Davis sempre più amara Ora la Cayenna è vicina

Davis sempre più amara Ora la Cayenna è vicina GLI AZZURRI BATTUTI DAL MAROCCO: INCOMBE IL PERICOLO DELLA C Davis sempre più amara Ora la Cayenna è vicina Nei due singolari decisivi crollo nervoso di Sanguinetti e Volandri contro El Aynaoui e Arazi: il match di luglio fra Israele e Zimbabwe deciderà l'avversario di settembre per evitare la retrocessione Stefano Semeraro Sgretolarsi davanti al traguardo sarà anche un viziacelo italico, la stimmata ambigua di chi per eccellere ha bisogno di sentirsi trascurato e reietto, senza responsabilità e senza peso. Sarà che anche l'Italia del tennis, come la nazionale di calcio amata e teorizzata da Gianni Brera, è squadra femmina, che ama il contrattacco e la rapina, e mal sopporta l'obbligo di prendere l'iniziativa. Ma riconoscerlo fa comunque male. Dopo l'I-l sofferto della prima giornata e il 2-1 che ci aveva regalato un doppio vinto quasi in souplesse il sabato, ieri contro il Marocco si trattava di iniettarsi un po' di veleno nei polsi e nei pensieri. Di aggredire due match (Sanguinetti-El Aynaoui e Volandri-Arazi) che nonostante la migliore classifica Atp dei nostri avversari sembravano tutt'altro che impossibili. Ma in Davis si sa, conta la tigna ancora prima che il talento. Favoriti al 55 per cento, come da pronostico del doppista Bertolini, ci siamo invece liquefatti davanti a due avversari trasformati in tigri dalla vogha di riscatto, e a un pubblico rumoroso e poco disciphnato sì («un tifo animale», secondo Sanguinetti), ma sicuramente non fra i peggiori visti e subiti in Davis. Sei set a zero, ci hanno rifilato i marocchini, e in entrambi i match la differenza l'hanno fatta i nervi, oltre che i colpi. È l'ottava volta, nella nostra storia in Davis, che crolliamo nell'ultima giornata partendo dal 2-1 a nostro favore. Sanguinetti contro El Aynaoui si è trovato avanti di un break sia nel primo sia nel secondo set, ma si è fatto distrarre dai tifosi che berciavano, ha ingaggiato una polemica di gesti e occhiate con Barazzutti che dalla panchina gli suggeriva di pressare di più il rovescio dell'avversario. E ha finito per perdere 6-4 6-3 6-2. Il giovane Volandri, entrato a quel punto in campo più pesante di un palombaro, ha sciupato - per ansia e per limiti tecnici - le chance che l'avversario generosamente gli ha concesso. Contro Arazi, un ex-Savicevic del tennis che ora gioca come un Gattuso di lusso, inventando poco ma remando con classe dal fondo, Filippo ha sbagliato davvero troppo, arrendendosi 6-3 6-3 6-2 e finendo per sbattere la racchetta a terra come Sanguinetti, posseduto da un impotente sconforto. Ma non è lui, convocato a sorpresa e buttato in pasto ai leoncini, che va crocifisso. Volandri è uno dei giovani prima esaltati dall'entourage azzurro e poi rimessi senza complimenti nel freezer quando i «senatori» hanno firmato con la Fit una pace di comodo. Giovani che invece andrebbero aggregati più spesso alla squadra, allenati al clima di Coppa con continuità, responsabilizzati gradualmente invece di essere usati come improvvisati tappabuchi. Capitan Barazzutti, che da quando siede in panchina forse deve ingoiare più rospi del previsto, ha difeso la sconfitta («Ai miei do un sette e mezzo, hanno fatto il possibile contro un Marocco più forte che ha giocato bene e ha meritato di vincere»), ma restano anche i dubbi sulla gestione dell'affaire Gaudenzi, che ha lasciato irritato la squadra già il sabato dopo la - frettolosa? sostituzione con Volandri. Andrea, che dopo il piccolo malanno si attendeva forse un po' più di fiducia dal capitano, sul 2-2 avrebbe dato più garanzie di esperienza e di carattere. Ora dovremo attendere la perdente del match di luglio fra Israele e Zimbabwe (che ha perso 4-1 con la Bielorussia) per conoscere la nostra avversaria nello spareggio autunnale per evitare la Cayenna del gruppo II della Zona Euro-Africana: in altre parole, la serie C della Davis. Un altro match da ultima spiaggia per il nostro tennis, che inizia a sentirsi ormai l'acqua alle caviglie. E non ci sono bagnini in vista.

Luoghi citati: Bielorussia, El Aynaoui, Israele, Italia, Marocco