Il Motomondiale comincia male Melandri cade, toma a maggio

Il Motomondiale comincia male Melandri cade, toma a maggio LE PROVE DEL GP GIAPPONESE MANDANO KO UN GRANDE PROTAGONISTA Il Motomondiale comincia male Melandri cade, toma a maggio Vola a 200 all'ora nella curva più pericolosa Rossi: «Circuito insicuro, pronti a scioperare» Enrico Biondi E' durata solo 31 minuti l'avventura nel Motomondiale di Marco Melandri, campione del mondo in carica della classe 250 e da quest'anno approdato alla classe regina, la MotoGp. L'Italmoto perde così, sin dalle prime battute, uno dei suoi quattro moschettieri in un incidente che, vista la dinamica, poteva avere conseguenze peggiori. Nelle prove del Gp giapponese, Melandri è uscito di pista a 200 chilometri orari, in un punto dove, colpevolmente, il muretto che delimita il tracciato è troppo vicino alla pista, le vie di fuga sono quasi inesistenti e di conseguenza sono limitate al minimo anche le protezioni. Difficile dire se si sia trattato di un guasto alla Yamaha o di un errore del pilota: fatto è che Melandri è finito contro ima serie di pneumatici ai piedi di un muretto mentre la sua moto, prima di distruggersi in mille pezzi, gli è p'iombata addosso. Uno schianto terribile: si è subito pensato al peggio. I medici della clinica mobile si sono trovati di fronte un pilota che respirava a fatica e in stato di incoscienza. Il dottor Costa, precauzionalmente, ha chiesto che fosse trasferito all'ospedale di Yokkaichi in elicottero. Melandri, fortunatamente, si è ripreso in fretta, ma il responso dei medici è severo : doppia frattura esposta della caviglia destra, distacco di un frammento del femore destro, frattura del setto nasale e vasto ematoma alla coscia destra. La prognosi è di almeno 50 giorni anche se Costa, ieri sera, non escludeva un rientro di Melandri alle corse per il Gp di Spagna, a Jerez, l'ìl maggio, mentre appare più realistica una presenza il 25 maggio a Le Mans. L'incidente e le notizie sulle condizioni di Melandri hanno ovviamente scosso i piloti. E inevitabilmente, come sempre accade in questi casi, il tracciato giapponese (di proprietà della Honda) è finito ancora una volta sul banco degli imputati. A mettercelo, con parole durissime, è stato Valentino Rossi, il più colpito da quanto capitato all'amico: «Sono anni che vado dicendo che questo circuito non è sicuro. Io parlo, ma nessuno mi ascolta. Lo scorso anno, nello stesso punto, quella maledetta curva 12, caddi io fortunatamente senza conseguenze. Ora Marco ci ha quasi lasciato la pelle. Quello è un punto in cui si arriva a 200 orari, ma il guaio è che non ci sono vie di fuga e il muro di recinzione è troppo vicino alla pista, non più di 5 metri. Nel 2002 l'ho detto a Franco Uncini (il responsabile della sicurezza dei piloti in pista, ma stipendiato dalla Berna, la società che organizza il Motomondiale, ndr), ma non è stato fatto nulla. Franco svolge un ottimo lavoro, ma evidentemente è in una posizione difficile. Io sono disposto a prendere le mie responsabilità, farmi portavoce dei piloti per dire che, se l'anno prossimo quel punto del tracciato non sarà modificato, noi non correremo. Ma, sia chiaro, dovremo essere d'accordo tutti. Una soluzione al problema ci sarebbe: se i tecnici dicono che non si può allargare lo spazio di fuga, si potrebbe costruire una chicane, come è stato fatto per il tratto finale del circuito. Lo so benissimo che il tracciato diventerebbe più brutto, ma almeno sarebbe più sicuro». Sarà ascoltato Valentino? Di solito si fa tesoro delle parole di un pluricampione del mondo. Ma visto che, sull'altra sponda, c'è la Casa giapponese più importante del mondo, permetteteci di dubitare. La giornata non ha riservato altre sorprese, anche perché la pioggia ha rovinato i piani di tutti, rivoluzionando pesantemente i valori in pista. E così mentre nella MotoGp Valentino Rossi precede Biaggi, Ukawa e Checa nell'ideale prima ma, Loris Capirossi con la Ducati non è andato oltre il 15 '' posto sia perché l'asfalto non lo permetteva, sia perché non voleva rovinarsi con una caduta la festa per il 30" compleanno. Nella classe 250, a sorpresa, due wild card (Honda e Yamaha) ai primi posti, cioè Aoyama e Nakasuga, che su questa pista ci corrono sin da piccoli. Ottimo quarto il torinese Rolfo, a suo agio sul bagnato. Addirittura senza tempo le Aprilia di Poggiali, Olive, Elias e Davies. In 125, primo tempo del sammarinese De Angelis (Aprilia) davanti a Pedrosa (Honda) e a quattro rappresentanti dell'Italmoto: Cecchinello, Giansanti, Perugini e Sabbatani. Se, come sembra, anche oggi ci sarà maltempo, saranno in molti a rischiare di partire domani dalle retrovie. In un'immagine tratta dal Tgl, i primi soccorsi prestati a Marco Melandri dopo la spaventosa caduta di Suzuka

Luoghi citati: Aprilia, Berna, Spagna, Suzuka