Sprofondare nell'infinito con Mahler

Sprofondare nell'infinito con Mahler ORCHESTRA RAI CON JARVI Sprofondare nell'infinito con Mahler Paolo Gallarati TORINO È stata una settimana di grandi concerti sinfonici dominata dalla spettacolare esibizione della Filarmonica di San Pietroburgo (Sesta di Sciostakovic), vicino alla quale non hanno sfigurato né l'Orchestra del Regio (Settima di Sciostakovic) né, tanto meno, quella Sinfonica della Rai che, anzi, l'altra sera, sotto la guida del giovane direttore estone Kristjan Jàrvi, ha incantato il pubblico, più folto del solito nella sala del Lingotto, in una notevole esecuzione della nona Sinfonia di Mahler. Capolavoro della sofferenza esistenziale, giunta al limite oltre il quale non esiste altro che il desiderio di farla finita, e lasciarsi sprofondare in un desiderato oblio, la Nona Sinfonia impegna l'orchestra in un lavoro immenso: tutti i settori sono mobilitati con gran numero di strumenti, la massa è quindi densissima, ma va trattata con quella trasparenza necessaria a far sentire ciò che ribolle sotto la superficie dei temi principali, lasciar percepire i motivi profondi perché, ad un certo punto, essi salgono alla superficie a definire la totalità di un mondo in cui ogni gerarchia salta e l'individuo è immesso in un sistema volutamente disorientante. E' l'esistenza, nei suoi conflitti e nelle sue contraddizioni. Questa trasparenza Kristjan Jàrvi l'ha ottenuta assai bene; e se avesse disposto di un maggior numero di prove, la resa sarebbe stata forse ancora più accurata. Ma ciò che ha trasmesso emozione e commozione è stata l'intensità mostrata nel suo modo di dirigere: banco di prova, l'ultimo movimento, lo strepitoso Adagio dell'addio al mondo, che scorre come un grande flusso di malinconia, disperazione, dolore, ma alla fine approda, leopardianamente, alla quiete di un infinito che tutto inghiotte. Suoni sempre più piano, motivi che si frantumano in sussurri, tutti dosati con sonorità diverse. Jàrvi li ha stratificati con una sensibilità e una tecnica di prim'orrtine, cosicché il pubblico, attentissimo, ha cominciato a trattenere il fiato e la sinfonia si è spenta come un lume nella notte, morendo dolcissimamente. Bello, molto bello, e applausi scroscianti.

Persone citate: Mahler, Paolo Gallarati, Sciostakovic

Luoghi citati: San Pietroburgo, Torino