Il Fondo rimprovera l'Italia: troppi condoni e una tantum Ma il deficit 2004 sarà al 2,30Zo

Il Fondo rimprovera l'Italia: troppi condoni e una tantum Ma il deficit 2004 sarà al 2,30Zo Il Fondo rimprovera l'Italia: troppi condoni e una tantum Ma il deficit 2004 sarà al 2,30Zo ROMA Fate male a fare tutti questi condoni fiscali, è il principale messaggio alll'Itaba che arriva dal Fondo monetario intemazionale. I condoni, questa è la tesi tradizionale del Fmi, «mettono wB^rischio U^pagainento-dellei •'Ifeposte in futuro»; ovvero, piu7;i iSveontinua la cattiva abitudine 'nièìziònale che prima o poi un condono ci sarà, più il contribuente si convince che può evadere tranquillamente tra un condono e l'altro. Preoccupa anche la «larga componente di misure una tantum» nel bilancio del 2003. Nascosta nelle tabelle c'è un'altra cattiva notizia: quest'anno la disoccupazione aumenterà, dal 90Zo al 9,30Zo nel computo del Fmi, interrompendo una tendenza positiva che durava da un quinquennio; benché nello stesso computo non risulti alcun calo nel numero degli occupati (-l-0,l0Zo, ossia sostanzialmente stabilità). La crescita economica dell'Italia sarà nel 2003 «più lenta del previsto» e quindi appena dell'l0Zo; l'obiettivo del 4-2,30Zo, ufficialmente ancora nelle carte del governo, sarà raggiunto con un anno di ritardo, nel 2004. «Non capisco - commenta il viceministro dell'Economia Mario Baldassarri - che cosa cambia tra una crescita 0,9 o l,l0Zo. La cosa certa è che se realizziamo 10-15 miliardi di investimenti veri nelle grandi infrastrutture, a prescindere da co¬ miamdèn2ciqrh i me andrà il ciclo economico intemazionale, avremo, a fine anno ri0Zo in più di Pil e mezzo milione di occupati». Il piano delle grandi opere in questione è quello che il governo Berlusconi ha avviato nell'autunno del 2001, che ora Baldassarri giudica vicino.al traguardo. Però l'analisi del Fmi non contiene solo rimproveri ed è interessante perché diversa da quella della Banca centrale europea. Tra i grandi Paesi dell'area euro, l'Italia è quello che ha meno bisogno di un calo del costo del denaro, perché, dato il nostro più alto tasso di inflazione, l'onere reale sui prestiti è per le nostre imprese prossimo a giungere a zero. Sarebbe giustificata invece una politica di bilancio più espansiva, perché l'Italia è il Paese più «sotto potenziale» (con maggiore output gap): del nostro governo è criticato il modo (le una tantum, i condoni) con cui tenta di eludere il patto di stabilità europeo, non il desiderio di allentarne la stretta. Le previsione del Fmi sul deficit pubblico è del 2,40Zo quest'anno (obiettivo del governo l,50Zo, valutazioni confidenziali aggiornate 20Zo) e del 2,4nZo l'anno dopo. Quest'ultima cifra è diversa da quella della Commissione europea, che teme per l'anno prossimo uno sfondamento del 30Zo; a da sempre il Fmi tiene conto degli impegni presi dal governo (piano di stabilità) mentre Bruxelles anabzza più precisamente le tendenze. [r.m.)

Persone citate: Baldassarri, Berlusconi, Mario Baldassarri

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Roma