Berlusconi: la sinistra è attratta dai dittatori di Giovanni Cerruti

Berlusconi: la sinistra è attratta dai dittatori IL PREMIER A BRESCIA PER LANCIARE LA CANDIDATURA DI VIVIANA BECCALOSSI Berlusconi: la sinistra è attratta dai dittatori «Non c'è pace senza libertà, ma contiamo in una rapida fine della guerra» Giovanni Cerruti inviato a BRESCIA Tema: come mettere assieme la campagna elettorale per le prossime amministrative e la guerra in Iraq? Svolgimento: «Ricordando che la nostra è una battaglia per le idee e i valori. Ad esempio - e Silvio Berlusconi va avanti con il tono di chi non improvvisa- questa sinistra ha dimostrato ancora una volta l'insopprimibile attrazione che ha verso le dittature e i dittatori, sottovalutando le sofferenze del popolo iracheno». Cittadino bresciano, se vuoi la pace, se vuoi stare con gli Stali Uniti e con la libertà, vota la candidata sindaco Viviana Beccalossi. E il premier s'inventa lo spot: «Viviana fagliela vedere!». Nel giorno del vertice Bush-Blair, nel giorno delle bombe su Baghdad, nel giorno più triste per i reporter di guerra, Berlusconi prende l'elicottero, vola a Brescia, si ferma un paio d'ore e fa capire come saranno le prossime settimane. «Battaglia di idee e di valori». A Brescia, a Vicenza, in Friuli, a Pescara, in provincia di Roma, in quelle di Sicilia, il voto al suo candidato dovrà essere un voto contro «questa sinistra antiamericana dall'insopprimibile attrazione verso dittatori e dittature». Intende così caricare il significato del voto, renderlo politico? «Lo escludo categoricamente». Vinca o perda cambierebbe nulla. Nel sotterraneo di un albergone di periferia si presentano due Berlusconi. Il premier che parla con Blair e assicura la disponibilità dell'Italia nel dopo Saddam, elogia Bush e «l'intervento militare con senso di moderazione anche se qualche volta non si è raggiunto il risultato completo», telefona ad Aznar prima di andarsene. E il Berlusconi dalla battuta allegra, che vuol piacere, che s'inventa quello spot sulla candidata e poi ci ride su, insomma il Cavaliere alla conquista del voto. Sul tavolo ha il dossier sulla città e sulla candidata di An: sa quanto basta per fare ottima figura: «Ha un bel caratterino...». Il Berlusconi premier parte dalla guerra per bombardare l'opposizione. «Questa sinistra che in queste drammatiche circostanze ha seminata odio antiinglese, antiamericano e antiisraeliano». Ogni cittadino, dice, dovrebbe andare orgoglioso della posizione del governo italiano; «Siamo riusciti a mantenere vera amicizia con gli Usa senza essere implicati direttamente nel conflitto come belligeranti». Ora l'impegno, come ha garantito al laburista Blair, sarà quello di portare la democrazia in Iraq, «perchè in quell'area del mondo di democra- zia ne esiste una sola, ed è quella dell'oasi di Israele». Ma a questo Berlusconi parlar di guerra non piace. Non vede l'ora che finisca, e si capisce. Alle domande sulla sicurezza dei giornalisti rimasti a Baghdad risponde «ho già dato disposizioni al ministro degli esteri». A chi insiste sulle vittime civili, sulle immagini tv, replica con un «Abbiamo visto tutti cosa comporta una guerra, ma a volte per arrivare all'ordine c'è bisogno di passare dal disordine: non c'è pace senza libertà, ma è evidente che lutti contiamo in una conclusione rapida». Anche perchè i sondaggi continuano a dire che ai cittadini italiani questa guerra piace proprio poco. Il Berlusconi da campagna elettorale è un'altra storia. Suadente: «Avete visto che occhi, la nostra candidata?». Sicuro: «Da capo del governo ho imparato che bisogna risparmiare più che da imprenditore, e dunque ho ridotto i miei sondaggi. Però dagli ultimi che ho visto vi posso dire che godiamo di un consenso superiore a quello dei risultato elettorale, e questo vale per tutti i partiti della coalizione». Queste elezioni, poi, non potranno avere ripercussioni politiche: «Riguardano due regioni fra le più piccole, e in totale con le altre amministrative 12 milioni di persone. Non mi impegnerò direttamen¬ te». Ma a Brescia è atterrato, come a Udine e come accadrà a Pescara: dove la Casa delle Libertà si è divisa o perchè la Lega va da sola o per resistenze di An. La candidatura di Viviana Beccalossi è sembrata il risultato di una mediazione su più tavoli. Nessun problema, per Berlusconi «Qui la Lega va da sola perchè si vogliono contare, ma per il ballottaggio ho la parola di Bossi». Lieto, il Cavaliere, di poter presentare una candidata «giovane, bella e mamma». Come la leghista in corsa per il Friuli: «Ho appena preparato il suo manifesto: una lady di ferro, Adriana Guerra». Che chiama Alessandra, pazienza. Dall'impegno dell'Italia in Iraq a quello per la vittoria di Viviana, «come mi ha detto il professor Albertoni una "più brava che bella", il contrario di Rosi Bindi»: e tutti giù a ridere. Viviana Beccalossi, 31 anni, vicepresidente e assessore in Regione, il caratterino ce l'ha davvero. Al suo debutto in politica, candidata per la circoscrizione, aveva l'orologio con il faccione del Duce al polso. Ieri golfino nero, orecchini e filo di perle: «Il sindaco cattocomunista pur di non perdere voti sta andando ad inaugurare lavatrici in case private!», dice. E con una così il Cavaliere non può che lasciarsi andare: ((Avanti tutta...!». Viviana Beccalossi (An), candidata sindaco dei Polo a Brescia, con il presidente del Consiglio Silvio