Frattini: «Un incidente gravissimo»

Frattini: «Un incidente gravissimo» Frattini: «Un incidente gravissimo» La presidente Rai: «Siamo preoccupati per i nostri inviati» Maria Cerbi ROMA Il ventesimo giorno di guerra ha colpito duramente la stampa internazionale - con altri tre morti e tre feriti - provocando dolore, rabbia e necessità di risposte da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna. E ieri il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi assicurava che «il governo si è già attivato in via diplomatica, è già intervenuto per chiedere assicurazioni precise circa la sicurezza dei giornalisti non solo italiani a Baghdad». E' stato il ministro degli Esteri Frattini a dare istruzioni formali agli ambasciatori a Washington e Londra di attivarsi presso i governi americano e inglese per garantire la sicurezza dei giornalisti italiani a Baghdad. «Quello che è successo all'Hotel Palestine di Baghdad - ha detto il ministro mentre si trovava a Budapest - è stato un incidente estremamente grave». «Le forze della coalizione che noi sosteniamo - ha sottolineato poi Frattini non hanno l'abitudine di sparare sui giornalisti stranieri». «L'impegno di tutti noi è indicare con esattezza i luoghi dove si trovano i giornalisti e rappresentare la necessità chiarissima che non si tratta di obiettivi da colpire». Il governo italiano è stato chiamato dall'opposizione a rispondere in aula e prima della discussione il presidente Pierferdinando Casini ha definito l'episodio dell' Hotel Palestine di Baghdad «assai grave». «Vorrei rivolgere un apprezzamento sincero - ha aggiunto - alla comunità dei giornalisti presenti in Iraq, che hanno pagato un altissimo tributo di sangue per garantire un'informazione obiettiva e tempestiva. Voglio ringraziare anche i giornalisti italiani delle tv e della carta stampata, tenendo presente che alcuni di loro sono ancora oggi in una condizione di particolare difficoltà». Paiole accompagnate da un applauso di tutto l'emiciclo. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, ha illustrato i passi fatti per ottenere assicurazioni per il futuro sulla sicurezza dei giornalisti da inglesi e americani e ha confermato che è stato un tank americano a sparare contro l'hotel Palestine di Baghdad. Garanzie per i giornalisti presenti in Iraq sono state sollecitate anche dalla Federazione nazionale della Stampa italiana e dall'Ordine dei giornalisti. «Nelle ultime ore il conflitto ha raggiunto momenti di massima intensità», è scritto in una nota. «L'opera dei giornalisti, fondamentale per far capire all'opinione pubblica gli sviluppi del conflitto, deve essere rispettata dai comandi militari, che devono garantire l'incolumità dei colleghi così come quella delle popolazioni civili». Il Presidente e il Direttore Generale della Rai, Lucia Annunziata e Flavio Cattaneo, a nome di tutta l'azienda hanno voluto esprimere la loro «solidarietà, la loro preoccupazione e il loro grande apprezzamento a tutti gli inviati di guerra, giornalisti, operatori e tecnici, attraverso i direttori di testata». Vengono costantemente informati sull'evolversi degli avvenimenti e hanno assicurato la totale assistenza della Rai perché siano garantite le massime condizioni di sicurezza sia a Baghdad che nelle altre zone di guerra. Durante la giornata sono arrivate reazioni indignate da tutte le parti politiche. Il Segretario nazionale dei Ds Piero Fassino ha parlato di «fatto di inaudita gravità». «Chiediamo al Governo italiano ha detto - di condannare con parole chiare, abbandonando finalmente il silenzio imbarazzato con cui da venti giorni il Presidente del Consiglio cerca di far dimenticare agli italiani di aver condiviso questa guerra e di averla giustificata in Parlamento». «Il bombardamento dell'Hotel Palestine da parte di carri armati Usa è un fatto gravissimo», ha denunciato il responsabile informazione della Margherita Paolo Gentiloni. «Il governo italiano deve far sentire la propria voce per ottenere dai comandi militari Usa l'assicurazione che fatti del genere non si ripetano». Un attacco «inaudito e inquietante» secondo il portavoce del correntone Ds, Vincenzo Vita. «Una cosa del genere non era mai successa, ci sono trattati internazionali violati, ma anche una consuetudine che tutelava il diritto di informazione anche nei casi di guerra. La guerra di Bush - ha concluso - sta invertendo la rotta persino su un punto fortemente acquisito, fin dal primo emendamento della Costituzione americana». Giorgio Lainati, responsabile Comunicazione del gruppo Fi della Camera, approva il passo fatto da Frattini nei confronti di Washington e Londra. «Purtroppo - spiega - i giornalisti pagano un prezzo alto per il coraggio e per la determinazione che hanno dimostrato nella volontà di documentare l'evolversi del conflitto iracheno e per assicurare una informazione completa e obiettiva». Il ministro: «Le forze della coalizione non hanno l'abitudine di sparare sui reporter stranieri» Berlusconi: «Il governo ha chiesto assicurazioni precise per la sicurezza dei nostri a Baghdad»