Al peggio non c'è mai fine e l'italtennis rischia grosso di Gianni Romeo

Al peggio non c'è mai fine e l'italtennis rischia grosso UNA CRISI CHE VIENE DA LONTANO Al peggio non c'è mai fine e l'italtennis rischia grosso Gianni Romeo IL problema adesso è questo: cosa andremo a dire, quali argomenti troveremo per spiegare agli sportivi che il tennis azzurro è rotolato quasi in serie C? Di fronte a certe batoste del recente passato abbiamo pensato spesso, quasi con sollievo, di aver toccato il fondo. Poi scopriamo regolarmente che quel fondo sta ben sotto la cantina. In Italia fra gli sport (al maschile) considerati nobili, fra quelli che per cultura, predisposizione e ambiente hanno «feeling» con i nostri giovani, nessuno sta in basso come il tennis. E' come se nel calcio avessimo paura di Malta o Cipro, nella pallavolo le prendessimo dalla Svizzera, nel basket dalla Danimarca. Senza andare a scomodare i numeri ufficiali, possiamo dire a occhio che nella sola Roma ci sono più circoli e più praticanti di tutto il Marocco. Mentre tante discipline sono in sofferenza per mancanza di vocazioni, qualunque circolo un minimo organizzato se indice una leva giovanile trova la fila, davanti all'ingresso. I campionati Intemazionali d'Italia non sono Wimbledon, ma rappresentano un bel biglietto da visita, per l'immagine. Il denaro a disposizione della federazione non è più quella montagna di un tempo ma basterebbe ancora per tutta l'Africa, non soltanto per il Marocco. Il presidente Angelo Binaghi è il meglio, al momento. Ex giocatore di buon livello e quindi buon intenditore, giovane, appassionato, colto, onesto. Eppure...Eppure abbiamo molte possibilità di scendere in serie C. Abbiamo l'imbarazzo di non sapere come dirlo ai nostri giovani, che di Pietrangeli e Panatta hanno soltanto sentito parlare e pensano di essere stati ingannati, pensano che siano tutte invenzioni della nostra fantasia perchè non si spiegherebbe altrimenti come da vent'anni non nasca un altro giocatore (quasi) come loro. Mentre in Spagna e in Francia, stessa mentalità, stessa cultura, stesso approccio con lo sport dei gesti bianchi, via uno arriva l'altro e il decimo loro giocatore batte il primo dei nostri. Cos'hanno di diverso le nostre donne? Senza essere Venus o Serena, in cinque o sei navigano fra le prime 100, e proprio ieri Rita Grande ha vinto un torneo a Casablanca non lontano dalla palude nella quale sono affondali i nostri eroi, battendo in finale un'altra italiana, Antonella Serra Zanetti. Nel tennis sono il sesso forte. E allora, non riuscendo a spiegare il mistero di un fallimento, cerchiamo almeno di fare i voyeurs guardando bene le nos tre ragazze.

Persone citate: Angelo Binaghi, Antonella Serra Zanetti, Panatta, Pietrangeli, Rita Grande