Ex Magispo, si allunga l'elenco degli arrestati

Ex Magispo, si allunga l'elenco degli arrestati DECAPITATO DAI MAGISTRATI TORINESI IL VERTICE DELL'ORGANISMO CHE CONTROLLA IL BACINO DEL FIUME Ex Magispo, si allunga l'elenco degli arrestati Finisce in carcere anche il vicedirettore generale per gli appalti del dopo alluvione Alberto Caino Il pool di pm del procuratore aggiunto Bruno Tinti ha dato un'altra spazzolata all'organizzazione dell'ex Magistrato del Po (oggi Aipo) e questa volta con altri dirigenti regionali è finito in carcere anche il numero due della struttura, il vicedirettore generale Antonio Riccardi (56 anni). Arrestato ieri mattina a Parma, dove gli uomini della Guardia di Finanza di Torino hanno prelevato dalle loro abitazioni un secondo dirigente di primo piano dell'Aipo, l'ingegnere Ugo Prost (57 anni, responsabile Lombardia) e gh imprenditori Massimo Mion (39 anni, direttore tecnico Coge spa e amministratore Coim) e Paolo Ubaldi (56 anni, al vertice di Moteco spa). La prima di queste tre aziende parmensi è anche la più grande per dimensioni e peso specifico fra quante sono state sinora coinvolte nell'inchiesta sui lavori post-alluvione 2000 attraverso loro dirigenti. La Coim fa parte dello stesso gruppo; Moteco è al livello, come volume d'affari, delle imprese medie tradizionalmente impegnate nei lavori di ripristino di sponde e alvei del Po e dei suoi affluenti. Sinora l'inchiesta aveva messo in luce la sistematicità della corruzione fra i funzionari pubblici dell'allora Magistrato del Po di Moncalieri in occasione dell'assegnazione di appalti con affidamenti diretti o a trattativa privata a causa della «èomma urgenza» di riarginare i letti dei corsi d'acqua devastati dall'alluvione in Piemonte nell'autunno 2000. Con l'ultimo provvedimento di custodia cautelare (8 arresti in tutto) l'intero bacino del Po appare coinvolto nel «do ut des» fra funzionari pubblici e imprenditori che ora rispondono di corruzione aggravata. Anche questa volta si riparte dai lavori in Piemonte (nel Pinerolese, Canavese, alle porte di Torino), ma si arriva, seguendo i1 corso del Po, a Lodi e Cremona, si risale verso il Ticino, nella zona di Pavia, e si tocca l'Adda. Anche per eventi alluvionali del 2001 e del 2002. Altra novità della nuova ordinanza firmata dal gip Emanuela Gai è l'indicazione di tangenti pagate ancora nel gennaio scorso (l'accusa riguarda in particolare Prost) e forse non è un caso che i 150 mila euro contestati nel provvedimento rappresentino una quota irrisoria rispetto al denaro «promesso»: le «Fiamme gialle» sono arrivate prima delle successive rate tangentizie. Riccardi è chiamato in causa per somme relativamente modeste (25 mila euro), ma dalla sede principale dell'ente si dovevano autorizzare versamenti ai tetti regionali di affidamenti diretti (400 mihoni di lire nel 2000 per il Piemonte). Poi, da Parma scattavano anche le raccomandazioni degli imprenditori amici. Così funzionavano i rapporti fra centro e periferia, ben rappresentata nella retatina di ieri dai vertici dell'ex Magispo di Milano (il dirigente Maurizio Gandolfo, di 49 anni, e il vice Mauro Marcone, 44) e di Pavia (il responsabile Gianfranco Burattin, 47 anni, e il suo braccio destro Enrico Oddo, di 37). Il comandante provinciale della Gdf, colonnello Domenico Pellecchia, ha mobilitato un centinaio di uomini per l'operazione, culminata in una ventina di perquisizioni, fra uffici e abitazioni degli arrestati, a Parma, Massa, Alessandria, Vercelli, Milano, Gorgonzola, Pavia, Monza e PovigUo (provincia di Reggio Emilia). L'alto ufficiale ha diretto in prima persona con il maggiore Salvatore Paladini quelle di Parma, a conferma che l'obiettivo finale delle indagini è la sede principale dell'Aipo. Una curiosità: il numero due dell'ente è tirato in ballo per percentuali tangentizie sui lavori dell'1,5 per cento. Adriano De Falco, ingegnere dei Lavori pubblici a Napoli, in «viaggio premio» al Magispo di Moncaheri a fine 2000, pretese il 59() e, dopo serrata trattativa, ottenne il 4.