«Ora basta» di R. M.

«Ora basta» «Ora basta» Valentino: qui non si deve più correre SUZUKA Valentino ha detto basta. Saputo di Kato, ha liquidato in due battute la vittoria («Abbiamo raccolto l'ottimo lavoro fatto in inverno») per muovere pesanti accuse agli organizzatori. E affonda i colpi, incurante che i proprietari del circuito giapponese siano gli stessi che gli forniscono la moto con la quale vince da anni: «In questo weekend sono successi troppi incidenti, si è iniziato male e si è finito peggio: prima Melandri venerdì, poi Barros nel warm up e Kato in gara. La verità è che questo circuito è troppo pericoloso e mi dispiace dirlo perché è uno dei miei preferiti. Già nella gara delle 125, quando si sono toccati in rettilineo Cecchinello e Perugini, poteva succedere una tragedia. Le modifiche? Non bastano: ci sono altri due punti orribili, all'uscita della Dunlop e alla Spoon, dove i muri sono vicinissimi, Kato è caduto a oltre 200 orari in un altro punto, dove non c'è spazio di fuga e il muro è a un passo. La speranza? Che qui non si venga più a correre. Spiace dirlo, ma sulla sicurezza non si può scherzare. E se non faranno qualcosa gli altri, lo faremo noi». Lo spagnolo Gibernau, testimone oculare dell'incidente, conferma: «Non si può finire la carriera contro un muro perché nessuno fa nulla. Io? Qui non correrò mai più». E così la pensa anche Capirossi mentre Biaggi, turbato, ripete: «Non ci hanno detto nulla...». In un angolo Claudio Costa, il medico che ha passato la vita a rattoppare piloti, non riesce a trattenere le lacrime: «Sono tornato indietro di 30 anni, allo schianto di Monza con Saarinen e Pasolini. Allora volevo smettere, mi convinsi a continuare. Ora mi sento privo di forze. E' dura, il cuore mi dice che devo continuare. La verità è che non siamo onnipotenti». [r. m.]

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