Bush e Blair disegnano i destini dell lraq di Maurizio Molinari

Bush e Blair disegnano i destini dell lraq OGGI L'INCONTRO A BELFAST. E' IL TERZO SUMMIT IN TRE SETTIMANE Bush e Blair disegnano i destini dell lraq Il premier inglese cercherà di ammorbidire la linea Usa Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK I leader di Stati Uniti e Gran Bretagna si incontrano oggi a Belfast per trovare un accordo sull'Iraq del dopo-Saddam. Si tratta del terzo summit in tre settimane fra George Bush e Tony Blair: il 16 marzo nelle Azzorre (con il premier spagnolo José Maria Aznar) si videro alla vigilia dell'attacco, il 27 marzo a Camp David esaminarono i piani di guerra dopo l'inizio dell'invasione ed ora in Irlanda del Nord in cima all'agenda c'è la ricostruzione. Sulla carte le posizioni fra i due alleati di ferro sul campo di battaglia sono distanti: Londra è favorevole ad assegnare alle Nazioni Unite un ruolo prioritario - come avvenuto in Bosnia, Kosovo ed Afghanistan - nel periodo di transizione mentre Washington ritiene che debbano essere i paesi della coalizione militare a ricoprire questa responsabilità, essendo stati loro a rischiare la vita dei soldati per rovesciare il regime di Saddam. Blair in realtà si fa portavoce delle istanze degli altri partner dell'Unione Europea mentre Bush teme che un ruolo di primo piano dell'Onu consenta a Francia e Russia di esercitare il diritto di veto - che possiedono in qualità di membri permanenti del Consiglio di Sicurezza sull'assetto futuro del paese. Blair ieri ha ribadito i pilastri dell'approccio britannico: «Serve una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza per garantire l'integrità territoriale dell'Iraq, assicurare l'aiuto umanitario e varare la nuova amministrazione del dopoguerra». Dietro le quinte fra europei ed americani si sta svolgendo una trattativa serrata a tutto campo. L'Alto responsabile europeo per la politica estera e di sicurezza, Javier Solana, ha incontrato a Washington il Segretario di Stato, Colin Powell, esaminando l'ipotesi di una risoluzione dell'Onu sul dopoguerra che riguardi quattro argomenti: l'assistenza umanitaria, la ricostruzione economica, la creazione di nuove istituzioni e le questioni di sicurezza. Ma dentro l'amministrazione è forte la remora a tornare dentro il Consiglio di Sicurezza nel timore di un nuovo duello a colpi di veti di Parigi e Mosca, come quello che ha preceduto l'inizio della guerra. Il consigliere per la sicurezza nazionale, Condoleezza Rice, ed il Segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld, vanno in un'altra direzione rispetto a Blair. «Ci vorranno almeno sei mesi per creare un nuovo governo iracheno» ha dichiarato ieri alla tv Fox il vicecapo del Pentagono, Paul Wolfowilz. Ovvero: in questo periodo il progetto americano è quello di assegnare la sicurezza del paese al generale Tommy Franks, comandante di «Iraqi Freedom», di far gestire gli aiuti all'amministrazione militare dell'ex generale Jay Garner, che si insedia domani a Umm Qasr, e di far gestire la transizione dei poteri civili «a rappresentanti del popolo iracheno» in attesa dell'insediamento del nuovo governo. A tale proposito il magazine «Newsweek», nel suo ultimo numero, attribuisce al presidente Bush la decisione di assegnare ruoli di responsabilità a esponenti iracheni anti-Saddam residenti nel paese, lasciando in secondo piano gli esuli e in particolare l'opposizione del Congresso nazionale iracheno di Ahmed Chalabi. Durante il summit di Belfast, che terminerà domani, Bush e Blair discuteranno anche di Medio Oriente e in particolare della necessità di applicazione della «Road Map» per arrivare entro il 2005 alla creazione di uno Stato palestinese «in pace e sicurezza a fianco di Israele». Anche qui però vi sono delle differenze: Londra vorrebbe stringere i tempi incominciando ad ottenere risulta¬ ti concreti come la definizione dei confini fra Israele e territori palestinesi mentre l'amministrazione Bush preferisce aspettare per verificare la capacità del neopremier palestinese, Mahmud Abbas (detto Abu Mazen), di assumere i poteri sulle forze di sicurezza e di combattere il terrorismo di Hamas, Jihad e Brigale Al-Aqsa. Le numerose manifestazioni filo-Saddam svoltesi nelle ultime due settimane in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza hanno desta¬ to forte preoccupazione a Washington, dove ci si attende da Manhmud Abbas l'impegno contro il terrorismo che Yasser Arafat non ha saputo dimostrare. Terzo ed ultimo tema del summit Bush-Blair sarà l'Irlanda del Nord: nel quinto anniversario dell'accordo di pace fra governo britannico, cattolici e protestanti si tenterà assieme al premier irlandese Berte Abern si superare le difficoltà incontrate nell'applicazione delle intese sottoscritte. Il presidente americano vuole lasciare fuori l'Onu dal dopo-Saddam per paura dei veti di Francia e Russia George Bush e Tony Blair durante il summit a Washington