II sogno dì Rava: «lo, tedoforo a Torino 2006»

II sogno dì Rava: «lo, tedoforo a Torino 2006» TERZINO DELLA NAZIONALE DI VITTORIO POZZO CHE VINSE ILTITOLO NEI GIOCHI TEDESCHI, NEL '38 BISSO' IL SUCCESSO Al MONDIALI DI FRANCIA II sogno dì Rava: «lo, tedoforo a Torino 2006» Appello dell'ultimo olimpionico di Berlino Andrea Parodi Due mesi fa partecipò, come ospite d'onore della "sua" Juventus, alla trasmissione televisiva che i bianconeri avevano organizzato in beneficenza per il Gaslini di Genova. E ora, questo "giovane" campione di 87 anni ha ritrovato la popolarità di un tempo e si sente rinato, ringiovanito. «Mi ero rassegnato a passare gli ultimi anni della mia vita dimenticato da tutti», racconta Pietro Rava, l'unico superstite della Grande Italia di Vittorio Pozzo, Anni Trenta e dintorni. «Fino a poco tempo fa c'era ancora qualcuno che mi scriveva, poi il silenzio. Forse credevano fossi morto, oppure molto semplicemente nessuno si ricordava della mia esistenza; del resto erano passati troppi anni dalle mie imprese sportive». Poi la svolta, l'intervista trasmessa in diretta tv durante la trasmissione "Una squadra per amico". La sua popolarità è cresciuta, fino a stordirlo. «Sono orgogUoso di aver contribuito a raccogliere i fondi per beneficenza. Ho avuto il grande onore di essere stato invitato dalla Juventus, la "mia" squadra, a rappresentare il glorioso passato bianconero con John Charles». Ed è rientrato nel mito. «E' stato emozionante - confessa la signora Gianna, moglie del vecchio campione -, ora la nostra buca delle lettere è inondata ogni ;iomo, ci scrivono da tutta ItaT ia, ma soprattutto dall'estero da Germania, Olanda, Austria, Finlandia». Ma la ritrovata popolarità di Pietro Rava non finisce qui. Ouando esce con la moglie per una passeggiata in centro sono tante le persone che lo riconoscono, che lo cercano, che gli chiedono autografi e fotografie. Più famoso di Del Piero e Trezeguet? Sicuramente no. «Ma è quanto basta per farmi tornare giovane». Forse è solo una coincidenza, ma pochi giorni fa è arrivata una notizia inaspettata. «E' giunto un telegramma dal Quirinale dice commosso Rava -. Mi comunicano che il 2 giugno il presidente Ciampi mi conferirà l'ordine al merito di Commendatore della Repubblica». Questo titolo premia il suo passato di trionfi e di grandi successi. Pochi calciatori viventi possono vantare tutte le sue medaglie e i suoi titoli. Le Olimpiadi del '36, a Berlino, i Mondiali del '38, in Francia: «Fummo ricevuti come eroi da Mussolini a Palazzo Venezia a Roma, e il Duce ci conferi la medaglia al valore sportivo del Littorio». Rava fece collezione di titoli con la Nazionale, ma solo nel 1950 diventò campione d'Italia con la Juventus, contribuendo a conquistare l'ottavo scudettp bianconero. . Nel periodo in cui giocò nella Signora (tra il 1935 e il 1950), la squadra torinese rimase in ombra a causa di vari fattori. Vuoi per la guerra (Rava partecipò come ufficiale alla Campagna di Russia), ma anche per la superiorità di altre squadre, come il Bologna, l'Ambrosiana e il Grande Torino. «Il mio grande cruccio è proprio quello di non aver potuto fare molto per la mia Juventus. Vabbè, si è rifatta ampiamente dopo». Bella la celebrità? «Mi telefonano in tanti dice -, tutti vogliono che racconti loro il mio passato di calciatore; molti giornalisti mi dedicano ampi spazi su riviste sportive. Il rammarico è che questo periodo non sia coinciso con l'uscita, nel 1999, della mia biografia, l'editore avrebbe venduto più copie». Il geometra Pietro Rava compirà 90 armi nel gennaio del 2006, pochi giorni prima della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali di Torino. «Che emozione, non mi sembra vero, soprattutto sono curioso di rientrare nuovamente nel nuovo Comunale, quello stesso stadio dove ho giocato centinaia di volte e nel quale venivo acclamato da migliaia di tifosi». Ed ecco il sogno nel cassetto: «Ho un grande desiderio, anche se temo che possa davvero realizzarsi: nel 2006 sarò troppo vecchio, ma se ci sarò ancora mi piacerebbe poter essere presente, anzi, protagonista. Se avrò ancora le forze mi piacerebbe poter entrare con la fiaccola olimpica in mano nel "mio" stadio e contribuire come tedoforo nella cerimonia inaugurale. Ho visto la fiaccola olimpica per l'ultima volta nel 1936, troppi anni fa». Dopo l'apparizione in tv con la «sua«Juventus conosce a 87 anni una nuova popolarità Ciampi lo ha nominato commendatore «Ma vorrei tanto ritrovare l'emozione dei 20 anni» Pietro Rava oggi, con le medaglie vinte in una vita passata sui campi di calcio