Da Rio a Mosca, contìnua la moda degli emergenti

Da Rio a Mosca, contìnua la moda degli emergenti NEI PRIMI TRE MESI DELL'ANNO GIÀ EGUAGLIATA LA RACCOLTA DELL'INTERO 2002. LA PERFORMANCE DELL'INDICE E DEL 907o Da Rio a Mosca, contìnua la moda degli emergenti Lula incanta i gestori, ad Est l'occasione è la Bulgaria. Attenti alla Turchia Lorenzo Dìlena Il temuto fuggi fuggi dai Paesi emergenti non c'è slato. Anzi, molti investitori - in parte scommettendo sull'esito della seconda guerra del Golfo, in parte incoraggiati dai segnali provenienti dall'area latinoamericana - hanno puntato su una classe di attivi, valute locali incluse, che in passalo, al solo profilarsi di una crisi, sarebbe stata abbandonala senza troppi complimenti. Viva il Brasile, dunque, cosi temuto alla vigilia delle elezione così amato da quando Lula ha dato prove di moderazione. «Sembra impossibile - commenta Elizabeth Morrissey, partner di Kleiman International - che sia lo stesso Paese e lo stesso leader che temevamo tanto sei mesi fa». E così da inizio anno oltre un miliardo di dollari si è riversato nei fondi obbligazionari emergenti: «Non vedevamo flussi così massicci dal 1995 - afferma Brad Durham della Emerging portfolio fund research -. Il ritmo del primo trimestre 2003 è nove volle maggiore di quello dello scorso anno e l'ammontare di denaro che è entrato nei fondi obbligazionari emergenti è quasi eguale alla raccolta dell'intero 2002». La performance del Jp Morgan Embi-l- parla da sola: dall'inizio dell'anno l'indice rappresentativo dei titoli sovrani dei Paesi emergenti ha guadagnato oltre il 90Zo contro lo 0,50Zo dell'analogo indice Usa e ri,6nZo di quello relativo all'area euro. E il Carioca-bond brasiliano in dollari (scadenza aprile 2014, cedola 80Zo) rende circa il 12,660Zo contro un rendimento del 26,280Zi toccato il 15 ottobre scorso. Conviene ancora puntare su questi mercati? A proposito dell'America Latina, va rilevato che le soddisfazioni riguardano solo, per ora, i sottoscrittori dei fondi obbligazionari mentre gli azionari a un anno segnano tutti un dato negativo. Secondo, il contributo dei gestori si è rivelato determinante sia per prevenire i défault come nel caso dell'Argentina che per limitare i rischi di cambio. Meno problematico è stato il cammino dei Paesi dell'Est Europa. «E' ancora un buon momento per entrare nel mercato dell'Est Europa - commenta Monica Graciela Mastroberardino, gestore di Vontobel -. I bond più convenienti per gli investitori a lungo termine sono quelli con scadenze a cinque e 10 anni». Al contrario chi ha un orizzonte di due anni, dovrebbe guardare ai bond quinquennali. «In un portafoglio obbligazionario emergente continua Mastrobemardino - so- vrappeserei l'Est Europa rispetto agli altri Paesi». In questo caso la scelta migliore è comprare un fondo specializzato, che consente di diversificare adeguatamente. Qualche gestore suggerisce anche di prendere in considerazione la Russia, che da quattro anni in qua presenta una bilancia commerciale in surplus. Superato la crisi del '98, il debito russo è diminuito al 420Zo del pil dal 96DZo nel 1999. L'emissione 8,250Zo marzo 2010 (rating BBX), quota circa 110,87 centesimi, rendendo il 6,300Zo. Più delicata la situazione della Turchia. «L'elevato peso del debito pubblico viene rifinnnziato a tassi reali estremamente elevali e la Turchia si trova in una situazione molto delicata», spiega una analista. Meglio, secondo Daniel Beharall di Henderson global inveslor un'altra storia di convergenza verso l'Europa, quella della Bulgaria: «Terrei in considerazione le obbligazionari cedola 8,250Zo gennaio 2015 denominata in dollari». IBorsa&Finanza)

Persone citate: Brad Durham, Elizabeth Morrissey, Henderson, Lorenzo Dìlena, Lula, Monica Graciela Mastroberardino