Compagnie aeree in crisi In pericolo 90 mila posti di Gian Carlo Fossi

Compagnie aeree in crisi In pericolo 90 mila posti GUERRA E SARS FANNO CROLLARE I VOLI. TITOLI KO SUI MERCATI. LA IATA: SWISS E OLIMPIC VERSO IL FALLIMENTO Compagnie aeree in crisi In pericolo 90 mila posti I vettori americani lanciano una grande campagna sconti Mengozzi difende il piano Alitalia: facciamo come Lufthansa scenari Gian Carlo Fossi ROMA TRASPORTO aereo nell'occhio del ciclone in Italia, come in tutti gli altri paesi, dopo i pesanti contraccolpi della guerra in Iraq e del rischio di epidemia della polmonite atipica Sars sul traffico passeggeri e merci già in forte flessione dallo scorso anno. La crisi potrebbe portare nei prossimi mesi a cambi di strategie, a misure di contenimento dei costi e al taglio di 90 mila posti di lavoro: 70 mila negli Stati Uniti, 20 mila in Europa. A ciò si devono aggiungere gli oltre 100 mila posti posti di lavoro persi in seguito alla tragedia dell' 11 settembre 2001, soprattutto tra le maggiori compagnie: 25 mila all'United Airlines, 15 mila all'American Airlines. Per far fronte al nuovo calo del traffico passeggeri le principali compagnie americane (prima la Delta Airlines, seguita subito da American Airlines e United Airlines) stanno lanciando una campagna promozionale per voli a prezzi superscontati dal 14 aprile al 1" ottobre. Comunque, lo scenario a livello mondiale appare inquietante. La tedesca Lufthansa lancia l'allarme per un calo «inaspettamente elevato» nel primo trimestre, l'American Airlines riduce in aprile i voli intemazionali del 60Zo e quelli intemi del 70Zo; la Klm blocca le assunzioni, l'australiana Qantas decide la riduzione entro giugno di 1.400 posti di lavoro e la conversione di altri 300 da tempo pieno a part-time. Air Canada ha fatto richiesta di bancarotta. La polmonite killer ha fatto strage di traffico tra le compagnie asiatiche, -400Zo nelle ultime settimane. La lata, l'organizzazione intemazionale delle compagnie aeree, anticipa che ci si deve aspettare una ulteriore caduta del traffico tra il 100Zo e il 200Zo legata alla durata del conflitto in Iraq, mentre gli analisti vedono ancora più nero e preannunciano prossimi default nel Vecchio Continente; la compagnia aerea greca Olimpie e la Swiss, succeduta alla fallita Swissair, «sono entrambe in cattive condizioni e sono le più probabili candidate al fallimento». E gli effetti di questa crisi intemazionale rimbalzano in Piazza Affari, dove si è registrato martedì un brusco arretramento per Alitalia superiore al 494, mentre a Francoforte Lufthansa ha una flessione del 6,16^0 e Qantas, partecipata al 170Zo da British Airways, cede il 40Zo in linea con l'andamento delle principali concorrenti Singapore Airlines e Cathay Pacific. In questo quadro l'ammini¬ stratore delegato di Alitalia Francesco Mengozzi difende il pacchetto di misure anticrisi annunciato martedì per arginare le vistose perdite e cercare di rilanciare nello stesso tempo l'attività della compagnia di bandiera, ma le reazioni dei sindacati sono durissime e prefigurano un nuovo scontro con il management della compagnia di bandiera e, probabilmente, con il governo. «E' un pacchetto - spiega Mengozzi - analogo a quello di altre compagnie. Rientra nella normale tipologia dei provvedimenti in situazioni del genere. Abbiamo tutti un problema di riequilibrio dei costi». In ogni caso, aggiunge, Alitalia deve essere privatizzata prima possibile, prima che sia troppo tardi e che i grandi giochi siano fatti, marginalizzando quella che resterebbe l'unica compagnia aerea di rilievo europeo controllata dallo Stato. E tra gli interventi possibili per tirare fuori il settore dalla crisi, giudica indispensabile «un'alleanza sul domestico, subito, senza esitazioni: meglio un mercato sano con un accettabile grado di concentrazione (paragonabile a quello degli altri grandi vettori europei, realizzato pure attraverso consolidamenti e acquisizioni) che un mercato morto». Dopo aver sottolineato che in Europa, a fronte dei 15 miliardi di dollari erogati negli Usa alle compagnie dopo 1' 11 settembre, è stata concessa sola una piccola indennità ad alcune compagnie per i 4 giomi di chiusura dei cieli, Mengozzi replica così a chi gli chiedeva un commento alle affermazioni del ministro del welfare Roberto Maroni sulla necessità di un cambiamento dei vertici della compagnia; «Ho imparato a non occuparmi di cose di cui si interessa l'azionista, con il quale ho avuto sempre piena sintonia». I sindacati contestano gli interventi preannunciati dall Alitalia. «Il problema - sostiene Luigi. Angeletti, leader della Uil - non è cercare un'ulteriore riduzione dei costi del lavoro, ma vedere quali sono gli elementi di competizione delle altre compagnie ed attuare una politica di espansione, di investimenti e di scommessa sul futuro». Il segretario generale della Uil-trasporti Sandro Degni chiede al governo l'immediata istituzione di un tavolo di confronto tra le forze politiche e istituzionali, gb operatori e le parti sociali per affrontare l'emergenza del trasporto aereo. «Occorrono - precisa Degni proposte concrete. Spetta al governo introdurre le regole necessarie per superare le criticità, sia nel contingente che in prospettiva». Anche la Fit-Cisl sollecita un confronto chiaro e la Ugl-Trasporti afferma: «Non possiamo accettare un ridimensionamento dell'azienda. L'operativo è già ridotto all'osso e c'è il rischio di una ulteriore marginalizzazione dell'azienda». Francesco Mengozzi, amministratore delegato di Alitalia

Persone citate: Angeletti, Francesco Mengozzi, Mengozzi, Roberto Maroni, Sandro Degni