diario della paura
diario della paura Si possono temere Bush e il suo modo di condurre la guerra diario della paura s I può avere paura di Bush? Eccome. Uno che fa un rassicurante discorso televisivo all'Iraq dove non c'è energia elettrica che permetta di vedere la tv; uno che ha piazzato sui confini i sacerdoti delle sue congregazioni pronti a convertire gli iracheni, che ha già fatto stampare libri scolastici all'americana per le classi elementari irachene, mostrando nessun rispetto verso una cultura diversa... Ma fin dall'inizio si poteva aver paura di Bush. E' un figlio di papà: presidente Usa il padre e presidente Usa il figlio è un vertice di nepotismo a cui neppure i Kennedy erano arrivati. E' stato eletto male, con pochi voti e molti pasticci. Ha reagito male alla tragedia dell'I 1 settembre 2001 a New York: scagliando l'esercito contro due Paesi, l'Afghanistan e l'Iraq, della cui colpevolezza non esisteva la minima prova. E' bugiardo: l'unica verità di questa guerra è che sarebbe stata combattuta comunque, in tutti i casi; ogni altro discorso è risultato falso. Ha condotto con brutalità una guerra unilaterale e fuori della legalità internazionale, una guerra impari come la lotta degli elefanti contro le mosche: e adesso che è finita simbolicamente (nei fatti,chissà quanto accora durerà) l'ha definita «un lavoro ben fatto», come se fosse una prova di alta professionalità militare ridurre le città in polvere e ammazzare civili iracheni, alleati inglesi, giornalisti. Consente lo svolgersi di uno pseudo dopoguerra di uccisioni e saccheggi orribile, barbaro, senza muovere un dito. Ha dato ogni testimonianza di volere una politica imperialista,di vedere negli Stati Uniti i padroni del mondo; e non si può aver paura di Bush, di quanto grazie a lui può capitarci?
Luoghi citati: Afghanistan, Iraq, New York, Stati Uniti, Usa
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