WANTED Un mazzo di carte per trovare i fedelissimi di Saddam di Paolo Mastrolilli

WANTED Un mazzo di carte per trovare i fedelissimi di Saddam WANTED Un mazzo di carte per trovare fedelissimi di Saddam retroscena Paolo Mastrolilli NEW YORK LI ASSO di picche è Saddam Hussein, quello di fiori l'erede designato Qusay. Sono le carte per giocare l'ultima macabra partita a poker con la leadership irachena. Parliamo proprio di un mazzo di carte, con sopra i nomi, le facce e i titoli dei 52 ex capi del regime iracheno ricercati, che il comando americano ha distribuito alle truppe. Il criterio è quello dei manifesti «Wanted» da Far West, con tanto di postilla, «vivo o morto», però in un formato più pratico e maneggevole. Così le truppe possono ingannare il tempo facendosi una partita, e intanto memorizzare nomi e volti dei personaggi su cui bisogna mettere le mani, perché la vittoria sia davvero completa e il futuro governo di Baghdad non rischi imboscate interne. L'originale iniziativa è stata annunciata a sorpresa dal generale Vincent Brooks, durante la quotidiana conferenza stampa presso la sede del comando americano nel Qatar. «Questo mazzo di carte - ha spiegato l'ufficiale - è un esempio degli strumenti che stiamo dando ai soldati sul campo, con le facce delle persone ricercate e il loro ruolo. La lista - ha proseguito contiene 55 individui che possono essere cacciati, uccisi o catturati, e non esclude leader che potrebbero essere già morti». In realtà le persone ricercate sono 52, perché le ultime tre carte contengono un elenco dei gradi militari iracheni e dei titoli arabi, e il logo dell'intelligence militare che le ha stampate. Le fotografie verranno riprodotte anche su manifesti da attaccare nelle strade, a uso e consumo della popolazione. Uno degli scopi, infatti, è anche quello di «mettere i civili in condizione di aiutarci a confermare la sorte di queste persone. La nostra intenzione è aiutare la coalizione ad ottenere informazioni dalla gente, e nello stesso tempo chiarire esattamente agli iracheni chi stiamo cercando». Qualche nome sorprenderà, qualche altro manca, ma il generale Brooks ha avvertito che «nel mazzo ci sono anche diversi jolly, potete stare sicuri». Tre «assi» sono stati riservati a Saddam e i suoi figli (il primogenito Uday compare su quello di cuori) mentre il quarto asso, quello di quadri, è stato assegnato al fedele segretario Abid Hamid Mahmud al-Tikriti. L'ex vice premier Tareq Aziz si è dovuto accontentare dell'otto di picche, ma il Pentagono assicura che non ci sono significati occulti nell'assegnazione delle carte. Alcuni nomi sono meno conosciuti dal pubbbco, ma avevano una funzione fondamentale nel regime. Ad esempio Huda Salih Mahdi Ammash, il cinque di cuori, era uno scienziato e membro del partito Baath che guidava propri i programmi per le armi dì distruzione di massa. Pare invece che dal mazzo manchi il ministro dell'Informazio- QUSAY HUSSEIN L'asso di fiori è il figlio secondogenito di Saddam, considerato da tutti cerne l'erede designato. Qusay era stato scelto dal padre come capo della Guardia Repubblicana e comandante delle difese di Baghdad. Il suo carattere freddo e riflessivo gli aveva permesso di scavalcare il fratello Uday UDAY HUSSEIN L'asso di cuori è il figlio primogenito di Saddam, noto per la sua crudeltà. In teoria, era lui che avrebbe dovuto succedere al padre, ma i suoi scatti d'ira, eccessivi persino per gli standard di Baghdad, lo avevano fatto retrocedere nella gerarchia del regime. Anni fa aveva subito un attentato, da cui era uscito menomato TAREQAZIZ Il vicepremier si è dovuto accontentare dell'8 di picche, ma questa scelta non tende a svalutare il suo ruolo. Aziz, unico cristiano tra i leader iracheni, è stato per anni la faccia del regime all'estero, sia quando nel 1991 era responsabile della diplomazia di Baghdad, sia ora che ricopriva la carica di numero due BARZAN IBRAHIM HASAN AL-TIKRITI La «regina di cuori», non è molto noto in Occidente, ma svolgeva un ruolo fondamentale nel regime. Era il fratellastro di Saddam, che lo aveva messo alla guida della Guardia Repubblicana Speciale, la polizia segreta incaricata di proteggere la vita del Raiss. Giovedì gli americani hanno bombardato la sua casa ne Mohammed Saeed alSahhaf, che negli ultimi giorni era stato la faccia del regime, negando persino l'evidenza dei soldati americani che sparavano dal quartiere affianco. Fonti militari, però, assicurano che anche lui è uno dei pezzi pregiati da cacciare. L'idea delle carte può sembrare frivola, o persino macabra. Il problema che cerca di risolvere, però, è serio. La questione non riguarda soltanto Saddam, che potrebbe essere rimasto sotto le macerie del raid di lunedì, ma l'intera leadership irachena, sparita nel nulla da un giorno all'altro. Martedì tutti i capi erano ancora al lavoro, almeno quelli più visibili come al-Sahhaf, e negavano che il rais fosse morto: mercoledì non si sono più presentati, e nella confusione delle statue abbattute e della festa nelle strade nessuno li ha più visti o sentiti. Neppure i sofisticati strumenti degli americani per la sorveglianza elettronica. Non una parola di preoccupazione, non un messaggio in codice per ordinare la fuga, e niente tracce su dove siano finiti. Su oltre cinquanta ricercati, l'intelligence americana dà per certamente per morti soltanto tre uomini. Gli inglesi sono convinti di aver eliminato Ali Hassan al-Majid, il famigerato Ali il Chimico, che aveva lanciato i gas sui curdi nel 1988 e comandava le difese a Bassora, ma non hanno ancora la prova definitiva. Giovedì, poi, gli americani hanno bombardato la casa di Barzan Ibrahim Hasan Al-Tikriti, fratellastro di Saddam e capo della Guardia Repubblicana Speciale, cioè la polizia segreta incaricata di garantire la sicurezza del Raiss. AlTikriti è la regina di cuori, nel mazzo distribuito ai soldati, ma anche per lui non c'è la prova definitiva della morte. «Altri ha spiegato ieri il vice capo degli Stati Maggiori Riuniti Peter Pace - potrebbero essere rimasti uccisi nei bombardamenti delle ultime settimane, perché erano obiettivi mibtari, ma ancora non lo sappiamo. Ora che il regime è caduto, però, contiamo sull'aiuto della popolazione per avere informazioni». Secondo gli ex oppositori come Ahmed Chalabi e le milizie curde, Saddam è scappato nella sua città natale di Tikrit insieme ai figli e a molti leader, per preparare l'ultima difesa. Secondo altre voci sarebbe già all'estero, magari in Siria. Ieri lo stesso generale Brooks ha detto che esistono informazioni di intelligence sulla fuga di alcuni capi e delle loro famiglie a Damasco, e da li in altri paesi. Una strana storia riguarda anche la base di Qaim, nel deserto ' occidentale iracheno, dove gli ultimi fedelissimi del regime stanno ancora combattendo aspramente: gli americani sospettano che stiano proteggendo armi proibite, oppure alcuni capi pronti a scappare in Siria, e infatti hanno bloccato le autostrade che portano verso il confine. Adesso, però, oltre ai posti di blocco ci sono anche le carte, per chi volesse giocarsi la vecchia leadership con una mano di poker. POKER DI RICERCATI

Luoghi citati: Baghdad, Bassora, Damasco, New York, Qatar, Siria