della materia e dei gesti che si svolgono sopra, sotto e intorno ad essa. Starck ha «inventato» sedie, spazzolini da denti, spremiagrumi, motociclette, formati di pasta, ha dato forma ed anima a giocattoli, ambienti, edifici, boutique. Ma per la sua mostra al Beaubourg (aperta fino al 12 maggio) non ha banalmente messo in esposizione gli oggetti, bensì la sua faccia che con una magia elettronica appare viva, parla, sorride, fa le smorfie, si moltiplica e racconta come sono nati gli oggetti che contemporaneamente scorrono sugli schermi dietro la nuca di ognuno di questi fantasmi. Insomma Starck ha messo in mostra se stesso, non l'oggetto ma l'ideatore dell'oggetto, non il prodotto ma l'idea del prodotto. Naturalmente l'hanno accusato di megalomania e di culto della (propria) personalità: «Starck si sovra-espone», ha scritto Le Monde. Ha costruito un monumento a se stesso. Ma essendo un peccato piuttosto diffuso in Francia, ironie a parte, la cosa è finita lì. E intanto gli spettri di Starck parlano e aprono il suo circo che lui stesso presenta al pubblico come un clown: «Venghino, signori, venghino ad ascoltare invenzioni, menzogne, promesse, parole nell'aria...» A destra, l'installazione di Philippe Starck, con la sua maschera che racconta undici invenzioni e, sopra, un modello delle sue sedie LO SPREMIAGRUMI «Un giorno, viaggiando in auto per l'Italia, sono passato a salutare Alberto Alessi che mi ha chiesto: "Che stai facendo?" lo non stavo facendo niente. Allora mi ha fatto una proposta: "Dovresti farmi una scatola per servire il burro in tavola". Gli ho risposto di si, ma mi sembrava un'idea sballata. Ho ripreso la macchina, mi sono fermato a una pizzeria e mentre aspettavo la pizza e pensavo alla scatola per II burro, ho cominciato a disegnare sulla tovaglia di carta e mi divertivo all'idea di rovesciare l'idea, dal contenitore al contenuto. Mi è venuto cosi questo strano oggetto concepito con l'idea di non dover essere ripulito da ciò che contiene perché ogni volta che si spreme un limone bisogna poi liberare i buchi e trafficare nelle scanalature. E' uscito questo coso convesso, che lascia colare il succedi sotto sostenuto da pìccole zampe che lo tengono sospeso perché il succo non scenda sulle zampette, ma si raccolga nel bicchiere di sotto...» LO SPAZZOLINO «Nel 1989 la Fuocanl mi chiede di inventare uno spazzolino da denti. Che colpo di fortuna! Erano anni che volevo avvicinarmi al corpo e ora addirittura mi chiedevano di penetrare nel corpo. Formidabile. Innanzitutto penso di fame un vero spazzolino, perché si tratta di un oggetto di funzione, di uso, uno strumento che non può ingannare. E quindi penso di far la testa piccola perché nella bocca il contatto sia facile e gradevole, il più possibile amichevole. Poi penso di stringere il collo e di farlo sottile sottile perché ci sia una specie di sospensione. E di mettere morbidezzanell'impugnatura...» ANTE LO SPREM«Un giornol'Italia, sonAlessi che facendo?"Allora mi hfarmi untavola". sembrla mapizze photoac

Persone citate: Alberto Alessi, Giuseppe Garibaldi, Philippe Starck, Starck, Vittorio Emanuele Ii

Luoghi citati: Francia, Italia, Parigi