il Vaticano: «È un' opportunità per l'Iraq» di Marco Tosatti

il Vaticano: «È un' opportunità per l'Iraq» «LA CHIESA CATTOLICA PRONTA A CONTRIBUIRE Al SOCCORSI UMANITARI» il Vaticano: «È un' opportunità per l'Iraq» Svolta nella diplomazia pontificia dopo la caduta di Baghdac Marco Tosatti ROMA Il Vaticano si è battuto fino all'ultimo contro la guerra in Iraq; adesso prende atto della situazione, con una sottolineatura significativa: spera che gli sviluppi deglle ultime ore a Baghdad rappresentino «una significativa opportunità» per il futuro di quei popoli. Un comunicato della Segreteria di Stato, emesso ieri, esprime questo cambio totale di prospettiva; è da notare che il documento è stato emesso direttamente dall'organismo che rappresenta lo strumento diretto di azione del Papa, senza passare per il tramite della Sala Stampa della Santa Sede. Fino a ieri le prese di posizione dei Sacri Palazzi erano state rese pubbliche dal Portavoce. Evidentemente si è voluto dare una maggiore ufficialità al comunicato che sancisce la fine dell'era Saddam. «La Segreteria di Stato - si legge nel testo -, conosciuti gli ultimi avvenimenti occorsi a Baghdad, che segnano un'importante svolta nel conflitto iracheno e una significativa opportuni¬ tà per il futuro della popolazione, si augura che le operazioni militari in corso nel resto del Paese possano ben presto terminare, al fine di risparmiare altre vittime, civili o militari, e ulteriori sofferenze a quelle popolazioni». La preoccupazione, e l'interesse dei diplomatici in talare è adesso rivolto al futuro: quello immediato, in un paese in cui si combatte ancora, e in cui le città sono in preda ai saccheggi e all'anarchia più totale, e a quello a medio termine, in cui si vuole evitare un «protettorato» che alimenterebbe il risentimento degli arabi e dei musulmani in tutto il mondo. Perciò La Seegreteria di Stato prosegue così: «Profilandosi, ora la ricostruzione materiale, politica e sociale dell'Iraq, la Chiesa cattolica è pronta, attraverso le sue istituzioni sociali e caritative, a prestare i necessari soccorsi. Così pure le diocesi in Iraq sono disponibili ad offrire le proprie strutture per contribuire ad un'equa distribuzione degli aiuti umanitari». Sono degne di nota anche le ultime righe della presa di posi¬ zione, perchè in esse si accenna al problema che sta veramente a cuore al Vaticano, perchè ritiene che da esso nascano o traggano pretesto tutti gli altri conflitti, e cioè la soluzione del problema israelo-palestinese. «La Segreteria di Stato - conclude la dichiarazione - auspica ancora una volta che, al tacere del fragore delle armi, gli iracheni e la comunità internazionale sappiano cogliere la impegnativa sfida presente, che è quella di far sorgere definitivamente un'era di pace nel Medio Oriente». E' evidente un notevole sollievo, perchè l'operazione condotta al di fuori della legittimità internazionale dalla coalizione, pur costosa in termini di vite umane anche civili, non si è trasformata in un'ecatombe, come motli commentatori prevedevano. Un sollievo di cui si era avuto sentore nelle dichiarazioni di mercoledì pomeriggio del cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. E' importante anche la sottolineatura deir«opportunità per il popolo iracheno», perchè mette in luce quale partita politica e diplomatica si giocherà nelle prossime settimane; e da quale parte sta la Santa Sede, cioè il coinvolgimento dell'Orni e soprattutto il passaggio dell'autorità agli iracheni stessi. Della pace ieri ha parlato anche Giovanni Paolo II, incontrando in Piazza San Pietro i giovani di Roma, in una visita Dreparatoria della Giornata dela Gioventù di domenica prossima. «In questo momento travagliato della storia - ha detto il Papa -, mentre il terrorismo e le guerre minacciano la concordia tra gli uomini e le religioni, desidero affidarvi a Maria affinché diveniate promotori della cultura della pace, oggi quanto mai necessaria». Improvvisando, Wojtyla ha parlato ancora della sua esperienza personale; ha raccontato di essersi imbattuto nelle parole «Totus tuus», «Tutto tuo o Maria io sono», quando era operaio nella fabbrica chimica Solvay, a Cracovia: «Grazie alla forza di queste parole - ha aggiunto - ho potuto attraversare il periodo della terribile guerra...». E ha affidato alla Madonna tutti i giovani ddel mondo vittime «della violenza, del terrorismo e della guerra». y v«f Giovanni Paolo I

Persone citate: Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo Ii, Joseph Ratzinger, Wojtyla

Luoghi citati: Baghdad, Cracovia, Iraq, Medio Oriente, Roma