Salta la preghiera dei musulmani: temiamo provocazioni di Massimo Numa
Salta la preghiera dei musulmani: temiamo provocazioni GLI IMAM DELLE SETTE COMUNITÀ CITTADINE STANNO ORGANIZZANDO LA PARTECIPAZIONE ALLA MARCIA PACIFISTA DI ROMA Salta la preghiera dei musulmani: temiamo provocazioni Avrebbero dovuto manifestare solidarietà con il popolo iracheno, l'appuntamento è stato rinviato Massimo Numa Porta Palazzo, piazza della Repubblica, ore 12 di ieri. Appesi sui muri volantini No War, in italiano e in arabo. Tutto pronto per il presidio e la preghiera collettiva della comunità islamica a favore del popolo iracheno, guidata dagli Imam delle moschee torinesi. Area transennata dalle 10, imponente schieramento di polizia, carabinieri e vigili per tenere sotto controllo la situazione, dopo gli incidenti di sabato scorso in piazza Castello e le dure accuse di Bouriki Bouchta. Invece, all'ultimo momento, la manifestazione è stata annullata. Si farà, presto, ma la data non è ancora sicura. Forse sabato prossimo, forse mai più. Decine di islamici, ignari della decisione presa dai capi religiosi, si erano già avvicinati al piazzale del mercato, in grado di accogliere migliaia di fedeli. Se ne sono andati alle 12,30; s'era capito che non si sarebbe fatto più nulla. Moustapha Kobba, presidente dell'associazione «Il Futuro», spiega cosa è accaduto: «Mi sento in parte responsabile di questa spiacevole decisione, perché la giornata di preghiera per i fratelli dell'Iraq massacrati dalla bombe americane era attesa con ansia. Ma gU incidenti di sabato in piazza Castello, tutte le polemiche che ci sono state, ci hanno spinto a rimandare l'appuntamento. Non vorremmo spiega Kobba - che avvengano altre provocazioni da parte di violenti. La polizia ha sempre fatto bene il suo lavoro per tutelare il diritto di manifestare le nostre opinioni e così deve continuare». Mentre Kobba parla, qualcuno getta una bandiera americana in mezzo alla strada. La volevano bruciare prima della preghiera. Adesso non serve più. Kobba: «Ecco, anche per questo è giusto lasciar perdere. Qui c'è tensione. Comunque ora ci stiamo preparando per la grande manifestazione pacifista di Roma assieme alle altre associazioni, italiane e straniere». Ieri sera c'è stato un primo incontro nella sede di Rifondazione, via Brandizzo 14. Nei bar di Porta Palazzo le tv sono sintonizzate solo sui canali di Al Jazeera. «Gli americani mentono - commentano in molti - Bush è un criminale che massacra bambini». Anche il presidente della moschea di corso Giulio Cesare 6, la più importante di Torino, Abdel Aziz Khounati abbandona le frasi di circostanza: «Sono un moderato quando fa comodo, ma ora è il momento di dire la verità. Intanto la preghiera non si fa perché ci sono troppi pericoli di provocazioni. Ne ho parlato con anche Bouchta. Detto questo, però, voglio aggiungere che noi siamo troppo addolorati per quanto sta accadendo in Iraq. Le immagini dei bambini e dei civili feriti o uccisi, degli invasori che calpestano la nazione araba, ci fanno orrore. Gli Usa comprano tutto, i governi arabi, i media che raccontano della guerra quello che vogliono. Anche i giornali italiani sono stati comprati. Dicono che hanno preso l'aeroporto, e non è vero; Baghdad conquistata, e non è vero. Vogliono imporre il loro ordine». Bouriki Bouchta
Persone citate: Abdel Aziz Khounati, Bush, Kobba, Moustapha Kobba
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