Il listino milanese apre i cantieri delle grandi opere di Ugo Bertone

Il listino milanese apre i cantieri delle grandi opere IN ATTESA DEL DIVIDENDO DELLA PACE, PIAZZA AFFARI PUNTA SU COSTRUZIONI ED ENERGIA Il listino milanese apre i cantieri delle grandi opere I progetto Mose rilancia Impregilo, il ponte sullo Stretto mette le ali al cemento Ugo Bertone E adesso? La fine della guerra irachena non ha portato l'atteso rally delle Borse. La grande occasione è già svanita? «Non credo - replica Alessandro Frugnoli, strategist di AbaxBank -. Certo, nei prossimi 40 giorni la Borsa dovrà fare i conti con dati macroeconomici negativi e trimestrali delle società condizionate dalla crisi della fiducia dei consumatori dei mesi scorsi. Ma basterà aver pazienza e aspettare i dati del prossimo maggio, che saranno disponibili in giugno e luglio. Allora gli operatori si accorgeranno che l'America ha incassato una grande vittoria geopolitica e ha in mano il mercato del petrolio». Ottimisti e pessimisti dopo la svolta. Massimo Fortuzzi, amministratore delegato di Antonveneta Abn Amro, non nutre eccessive illusioni sulle potenzialità del mercato. «Ma resto positivo precisa - da qui a fine anno. Le attese sugli utili per azione delle società Usa è per una crescita del 10-120Zo grazie al taglio dei costi. Ora l'attenzione tornerà a focalizzarsi sui fondamentali economici, che non sono brillanti né in Europa né negli Stati Uniti». Ancor più cauto Gregorio De Felice (Banca Intesa): «La reazione del mercato azionario c'è già stata. Qualche altro rialzo di proporzioni modeste ci può ancora stare. Ma ricordiamo che al tonnine della guerra del Golfo nel '91 l'azionario interruppe la fase di rialzo proprio con la fine del conflitto. Dopo si ebbe un periodo di elevata volatilità con gli indici azionari che si sono mossi in trading range. Ora l'attenzione tornerà a focalizzarsi sui fondamentali economici, che non sono brillanti. Anzi, distratti dalla guerra, non in molti si sono accorti che soprattutto negli Usa gli indicatori sono peggiorati, dall'occupazione agli ordini di beni durevoli, ai consumi delle famiglie». Chi s'aspettava euforia, insomma, è bell'è servito. Certo, cresce l'esercito di chi ritiene, a questi prezzi, più conveniente l'azionario che non i bond (o del mercato immobiliare). Ma nessuno vuol muovere il primo passo. Con qualche eccezione. Perché nel corso della settimana i settori costruzioni-cemento hanno dato robusti segnali di reazione. Ma a muovere Piazza Affari, sono stale le novità domestiche, più che le notizie da Baghdad. Impregilo, innanzitutto, ha messo a segno alcuni rally (il più importante, + l3"Zo, lunedi 7 aprile) all'annuncio del varo del progetto veneziano Mose per Venezia. L'annuncio di nuove commesse per 6 miliardi di euro nel 2003, insieme al finanziamento da 3,5 miliardi approvato dal Cipe per il Mose (modulo sperimentale elettromeccanico), ha fatto volare il titolo nella setti¬ mana in cui venivano diffusi alla comunità finanziaria i dati sintetici di bilancio: l'utile 2002 ha subito una contrazione, ma l'Ebitda (o margine operatilo) è stato superiore alle attese, così come il Kos (utile sul fatturato), salito dal 3,4 al 5,irò. Per la stessa ragione Italcementi e Buzzi Unicem hanno preso a correre dopo l'annuncio del via libera del governo al Ponte di Messina. «Riteniamo che le infrastrutture forniranno ossigeno ai bilanci delle società impegnate nel settore - spiega un analista di Centrosim - con vantaggi per le quotazioni di Impregilo, Italcementi e Astaldi». «Le infrastrutture sono la variabile che sposta il valore di un sistema paese - spiega Pierluigi Troncatli, direttore generale di Earchimede, società di consulenza costituita da Hopa, Unipol merchant e Accenture specializ¬ zata nelle utility e trasporti urbani -. L'Italia è lontana anni luce dal resto d'Europa nelle opere di ammodernamento, anche perché non riesce a coinvolgere sul piano finanziario le aziende». Altro settore in testa alle preferenze degli operatori è senz'altro quello dell'energia. «Ritengo - commenta De Felice - che le società impegnate nelle grandi costruzioni e quelle operanti in campo petrolifero, potranno dare le maggiori soddisfazioni. Per i titoli ciclici, invece, è ancora presto».«Il settore energia - conclude Fabrizio Fiorini di Gestielle - potrà beneficiare del fatto che è l'unico comparto a generare un forte cash flow», qualità che si accompagna tra l'altro ad un pay out ratio (ovvero la quota di dividendo distribuito ai soci) tra le più elevate. E, in attesa della vera ripresa, è la carta migliore. [Borsa&Finanza] Prima di un eventuale rally bisogna assorbire l'impatto negativo dei bilanci Usa

Persone citate: Alessandro Frugnoli, De Felice, Fabrizio Fiorini, Gregorio De Felice, Kos, Massimo Fortuzzi, Pierluigi Troncatli