E alla fine Gabriele mise tutti d'accordo di Francesco Manacorda
E alla fine Gabriele mise tutti d'accordo IN VIA FILODRAMMATICI ARRIVA IL MANAGER CHE E' STATO ALLA GUIDA DELL'IFIL PER QUINDICI ANNI E alla fine Gabriele mise tutti d'accordo Scelto per il rinnovamento un uomo di vasta esperienza internazionale personaggio Francesco Manacorda MltANO Un forte incarico per Gabriele Galateri di Genola, presidente con poteri operativi di intervenire nella gestione della banca d'affari che più segnato la storia della finanza italiana nel dopoguerra. L'ex amministratore delegato di Ifil - e per poco più di cento giorni anche della Fiat - appare destinato adesso a rappresentare il nuovo che non solo avanza, ma irrompe in piazzetta Cuccia, raccogliendo nelle sue mani ' la carica di guida dell'istituto, ma anche le deleghe operative che finora spettavano alla figura rigorosamente distinta dell'amministratore delegato. E' una svolta di strategie e di toni, che promette un cambiamento straordinario nei vertici del capitalismo nazionale. Per Galateri il trasloco da Torino verso la poltrona che fu di Enrico Cuccia e il salotto buono degli affari, non presenta difficoltà. Cinquantasei anni compiuti in gennaio, un Mba statunitense alla Columbia University, Galateri è stato per oltre tre lustri - dal 1986 al 2002 - al fianco di Umberto Agnelli come amministratore delegato di Ifil e poi anche direttore generale dell'Ifi. Un ruolo nel quale ha avuto modo di sviscerare a fondo i segreti delle partecipazioni finanziarie che saranno il suo pane quotidiano anche nel nuovo incarico, lavorando dal ponte di comando della finanziaria degli Agnelli più attiva nel cercare nuove occasioni di profitto e business come l'alimentare o il tempo libero che compensassero la ciclicità del settore automobilistico. Un'esperienza di fatto terminata con il passaggio alla guida della Fiat e poi l'improvvisa uscita dopo meno di cinque mesi. Anche la nuova composizione dell'azionariato Mediobanca, con la forte presenza dei francesi, dovrebbe finire per agevolare Galateri, non foss'altro per motivi culturali, visto che la politica di investimenti di Ifi e Ifil si è spesso e volentieri spinta Oltralpe. Il suo biglietto da visita è ricco proprio dell'esperienza al vertice della finanziaria di Corso Matteotti, sempre insieme con Umberto Agnelli nelle iniziative anticicliche della finanziaria della famiglia torinese. Galateri ha una naturale vocazione internazionale, si muove a pieno agio con la lingua inglese e il francese. Sposato con Evelina Christillin, una figlia. Virginia, e una carriera costruita senza mai venire meno alla regola della sobrietà. A 39 anni vestiva già i galloni di amministratore delegato. Chiusa la parentesi universitaria (a Scienza delle Finanze), vive un'esperienza in banca (alla direzione centrale della Banca di Roma come responsabile dell'Ufficio Analisi Finanziaria), e un triennio alla Saint Gobain (diretto- re finanziario del gruppo prima a Milano e poi a Parigi). Romano di nascita, piemontese di adozione, era stato chiamato nel luglio del 2002 a partecipare al risanamento del gruppo Fiat, dove era sbarcato già nel lontano 1977 alla Direzione Finanza Estero per diventare in seguito Direttore Finanza del gruppo nell'SS. Poi ecco Tifi, sempre intento a disegnare percorsi anticiclici per la holding degli Agnelli entrando e uscendo nei settori economici più interessanti del momento, alimentare, distribuzione e turismo. Il grafico dell'andamento dell'Ifil durante la gestione Galateri è una lunga serie di utili in crescita, almeno sino a che la crisi congiunturale e quella del mercato auto non hanno fatto sentire tutto il loro peso sui conti della finanziaria. La nomina ad amministratore delegato del Lingotto era il paesaggio più logico. Ma al vertice del colosso dell'auto Galateri resta soltanto per pochi mesi, prima di farsi da parte per rituffarsi nella finanza ed assumere la guida della Toro Assicurazioni. Adesso sale sulla cima del santuario della Finanza italiana, ago della bilancia di un accordo fra azionisti tanto importante quanto delicato, caricato di una responsabilità che il suo proverbiale riserbo aiuterà a rendere più leggera.
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