Straniero, un intellettuale tra Storia e canzonette

Straniero, un intellettuale tra Storia e canzonette BIOGRAFIA RICCA DI TESTIMONIANZE SU UNO DEI FONDATORI DI «CANTACRONACHE», SCOMPARSO NEL 2000 Straniero, un intellettuale tra Storia e canzonette Marco Neìrotti P RAVAMO ^ J-» stufi», disse Michele sinceramente L. Straniero ricordando la nascita di Cantacronache in contrapposizione alla canzonetta tutta amore, moralismo, baci e ricordi. E jer fortuna erano stufi, perché ui e i suoi amici portarono un'alternativa il cui peso continua a influenzare il mondo della musica. Tanto che Umberto Eco ha commentato: «Se non ci fossero stati i Cantacronache, e se quindi non ci fosse stata l'azione prolungata in seguito da Straniero, la storia della canzone italiana sarebbe stata diversa». Straniero - morto a 64 anni, nel dicembre 2000, a Torino animò con Sergio Liberovici, a partire dalla seconda metà degli anni '50, uno straordinario incontro di musicisti raffinati e innovativi con gli intellettuali della parola: ai testi del festival di Sanremo si contrapponevano quelli di Calvino, Fortini, Eco, Margot Galante Garronee parecchi altri. Nella vita della canzone entrava qual¬ cosa che avrebbe continuato riverberarsi. I passaggi, la storia culturale dei protagonisti, i rapporti fra loro, gli intenti e gli scontri con il potere, ma anche l'umanità, il carattere (di Michele in particolare) sono narrati in un libro. La rivolta in musica [Michele L. Straniero e il Cantacronache nella storia della musica italiana, editore Lindau). L'hanno scritto Giovanni Straniero (il nipote) e Mauro Barletta, entrambi giomalisti poco più che trentenni. Non è una biografia né tanto meno un'agiografìa. E' la storia di un intellettuale versatile raccontata attraverso un mosaico di testimonianze: Gianni Vattimo, Furio Colombo, Umberto Eco, poi le tante interviste a Paolo Pietrangeli, Giovanna Marini, Enzo Jannacci e, avanti nel tempo, a Guccini. Bertoli, Finardi, fino a Persico e Morino. Tante sono le memorie tanto il libro si sviluppa come una storia. La nascita di nuovi periodici: Orizzonte, Quartodora. L'impegno musicale a «cantare la cronaca» legato an- che a un impegno politico: le prime uscite in strada, i primi dischi. È il 1963 quando Cantacronache si fonde con p Nuovo Canzoniere Popolare. È l'incontro con Gianni Sosio e Roberto Leydi, già impegnati nel recupero della canzone popolare. Collabora Dario Fo, si uniscono Paolo Pietrangeli, Giovanna Marini, Rudy Assuntino, Ivan Della Mea. Eccoli tutti insieme, nel 1964, sul palco del Festival dei Due Mondi a Spoleto: il concerto finisce in rissa quando arrivano le parole di O Gorizia tu sei maledetta, il conflitto durante la prima guerra mondiale visto con gli occhi dei soldati mandati a marcire nelle trincee. Parte l'assalto al palco, Giovanna Marini difende la posizione usando come arma la sua mandòla, Giorgio Bocca fa smettere di starnazzare una carampana. L'indomani a Straniero arriva una querela per vilipendio alle forze armate. La ribellione alle imposizioni era insita nell'uomo già da tempo. Il fratello Giorgio ricorda di quando, lui in quinta elementare e Michele in quarta ginnasio, studiavano nella stessa aula. Giorgio deve andare in bagno, ma è già stato sgridato per la frequenza di queOe richieste. Non osa domandare, allora si alza e va dal fratello, gli spiega il problema. Michele si avvicina alla cattedra e con calma scandisce: «Se mio fratello chiede di andare in bagno vuol dire che ha bisogno di anda¬ re in bagno, quindi deve andarci!» Un grande studioso, ron una bibliografia enorme, un molo d'eccezione nello studio e la diffusione attraverso i libri di un intero mondo di canzoni e Storia, ma anche l'uomo gentile, disponibile sempre. Alto e robusto incuteva timore, pero quando incominciava a parlare, insieme al rispetto chiamava a sé affetto. Sapeva ascoltare, ma non per garbo distratto. Quando gli passavano la parola lasciava a bocca aperta per la profondità con cui replicava. Anche per queste sue caratteristiche ha saputo incidere al punto da condizionare le generazioni successive più impegnate. E dell'impegno era fiero. Aproposito dell'eredità culturale disse: «Quello che è rimasto, di quello scossone, di quella denuncia, clamorosa nelle forme ma in sordina nei risultati (perché i mezzi di comunicazione di massa non avevano alcun interesse a darle eco) ha operato lentamente nelle coscienze». MicheleL Straniero

Luoghi citati: Gorizia, Sanremo, Spoleto, Torino