I forzati dell'obolo ringraziano il Comune di Lodovico Poletto

I forzati dell'obolo ringraziano il Comune ^:LE REAZIONI AGLI INCROCI TRA PERPLESSITÀ', SPERANZE E RASSEGNAZIONE I forzati dell'obolo ringraziano il Comune «Situazione insostenibile, ora forse qualcuno interverrà» il caso Lodovico Poletto IL ragazzino fermo nel centro all'incrocio versa acqua spillata alla fontana sulla spazzola da lavavetri. Una scrollata, poi aspetta che la luce rossa del semaforo tomi a stoppare le auto. L'ospedale Molinette è lì, a due passi. Il supermercato Pam dall'altra parte della strada. Le auto sono un fiume che scorre in tutte le direzioni. E gli automobilisti protestano. Ore 13, in corso Bramante. Francesco Mandia posteggia la sua Stilo amaranto sotto i platani del controviale per correre ad una visita ortopedica. Gli basta un'occhiata per fotografare la situazione. «Alla fine sono sempre gli automobilisti quelli più penalizzati da situazioni come queste. Ai semafori sono assaliti da chi vuole, a tutti i costi, sfregare il cristallo. Se, invece, vogliono posteggiare sono costretti a pagare due volte: il ticket all'Atm, che non è poco. un euro l'ora. E almeno 50 centesimi li devono dare al posteggiatore abusivo. Provi a non farlo: rischia che quelli facciano una bella riga sulla portiera. Il risultato che si ottiene è ben peggiore della mancia forzata». Il giorno dopo la proposta del Comune di cambiare atteggiamento con posteggiatori e lavavetri, i forzati della mancia ringraziano. E sperano che la polizia municipale entri in azione al più presto: «Perché adesso nessuno fa nulla di nulla...». E le zone attorno agli ospedali continuano ad essere tempestate di parcheggiatori che, certo, in alcuni casi aiutano a trovare uno scampolo di asfalto per la sosta. Ma il più delle volte spaventano e intimoriscono i più deboli: gli anziani e le donne sole. E non è una questione di razzismo questa alzata di scudi e tantomeno di intolleranza. «Il fatto è che ci sono troppi abusivi anche per quelle persone che sarebbero disposte a dare una mano a chi cerca in questo modo di guadagnarsi da mangiare» dicono in tanti. Sia che combattano per uno scampolo di posteggio nella zona degli ospedeli sia che l'auto la debbano lasciare nel centro storico, in piazza castello oppure nel salotto di Torino, quella piazza San Carlo dove la sosta costa 2 euro l'ora. Certo, in alcune zone della città, le poche che ormai sfuggono, alla logica della sosta a pagamento, la presenza dei posteggiatori è più tollerata. Basta fare un salto nel piazzale del cimitero monumentale, e nessuno, o quasi, protesta. In corso Rosselli, a due passi dal Mauriziano, invece è un coro di lamentele. Una per tutte, quella di Erika («io il cognome non lo dico») che s'infila in auto e poi tira un sospiro di sollievo: «Oggi sono riuscita a sfuggirgli. Sapesse quanto sono insistenti certe vole e poi possono anche farti del male, se non paghi...». Dati alla mano le cronache degli ultimi anni raccontano di poche decina di aggressioni ai semafori e ai posteggi, di persone arrestate per tentativi di estorsione e per lesioni. Non sono molti, ma tanto basta ad alimentare il senso d'insicurezza generale. «Se poi vai la sera nella zona del quadrilatero, allora è ancora peggio. Piazza della Repubblica, quando non ci sono più i banchi del mercato, è il regno di posteggiatori aggressivi e ubriachi. Lì, davvero, si rischia di ritrovarsi con la portiera rigata se non si paga l'obolo al posteggiatore di turno...» racconta Paola Vanazzi. Un ultimo salto davanti alle Molinette, alla tabaccheria al numero 79. Qui, come in quasi tutti i negozi della zona, i parcheggiatori vanno a cambiare le monete guadagnate in giornata e Pasqualina Roberto, la negoziante, si adatta a fare anche da cambiavaluta. Dice. «Qui non c'è gente aggressiva. E, secondo me, a qualcuno fa anche comodo che ci siano queste persone. Gli preparano i voucher, glieli vendono in strada. Se ce ne sono tanti è anche perché la gente li tollera,, in qualche modo fanno comodo. E poi, parliamoci chiaro, questa povera gente deve pur garantirsi il modo di Sopravvivere».

Persone citate: Francesco Mandia, Pasqualina Roberto

Luoghi citati: Torino