La scuola del futuro, secondo «Docet», è digitale di Franco Giubilei

La scuola del futuro, secondo «Docet», è digitale ALLA FIERA DELLA DIDATTICA DI BOLOGNA TANTI SOFTWARE PER L'INSEGNAMENTO E PROGETTI DI E-LEARNING La scuola del futuro, secondo «Docet», è digitale Franco Giubilei BOLOGNA La scuola del futuro è andata in mostra a «Docet», la prima fiera della didattica, nata da una costola della Fiera intemazionale del Libro per ragazzi di Bologna col suo corredo di software per l'insegnamento, progetti di e-learning e di scuola a distanza a beneficio di bambini che non possono muoversi, per esempio, dall'ospedale. «Il nostro obiettivo è rispondere alle esigenze di una scuola che cambia», ha spiegato il direttore commerciale di Bologna Fiere Mauro Malfatti. In questo quadro gli strumenti della tecnologia avanzata, nella scuola che deve misurarsi con una società sempre più veloce, dovranno diventare pane quotidiano, così Docet ha portato una serie di assaggi a partire dalla scuola digitale, un sistema elaborato dal gruppo editoriale Motta che permette la gestione di alunni, docenti, classi e sezioni, di votazioni, assenze e registri di classe. L'apprendimento di lingue straniere e di competenze informatiche sono invece attività formative che si svolgono in modalità e-learning, cioè in rete, attraverso il pc (www.mottafonnazione.it). Ma la scuola è anche il luogo delle differenze dove c'è necessità di adeguare il passo dell'insegnamento alle condizioni degli alunni, ecco allora i software didattici della Anastasis rivolti a bambini con difficoltà di apprendimento, come i dislessici e gh ipovedenti (www.anastasis.it). Grazie alla tecnologia è anche possibile superare, almeno in parte, l'assenza forzata da scuola, come avviene per i piccoli ricoverati: il progetto Marconi, nella sua variante «Scuola in ospedale», serve proprio a superare queste difficoltà allacciando un dialogo telematico fra paziente e docente (http://marconi.scuole.bo.it). Hi-tech a parte, la rassegna bolognese non ha dimenticato «la parte «romantica» dell'educazione. Ecco allora, in mezzo a tante iniziative multimediali, lo spazio riconosciuto ai mezzi di comunicazione più tradizionali: la Regione Campania fra le altre cose ha portato a Bologna la mostra «Bambini in guerra - Disegni di guerra: Sierra Leone, Kosovo, Croazia, Palestina e Serbia», ovvero i conflitti visti e disegnati dai più piccoli che li hanno subiti sulla loro pelle. Pur prendendo atto delle difficoltà del momento, dovute al cambio culturale imposto dai nuovi mezzi, dunque, si cerca di tenere bene a mente che «non c'è sostituzione, ma integrazione fra i diversi media nell'insegnamento», come ha sintetizzato Ivan Cecchini, direttore dell'Associazione italiana editori. Il pubblico di riferimento di questa prima edizione di Docet è il più direttamente interessato dai grandi mutamenti in corso: gli insegnanti.

Persone citate: Ivan Cecchini, Marconi, Mauro Malfatti