La Rice a Mosca, il viaggio dei misteri

La Rice a Mosca, il viaggio dei misteri IL CREMLINO E LA CASA BIANCA DECISI A RITROVARE L'AMICIZIA DOPO LE POLEMICHE La Rice a Mosca, il viaggio dei misteri Incontro a sorpresa con Putin e silenzio sul tema della visita retroscena AnnaZafesova MOSCA GLI Stati Uniti confermano di vedere nella Russia un partner, nonostante le divergenze sulla guerra in Iraq e l'incidente di domenica scorsa, quando un convoglio di diplomatici russi è stato attaccato nei pressi di Baghdad, quasi certamente da truppe americane. Questo è il messaggio che Condoleezza Rice ha portato ieri a Vladimir Putin. Una missione improvvisa, misteriosa e alla quale, a quanto pare, sia il Cremlino sia la Casa Bianca attribuiscono molta importanza. Il corteo di Condoleezza Rice è passato nella capitale russa come un fulmine, sfrecciando dal ministero degli Esteri al Cremlino. Nemmeno una sosta per parlare davanti alle telecamere. Tutti gli appuntamenti moscoviti del consigliere di George Bush per la Sicurezza nazionale si sono svolti in un'atmosfera a porte chiusissime. La visita stessa è stata annunciata a sorpresa, e probabilmente decisa d'urgenza dopo che il presidente russo ha mandato chiari segnali di voler riappacificarsi con Washington. La signora Rice in poche ore doveva incontrare i suoi interlocutori tradizionali: il ministro degli Esteri Igor Ivanov, quello della Difesa Serghej Ivanov, e il suo omologo russo, il segretario del Consiglio di sicurezza Vladimir Rushajlo. In tarda mattinata, però, alla già intensa agenda degli appuntamenti si è aggiunto un incontro a sorpresa, e la delegazione americana si è diret¬ ta al Cremlino. Ad attendere Condoleezza Rice c'era il capo dell'amministrazione presidenziale, Alexandr Voloshin. Ci è però voluta qualche ora perché la presidenza confermasse quello che già si diceva a Mosca: la signora Rice è stata ricevuta per un breve colloquio anche da Vladimir Putin, al quale ha portato un messaggio di George Bush». Sul contenuto dei colloqui è silenzio quasi assoluto, anche se naturalmente al centro delle discussioni c'era la guerra in Iraq. Secondo un'anonima fonte diplomatica americana, tra gli argomenti z'era la possibilità della partecipazione dell'Onu - e «di altri Paesi» - alla ricostruzione dell'Iraq. Ufficialmente tutti negano che il Cremlino abbia chiesto alla Rice di essere presente nell'Iraq del dopo-Saddam. Ma il fatto che a incontrare l'ospite americana ci fosse Alexandr Voloshin - che oltre a essere il braccio destro di Vladimir Putin è considerato anche un uomo vicino ai petrolieri russi - fa pensare che Mosca abbia sollevato questo argomento, che ha particolarmente a cuore. Voloshin era stato in missione confidenziale a Washington pochi giorni prima della guerra e, secondo i commentatori russi, l'entrata in scena di questo personaggio che finora si è occupato soprattutto di politica intema dimostra che il Cremlino sta cercando una diplomazia alternativa a quella ufficiale di Igor Ivanov, considerato l'esponente dello schieramento antiamericano. Ci sono diversi segnali del fatto che la Russia sta cercando di riconquistarsi le simpatie degli americani. Ieri a Condoleezza Rice sono stati consegnati documenti sul possibile invio di armi russe a Saddam in violazione delle sanzioni: in precedenza Mosca aveva negato categoricamente la possibilità stessa che queste forniture avessero avuto luogo. E - anche se ovviamente il ministro degli Esteri Ivanov ha chiesto le necessarie spiegazioni - gli interlocutori moscovi¬ ti della Rice hanno preferito non insistere troppo sull'incidente con i diplomatici russi in Iraq. Uno scandalo che per Mosca è difficile nascondere: l'ambasciatore russo a Baghdad Vladimir Titorenko è rimasto leggermente ferito nell'attacco e ieri ha esplicitamente accusato le truppe Usa, che per giunta, se- condo il diplomatico, avrebbero agito «intenzionalmente» e non per errore. Il convoglio attaccato ha raggiunto ieri la Siria con le garanzie di sicurezza del comando americano, ma uno dei feriti, operato, è rimasto in Iraq in attesa che le sue condizioni gli permettano di riprendere il viaggio. Ai colloquio con il Presidente ha partecipato Alexandr Voloshin, considerato r«uomo dei petrolieri» Nessuna insistenza particolare sull'attacco al convoglio dei diplomatici diretti in Siria Uno dei diplomatici russi feriti dal fuoco Usa all'arrivo a Damasco