Messaggio di Bush e Blair alla tv irachena di Maurizio Molinari

Messaggio di Bush e Blair alla tv irachena LE FORZE ALLEATE SI PREPARANO AD ASSALTARE TIKRIT, FEUDO DI SADDAM, PRONTE A USARE LA «SUPERBOMBA» Messaggio di Bush e Blair alla tv irachena «on governeremo i vostro paese, presto sarete liberi» Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Lunghe colonne di tank e blindali americani hanno percorso nelle ultime 30 ore le strade che portano a Tikrit, luogo di nascita di Saddam Hussein ed estrema roccaforte del regime in vista di quella che si annuncia come l'ultima battaglia della campagna militare. Il generale Tommy Franks, comandante di «Iraqi Freedom», sta preparando l'assalto alla città, disseminata di bunker, sottenanei e strutture militari nonché difesa da miliziani, soldati, feddayn e uomini fedeli a clan tribali. Il Pentagono valuta la forza dei difensori in un contingente massimo di 60-80 mila uomini, compresa la divisione «Adnan» della Guardia repubblicana, da sempre la meglio armata e pagata. Trattandosi del cuore di «Saddamland», come la chiamano gli ufficiali dei marines, ci si prepara a duri scontri. La fanteria muove verso Tikrit da Sud, la 101 esima Aviotrasportata da Ovest e le truppe speciali da Nord, dove ieri i para della I73esima Divisione sono entrati assieme ai pashmerga curdi nella città di Kirkuk, capoluogo della più ricca regione petrolifera irachena. A Tikrit potrebbero esservi Saddam, l'elite del regime, le armi di distruzione di massa e i prigionieri di guerra americani. Franks ha inviato ai difensori un messaggio inequivocabile, facendo sapere che ha disposto quanto serve per consentire se necessario l'uso da parte dell'Us Air Force di molteplici esemplari della «Moab», l'ordigno convenzionale più potente mai creato - peso quasi 10 mila chilogrammi e soprannome «Madre di tutte le bombe» - per annientare qualsiasi tipo di resistenza. Per Tony Blair, premier britannico, «è l'inizio della fase finale della guerra». Nel resto dell'Iraq gli alleati danno la caccia a quelle che il portavoce del Pentagono, Victoria Clarke, definisce le «squadre della morte»: bande di irregolari incaricate di seminare il terrore, come hanno fatto ieri assassinando un leader sciita a Najaf e accompagnando un kamikaze nei quartieri popolari di Saddam City. L'uomo, in abiti civili, aveva l'esplosivo legato alla cintura e si è fatto saltare in aria una volta vicino adun gruppo di marines, causando quattro feriti che versano in gravi condizioni, forse due morti. E' il terzo attacco kamikaze avvenuto dall'inizio di «Iraqi Freedom», e ciò lascia intendere che non si tratta di fatti isolati. Prima dell'inizio della guerra Saddam aveva incitato alla resistenza con «azioni di martirio». Baghdad resta una zona ad altro rischio. «Un brutto posto», assicurano i portavoce del co¬ mando centrale in Qatar, precisando che la guerra continua ovunque perché «noi non molliamo ma neanche loro lo fanno». La dimensione dei saccheggi è tale da creare problemi di ordine pubblico e sollevare proteste delle agenzie dell'Onu in Giordania, ma al momento Franks non ha dato ordine di fermarh. Per rassicurare la popolazione sul corso degli eventi il presidente americano, George Bush, e Tony Blair hanno inviato due messaggi tv attraverso il nuovo canale «Verso la libertà», che trasmette da un aereo C-J30 Hercules e fa capo a numerosi ripetitori posizionati a terra. «L' incubo che Saddam Hussein ha imposto alla vostra nazione presto sarà finito, presto sarete liberi - ha detto Bush - stiamo rimuovendo il regime e poi ce ne andremo». Bush è apparso rassicurante nel video, della durata di due minuti, con sottotitoli in arabo: sfondo rosso e cravatta rossa, niente bandiera Usa alle spalle, ha tentato di inaugurare un dialogo diretto con gli iracheni facendo riferimento al rispetto dell'Islam e della civiltà di Babilo- nia, evitando con cura qualsiasi accenno a concetti occidentali. Non a caso invece di parlare di «democrazia» ha usato il termine «governo rappresentativo» per indicare cosa avverrà nel dopoSaddam, sottolineando che le forze della coalizione «andranno via», ovvero che la loro presenza non implica un'occupazione straniera dell'Iraq. «Il vostro Paese non sarà governato dalla Gran Bretagna, dagli Stati Uniti o dalle Nazioni Unite - sono state le parole di Blair - ma da voi stessi». Il primo passo verso il governo ad interim avverrà sabato con la riunione a Nassiriya di oltre 40 rappresentanti di tutte le fazioni. gruppi ed etnie iracheni. Il leader del Congresso nazionale iracheno, Ahmed Chalabi, ha rivolto un appello agli ebrei iracheni - cacciati nel 1948 - e in particolare anche a quelli residenti in Israele affinché partecipino «a ricostruire il nostro Paese dopo la dittatura assieme a tutti gli altri iracheni». Del dopoguerra ha parlato anche il Segretario di Stato, Colin Powell, in un'intervista al «Los Angeles Times» nella quale ha disegnato un percorso all'Onu fatto di «più risoluzioni del Consiglio di Sicurezza» al fine di avere singoli avalli per «l'autorità ad interim, la vendita di petrolio, gli aiuti umanitari». Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, sembra voler procedere in un'altra direzione: ha chiesto il rapido ritomo in Iraq degli ispettori per il disarmo «1^ cui missione non è terminata, ma è stata sospesa». P Un carro armato iracheno brucia ed esplode alla periferia di Baghdad: la capitale non è del tutto sotto controllo e ieri ci sono stati combattimenti t Un carro armato iracheno brucia ed esplode alla periferia di Baghdad: la capitale non è del tutto sotto controllo e ieri ci sono stati combattimenti