Guernica o le Demoiselles? «Molto meglio il bordello» di Gian Antonio Orighi
Guernica o le Demoiselles? «Molto meglio il bordello» LA SCELTA DI MADRID. Guernica o le Demoiselles? «Molto meglio il bordello» Gian Antonio Orighi MADRID T UAN Manuel Bonet, 50 anni, scrittore e I critico d'arte, è da tre anni il direttore del Museo de Arte Reina Sofia, il più importante di Spagna per l'arte moderna. In una delle sue sale troneggia Guernica. Qual è il quadro di Picasso che più le piace? «Les demoiselles d'Avignon». Perché? «E' un quadro del 1907 con cui inizia, simbolicamente, la pittura moderna. Una tela in cui s'avverte che l'artista ha assimilato l'esperienza post-espressionista di Gauguin e Cézanne, e segue gli echi che provengono dall'arte primitiva, iberica ed africana, come faceva allora Matisse. Il quadro dipinto a Parigi si rifa al ricordo di un bordello di Barcellona. La scena contiene una forte componente erotica e le figure, i visi, sono tagliati come fossero maschere africane. Rimane comunque un quadro segreto, che vedono solo i poeti e pittori amici. E curiosamente Picasso non lo rende pubblico fino all'Esposizione Universale di Parigi del '37, dove porta anche Guernica, diventando la porta simbolica del XX secolo». E «Guernica», l'opera di Picasso più famosa al mondo? «Guernica è il quadro più importante del "Reina Sofia", ma gli preferisco Les demoiselles d'Avignon. Comunque, sono due opere molto complementari perché se con il secondo apre le porte dell'arte moderna, col primo dipinge il quadro storico più importante del XX secolo, il più simbolico, la tela con cui Picasso si identifica con la tragedia della "Guerra Civil" e in cui raffigura i disastri della guerra». Guai, e l'importanza del quadro da lei preferito? «Con quell'opera comincia il cubismo, dopo il "periodo, blu" e "rosa", successivo al ritratto di Gertrude Stein e all'autoritratto di Praga. Picasso inventa il cubismo senza teorizzare. La teorizzazione arriverà dopo, con pittori con meno talento, ma con più capacità elaborativa, aiutati da poeti come Apollinaire e Salmon, chi titolò il dipinto». Come? «Proprio cosi. E' stato Salmon a dargli il titolo. Picasso gli parlò di quel casino di via Avignon». Come mai il padre del cubismo non teorizzò la sua creatura? «Picasso diceva sempre che lui non cercava, trovava. Dopo aver inventato un modo di dipingere, se ne infischiò. Nel ' 14 scopri il disegno. Poi, agli inizi degli anni '20, passò ad una pittura di stile neoclassico che sconcertò gli ortodossi della modernità, per i quali il cubismo era un nuovo dogma». «Les Demoiselles d'Avignon» (1907)
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