Vertenza Cms resta ancora al palo
Vertenza Cms resta ancora al palo IN DISCUSSIONE I TAGLI (60 DIPENDENTI) NELL'AZIENDA DI SCARMAGNO Vertenza Cms resta ancora al palo Mauro Revello SCARMAGNO Non si sblocca la vertenza per la Cms di Scarmagno, il ramo manifatturiero dei personal computer nato due anni fa da uno scorporo di Ics, la società subentrata al fallimento dell' ex Op Computer nel '99.1 tagli annunciati a dicembre restano, infatti, tuttora in discussione: allora si parlava di 110 esuberi, oggi il numero è sceso a 60 (e per molti altri sarebbe comunque in arrivo la cassa integrazione), ma non cambia la situazione di crisi in cui si trova l'azienda. Ieri, al tavolo dell'assessorato regionale al lavoro, si è svolto l'ennesimo incontro tra i vertici della società, quelli dell' Associazione Industriali del Canavese e le organizzazioni sindacali. Nulla è stato ancora deciso, anche se si profila un'al¬ tra spaccatura sul fronte sindacale dopo quella che si è recentemente registrata nella vertenza per Ics: ampia disponibilità a discutere sulla cassa integrazione, ma Fiom contraria ad ogni ipotesi di mobilità. Le parti torneranno ad incontrarsi martedì prossimo, sempre in Regione. Dagli uffici dell'assessorato è arrivata la richiesta di in periodo di riflessione, per consentire un approfondito ragionamento sull'ipotesi di mobilità e cassa integrazione. «Cms - spiega Lino Malerba, delle Rsu - vuole mettere in mobilità 60 dipendenti, 47 dei quali andranno in pensione nei prossimi tre anni. Ma il vero problema è la mancanza di garanzie da parte dell'azienda: le uniche prospettive sono legate a partnership commerciali, che però non porterebbero alcun beneficio immediato. E tra un anno, senza investi¬ menti e incremento dei volumi produttivi, la situazione sarà a stessa». Se Cms è in crisi, comunque, anche Ics non naviga in buone acque. Da lunedì prossimo scatta la procedura di cassa integrazione ordinaria che, per le prossime 13 settimane, coinvolgerà 280 lavoratori, la quasi totalità degli addetti. Ogni dipendente farà un massimo di 240 ore di cassa. L'accordo, in questo caso, è stato sottoscritto soltanto da Fim e Uilm: «E' l'unico strumento - spiegano i segretari - per impedire la gestione unilaterale delle varie questioni da parte dell'azienda». Dalla Fiom, invece, giunge la richiesta di garanzie e prospettive sul futuro. «Il livello di incertezza è aumentato dicono le Rsu - e, contemporaneamente, sono venuti meno alcuni degli impegni assunti in precedenza».
Persone citate: Lino Malerba, Mauro Revello, Tagli
Luoghi citati: Scarmagno
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