Raikkonen è il re dell'autoscontro
Raikkonen è il re dell'autoscontro :. ■..;.,. .; ...•■■..;... ..,. ■:.;, -. :-' -.. . -^. -- .'^ - r ,: :..v. : ì : ■:-, ^ ; ' :-.--::: ■.,V - ..^;^...;.:; ^-^ - -i^:-.- iJ . v A INTERLAGOS LE MONOPOSTO «GALLEGGIANO» SULLE POZZAMGHiRE E QUATTRO VOLTE DEVE INTERVENIRE LA SAFETY CAR DRAMMATICO GRAN PREMIO IN BRASILE: INCIDENTI IN SERIE SUL BAGNATO, VINCE LA MCLAREN TRA LE POLEMICHE Raikkonen è il re dell'autoscontro Catena di schianti, sotto accusa le nuove norme Stefano Mancini inviato a SAN PAOLO Ha vinto Kimi Raikkonen dopo un'ora e mezzo di autoscontro ad alta tensione, fra sorpassi, incidenti, safety car in pista quattro volte, colpi di scena senza soste. Ha vinto il giovane finlandese della McLaren, sempre più leader della classifica mondiale, mentre tutti stavano festeggiando Giancarlo Fisichella. Negli ultimi due giri effettivi del Gran Premio del Brasile sono accadute più cose che nell'intera stagione scorsa. Sembra un trionfo McLaren: David Coulthard conduce tranquillo, con le spalle coperte dal compagno di squadra. Ma Raikkonen ha qualche problema, perché fatica a tenere dietro Fisichella, uno dei migliori piloti del circus che però guida una delle peggiori monoposto. II pilota romano riesce a passare mentre Coulthard rientra ai box per il secondo pit stop, e si ritrova in testa, anche se Io attende una seconda sosta ai box. A questo punto scoppia il caos: Webber si schianta e dissemina la pista di rottami, passa Alonso che non riesce a evitarli e rimbalza da sinistra a destra a circa 250 chilometri l'ora. I commissari di gara decidono di interrompere la corsa. La classifica è congelata e viene assegnato il punteggio pieno perché sono stati percorsi 54 dei 71 giri previsti, cioè oltre i due terzi. Nel box della Jordan esplode la gioia per una vittoria che cade (sarebbe caduta) nel giorno del duecentesimo Gp disputato. Ma il regolamento gioca un brutto tiro: in caso di interruzione, conta la classifica del giro precedente. Raikkonen finisce in testa, «Fisico» è secondo, Alonso terzo. Lo spagnolo della Renault non può neppure partecipare alla festa sul podio. Rimane stordito sull'asfalto con un ginocchio gonfio: riceve le prime cure e viene trasportato in ospedale per accertamenti. Coulthard deve accontentarsi del quarto posto e rimugina sul suo pit stop: si fosse fermato un giro dopo avrebbe vinto lui. Ma con i «se» potremmo ipotizzare venti gare diverse. Dall'inizio alla conclusione anticipata di questa terza prova del Mondiale è successo di tutto. Complici le nuove regole, i venti piloti sono partiti con monoposto che galleggiavano sulle pozze d'acqua difruse sul circuito (il Carlos Pace di Interlagos, alle porte di San Paolo, è noto per le irregolarità del fondo e dunque, in caso di pioggia, diventa particolarmente insidioso). E' stata la rivoluzione voluta dalla Fia e votata a denti stretti dalle dieci scuderie iscritte al Mondiale di Formula 1 a imporre un solo tipo di gomma da bagnato, da scegliersi il mercoledì prima della gara. Nessun team è tanto folle (o prudente, che in questo mondo è la stessa cosa) da optare per gomme «rain», cioè con scolpiture profonde adatte agli acquazzoni. Il motivo è duplice: se la pista è solo bagnata, le intermedie sono molto più veloci; se invece si abbatte un nubifragio (come eri a Interlagos: la pioggia è caduta fino al momento del via, posticipato di 15 minuti) entra in pista la safety car. Altra limitazione del nuovo regolamento: l'assetto deve essere deciso il sabato prima delle qualificazioni. Nel caso le condizioni climatiche cambino, i meccanici sono autorizzati a cambiare l'inclinazione delle ali anteriore e posteriore nonché l'altezza della vettura. Ogni altro intervento o taratura della monoposto è vietato. Dunque, partenza anestetizzata dietro alla vettura di sicurezza, che guida le danze per otto tornate. I piloti sono consapevoli di non avere il giusto assetto né soprattutto gli pneu¬ matici adatti. La controprova si ha al rientro della safety car, dopo 8 passaggi. Ralf Schumacher (Williams) e Trulli (Renault) danno il via allo show dell'autoscontro al giro LI, ma riescono a restare in gara. Poi tocca alla Minardi di Wilson e alla Jordan di Firman che perde una ruota, finisce sulla Toyota di Panis e costringe la safety car a rientrare. La curva 3 diventa una trappola, perché nasconde una piscina. In pochi minuti ci cascano Pizzonia, Montoya, Schumi, Verstappen e Button. Webber la scampa per miracolo, riuscendo a riprendere il controllo della sua Jaguar nella via di fuga. Ma il destino lo ha preso di mira, dopo averlo aiutato in qualifica: il suo incidente chiude il Gp del Brasile. Frentzen festeggia un buon quinto posto con la Sauber, Villeneuve (BAR) è sesto, Webber e Trulli raggranellano gli ultimi punti in palio, Ralf è il primo dei doppiati. Un disastro la Ferrari, che non porta al traguardo neanche una macchina: non succedeva da Nurburgring '99, Gran Premio d'Europa. Fisichella beffato: era in testa al momento dello stop decretato dopo le spaventose uscite di Webber e Alonso (terzo ma all'ospedale) La Jordan di «Fisico» in fiamme dopo lo stop Giancarlo Fisichella lancia il casco in aria per la gioia: pochi minuti più tardi gli diranno che non ha vinto Fernando Alonso, lo spagnolo della Renault viene trasportato all'ospedale. Il pilota rassicura il suo team: sto bene
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