Il carabiniere di quartiere debutta nelle vie di Ivrea, Rivarolo, Cuorgnè di Giampiero Maggio

Il carabiniere di quartiere debutta nelle vie di Ivrea, Rivarolo, Cuorgnè DOPO L'ESPERIMENTO AVVIATO NEI CAPOLUOGHI DI PROVINCIA Il carabiniere di quartiere debutta nelle vie di Ivrea, Rivarolo, Cuorgnè Un solo militare potrebbe svolgere attività di controllo e prevenzione nei centri città Resta ancora da risolverei problema della riorganizzazione dei comandi dell'Arma Giampiero Maggio IVREA Presto, forse già tra qualche mese, le vie, i centri storici e le zone considerate più a rischio delle principali città della provincia saranno «battute» dal carabiniere e dal poliziotto di quartiere. Una figura in divisa, dotata di strumenti innovativi come un computer palmare in grado di comunicare in tempo reale con la centrale e la pattuglia in servizio. Dopo l'esperimento già avviato in una quarantina di capoluoghi italiani, ora tocca ai centri più piccoli: realtà dove il numero di abitanti giustifica la presenza costante di un militare o un agente nei punti più importanti e più esposti ai casi di microcriminalità. Perii Canavese sono tre le città dove concretamente potrebbe essere sperimentato questo tipo di servizio: Ivrea, Cuorgnè e Rivarolo. Solo in seguito l'iniziativa potrebbe riguardare anche Castellamonte. Il comandante della Compagnia di Ivrea, Silvio Mele afferma: «E' importante, anche per far fronte al problema degli organici ridotti, che la figura del carabinière di quartiere sia introdotta quanto prima anche da noi». E poi puntualizza: «La finalità di un'iniziativa del genere, sia chiaro, non sarà di tipo repressivo ma sarà soprattutto di contatto con il cittadino e di informazione». Già, perché questo è il punto. Non serve qualcuno che ammanetti il malvivente o il ladruncolo di turno (se è il caso, ovviamente, il militare e l'agente dovranno farlo) ma lo scopo del progetto è quello di creare un punto di contatto con il cittadino. Il ruolo del hobby di quartiere (sullo stile del poliziotto londinese) sarà soprattutto quello del confidente. Sarà lui, con un lavoro paziente, fatto di presenza costante sul territorio, in mezzo a chi vive la città quotidianamente, che dovrà cercare di scalfire la diffidenza di chi, spesso per paura, non ha il coraggio di denunciare un sopruso subito. La novità è che a vestire i panni del carabiniere o l'agente di quartiere sarà solo una persona. Non viaggeranno dunque in coppia e questo potrebbe risolvere i non pochi problemi d'organico contro i quali ogni giorno le varie stazioni devono fare i conti. Non a caso era stata sollevata più volte la questione della riorganizzazione della Compagnia di Ivrea con la creazione di una tenenza a Cuorgnè. Il primo a sollevare il caso fu il procuratore della Repubblica di Ivrea Giorgio Vitari, in seguito anche il sottosegretario alla Giustizia, Michele Vietti affermò che c'era la necessità di riorganizzare gli organici. E in attesa che il progetto del carabiniere e il poliziotto di quartiere vada in porto, militari e agenti hanno già incominciato a sperimentare il nuovo ruolo, seppure parzialmente perché non sono ancora dotati della strumentazione adeguata (oltre al palmare arriveranno nuove divise, ricetrasmittenti più sofisticate). Ad esempio uomini dell' Arma pattugliano costantemente le aree in cui settimanalmente si svolgono i mercati e questo accade in tutti i centri canavesani. E i poliziotti, forti di un organico di 50 agenti (il Commissariato di Ivrea è una sorta di piccola Questura) effettuano questo servizio di pattuglia già da mesi: pattuglie a piedi di due, tre persone, nei centri commerciali e in città. Il compagno di lavoro per il «nuovo» carabiniere o poliziotto sarà un oggetto, il computer palmare capace di immagazzinare migliaia di informazioni e di ottenere in tempo reale notizie su una persona sospetta o sulla targa di un'auto. Ma soprattutto ci si dovrà abituare alla presenza costante di qualcuno in divisa per le vie della città. I progetto del carabiniere di quartiere è all'esame della compagnia di Ivrea

Persone citate: Giorgio Vitari, Michele Vietti, Silvio Mele